Umberto Veronesi e Giuliano Pisapia sono le prime illustri vittime dell’ondata di caldo che ha colpito Milano
di Autore Ignoto
Il caldo ha già fatto la prima vittima. L’illustre medico prof. Umberto Veronesi, perdendo l’ennesima occasione per stare zitto, ha dichiarato (da “Leggo” del 24 giugno 2011, pag. 5, colonna di destra) che “Quello omosessuale è l’amore più puro, al contrario di quello etero, strumentale alla riproduzione”.
Naturalmente all’illustre professore (che non è dato sapere se abbia parlato per pura teoria o per esperienza) si può ormai perdonare tutto, in base all’aureo principio che dice “Senectus ipsa morbus”. Insomma, invecchiando si può andare fuori di zucca. È comunque interessante notare che se la “purezza” di un rapporto si misura sul fatto che lo stesso non sia potenzialmente riproduttivo, si deve dedurre che nella riproduzione ci sia qualcosa di “impuro”. Invitiamo pertanto Veronesi, laddove disponesse di un attimo di lucidità, a far mente locale sul fatto che anche lui è al mondo perché qualcuno prima di lui ha messo in essere quell’atto “impuro” che è l’amore normale (ossia eterosessuale). Poiché da qui potremmo partire con una serie di altre riflessioni su ciò che può nascere dalla “purezza” dell’accoppiamento omosessuale, con inevitabili riferimenti di tipo tecnico e/o di localizzazione di sedi anatomicamente destinate a ciò che in genere si chiama ricambio intestinale, avremmo dei curiosi risultati circa la “purezza” del prodotto attinente queste sedi anatomiche. Ma tant’è, ognuno sceglie la purezza che sente a sé più consona. Basta aver fiuto.
Ergo, per non cadere, anzi scivolare, in discorsi decisamente sgradevoli, chiudiamo qui il discorso, augurando buone vacanze all’illustre prof. Veronesi, e sperando che siano abbastanza lunghe (15 – 20 anni) da consentire un adeguato riposo. A lui e a noi.
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Seconda vittima. A Milano è cambiato il vento, come tutti sanno. Cosa porterà questo nuovo vento, non si sa, però si sa che intanto sta portando via due cose: il buon senso e il senso del ridicolo.
Provate a farvi un giro sul sito Internet del Comune di Milano. Per una questione di cortesia, fate prima di tutto un saltino sullo spazio del Sindaco, dove potrete leggere una paginetta autocelebrativa davvero commovente. Ma, fin qui, suvvia, abbiamo tutti le nostre debolezze.
Il divertente viene fuori se volete iscrivervi al Sito. L’iscrizione può risultare comoda per fare alcunepratiche o avere informazioni direttamente su Internet. Ordunque, incominciate a compilare tutti i soliti riquadri: nome, cognome, data di nascita, e così via. Poi a un certo punto arrivate a una riga misteriosa, dove trovate scritto “genere”. Che genere di genere? Mah! In compenso non trovate più il campo “sesso”. Orbene, dopo millenni e millenni in cui ci eravamo convinti che esistessero due sessi, quello maschile e quello femminile, ecco che apprendiamo che il sesso non esiste più, ma in compenso esiste il “genere”. Ma che cavolo è questo “genere”? Per non sbagliare, meglio tralasciare l’iscrizione al Sito.
Insomma, dopo un paio di settimane di governo della città, la giunta Pisapia è già riuscita a sponsorizzare gli invertiti, a piantare un casino sulle proposte di Ecopass, in cui nessuno capisce più nulla, a porre solide basi per perdere l’Expo, e ora ci apre le porte del progresso abolendo la dicitura “sesso”. Domanda: se al “sesso” bisogna sostituire il “genere”, le malattie “sessualmente trasmissibili” diverranno “generalmente trasmissibili”? E i “rapporti sessuali” diverranno “rapporti generali”? E i “Sexi shop”? Diventeranno “General shop”, con equivoci per i colonnelli che aspirano alla promozione?
Forza Pisapia, sei sulla strada buona. Meno si capisce quello che fai, è più sei coerente con la tua proposta politica. Auguri.