di Pucci Cipriani
“Co…co…co…la gallina ha fatto l’uovo” dicevamo, da ragazzi, in coro, quando scoprivamo che qualcuno aveva fatto qualche mascalzonata – sì, perché non solo i grandi, ma anche i ragazzi son capaci di far mascalzonate, e…perfino qualche frate in fregola di nomine a superiore – e, sarà perché a quell’età si è ancora ingenui, sarà per il caso, ma quando qualcuno si rendeva colpevole di un’infamia veniva fuori, ed era lo stesso protagonista a tradirsi, a confessare, inavvertitamente, perché gli scappava sempre qualche parola in più, qualche affermazione che lo faceva cadere nella rete…insomma il mascalzone veniva “a galla” e si beccava la canizza: “Co…co…co…la gallina ha fatto l’uovo!”
A proposito del commissariamento dei Francescani dell’Immacolata vi sottopongo due “fioretti” pieni di spirito francescano, di umiltà, mansuetudine e carità cristiana che si possono leggere su facebook.
Il primo fioretto riguardava le critiche al commissariamento dei frati e seraficamente affermava che vi sono troppi intellettuali che parlano, braccia rubate all’agricoltura, motivo per cui ne risente l’economia.
Il secondo “fioretto” testualmente recita:
“Premesso che ringrazio tutti coloro che hanno espresso al nostro Istituto religioso la vicinanza della preghiera (e nell’evitare le chiacchiere idiote), a giudicare dalle mail che stanno arrivando mi sono fatto la convinzione che tre cose hanno fatto svirgolare di brutto diversi cervelli:
1) le dimissioni di papa Benedetto;
2) l’elezione di papa Francesco;
3) il nostro commissariamento;
E’ incredibile dover constatare quanti malati di testa ci sono a piede libero. E anche dover constatare che se il problema della braccia sottratte all’agricoltura (cui accennavo ieri) è un problema italiano, quello dei matti a piede libero è un problema internazionale.
Fto p. Rosario Sammarco, F.I.”
“Co…co…co…la gallina ha fatto l’uovo!”
Dove, dopo che vi avrò esposto seppur brevemente i fatti, quel Frati Immacolata (f.I.) posto accanto al nome di Sammarco potreste leggerlo anche Frati Iscariota (f.I) ovvero i fratonzoli fedeli non alla Vergine Immacolata ma a Giuda che se ne sta al “fresco” con i suoi colleghi Bruto e Cassio.
Al mite fraticello, seppur da modesto coltivatore diretto qual io sono, come del resto i miei colleghi, potrei far osservare, seppur sommessamente, che nella Cambogia di Pol Pot uno degli epiteti che si lanciavano contro i “morituri” era quello di “intellettuale”: troppi intellettuali, diceva Pol Pot, troppe braccia tolte all’agricoltura e che hanno portato il nostro popolo nelle mani della “borghesia” e così venivano fatti fuori non a decine, ma a centinaia di migliaia gli “intellettuali”, che poi erano i poveri cristi della classe media (non avere i calli alle mani o aver portato gli occhiali voleva dire condanna a morte perché “intellettuali”)…per cui San Massimiliano Kolbe, se fosse vissuto in Cambogia ai tempi beati che il frate iscariotiano sembra rimpiangere, sarebbe stato fatto fuori perché intellettuale. Oltre al “Galateo” che comunque è opera di un passatista, di un “tradizionalista” come il mio compaesano Giovanni della Casa, potrei consigliare, al frate suddetto, se non fosse cosa da intellettuali, la lettura di un libro che non è opera di un “tradizionalista” ma di un comunista come Courtois: “Il Libro Nero del Comunismo” (Oscar Storia) dove troverà la conferma a quanto ho detto.
Ma poi il Nostro aumenta la dose: altro che braccia tolte all’agricoltura ma matti, pazzi e per di più a “piede libero” dal manicomio, dove, sembra suggerire il devoto seguace di fra’ Dolcino, sarebbe opportuno rinchiuderli…
Già! C’è tutta una letteratura che spiegò bene come i manicomi, dove venivano rinchiusi i dissidenti nell’Unione Sovietica, fossero, insieme ai campi di rieducazione, ( per i nazisti erano “campi di lavoro”) parte essenziale dell’Arcipelago Gulag descritto da quel coltivatore diretto che fu Alexander Solgenitsin…mai sentito nominare? “Che fa il nesci, Eccellenza? O non l’ha letto? Ah, intendo: il suo cervel, Dio lo riposi, In tutt’altre faccende affaccendato, A questa roba è morto e sotterrato.” Avrebbe chiosato quella buona lana del Giusti.
E qui chiudiamo con il p. Rosario Sammarco dei frati di Giuda al quale abbiamo, così, dato la soddisfazione di essere attaccato da un sito tradizionalista, onde per cui potrà avere titoli di merito dai padroni, novelli giacobini, per aspirare alle alte cariche, che ora prenderanno in mano l’Ordine per portarvi l’unico ordine da loro conosciuto: l’ordine napoleonico, della Rivoluzione, ossia quello dei cimiteri, ossia la fine dei quella che è stata una pagina splendida della storia del francescanesimo. Del resto il moderatore del sito “Cattolici Romani” che riporta, prono, le dichiarazioni meschine di un altro Iscariota, il p. Alfonso Bruno, non usa mezzi termini:
“Chiedo per cortesia ai forumisti di astenersi dal pubblicare tutta la spazzatura che è possibile trovare sui siti tradizionalisti in merito a questa vicenda. Sono state pubblicate le chiare dichiarazioni di autorevoli membri dell’Istituto (p. Rosario Sammarco, f.I., p. Alfonso Bruno, f.I ) oltre a precise citazioni tratte dal motuproprio “Summorum Pontificum”: da tutti questi Documenti si evince che non vi è stato alcun arbitrio da parte della Santa Sede. A che serve allora postare articoli colmi di ingiurie nei confronti del Papa, dei Vescovi e della Chiesa intera?”
Eh sì, anche stavolta: “Co…co…co…la gallina ha fatto l’uovo!”
Noi netturbini dunque alziamo deferenti lo scopone e facciamo il “presentat arm” al nuovo Verbo “progressista”, sua beatitudine padre Alfonso M. Bruno, insomma, al Ras di Santa Maria Maggiore, colui che si è acclamato il “Grande Comunicatore” , una sorta di Grande fratello che si è messo in testa di creare un nuovo stile e, forse, in nuovo uomo… già, quello della creazione dell’uomo nuovo è il “leit motif” di tutti i totalitarismi: dalla Rivoluzione Francese, alla Rivoluzione Russa passando da quella risorgimentale in Italia, a quella Cinese, a quella di Adolf Hitler: tutti volevano creare “l’uomo nuovo”, attraverso i mezzi della comunicazione di massa e della ciarlataneria nostrana: psicologi, sociologi, ciarlatani, otelmiani, venditori di erbe depurative, maghi, megere, cartomanti e pitonesse, e laureati in scienze delle comunicazione dove quel corso di laurea, in alcune università, grazie all’umanizzazione degli animali fatte dalla Brambilla che, pubblicamente bacia in bocca le tigri e leva la cispa ai cani, sembra venga aperto, seppur con un minor numero di iscritti e di esami, anche agli animali.
Il buon p. Alfonso Bruno, f.I. sembra abbia proprio un diploma di laurea in scienza delle comunicazioni (forse prese in Cina visti i suoi comunicati?) e allora si sente una sorta di Ras per davvero. Quel bel fratone ciarliero e chiacchierone è un po’ come la gramigna : lo abbiamo visto pontificare al TGcom 24 (ma lo sa che quella è una televisione del mostro Berlusconi?), lo abbiamo visto, tutto “culo e camicia” scodinzolare con gli emissari della Comunità di Sant’Egidio, che vorrebbero dare la nostra Patria in mano agli extracomunitari e lo vediamo ora in tandem con l’altro suo dolciniano sodale, il p. Sammarco, visto che si sono autonominati (se le cariche sono state azzerate e non sono state fatte nomine tra i Quisling destinati a prendere in mano l’ordine chi ha autorizzato i due “fraticelli” a parlare a nome dei Francescani dell’Immacolata, che sono stati commissariati perché evidentemente si voleva, e si vuole tuttavia, abolire l’ordine più fiorente di tutto il mondo per renderlo come tutti gli altri: cioè chiuso…finito ?) portavoce non come “membri” ma addirittura come “autorevoli membri” dell’Istituto, che addirittura ti fanno leggere (udite, udite!) “brani del summorum pontificum” . Cosa andate a cercare? Insomma, come in Cina: avete il parere del Grande Timoniere, potete leggere brani dei documenti ufficiali e dunque cosa andate a cercare i giornalisti (specie quelli dei siti tradizionalisti) che dovrebbero fare al massimo, come il sottoscritto, i coltivatori diretti, andare in manicomio (vedete ad esempio il p. Sammarco come si adonta per il fatto che quella gente sia ancora “a piede libero”) o anche agli arresti domiciliari. Addirittura il caro p. Alfonso Bruno si spinge oltre e la drammatica chiusura, assai dolorosa per la maggior parte dei frati e dei fedeli, dell’ Ordine fondato da un uomo di Dio come P. Manelli, Fiumano , con 21 fratelli, in questa sua opera indirizzato da San Padre Pio, sapete come la chiama ? La chiama “provvidenziale” …insomma chi davvero, poteva prevedere che questo Papa estemporaneo si scostasse, dopo pochi mesi, dalla linea di Benedetto XVI, che alla Congregazione dei Frati dell’Immacolata, come a chiunque ne avesse fatta richiesta, aveva concesso la celebrazione della Santa Messa nel rito cattolico (in latino, romano antico). Sandro Magister – unanimemente considerato il miglior vaticanista italiano, e non solo italiano – nota come papa Francesco “ha disposto che ogni religioso della congregazione dei Frati Francescani dell’Immacolata è tenuto a celebrare la liturgia secondo il rito ordinario (la messa nuova in italiano, p.c.)” ed eventualmente richiedere alle autorità (quali?) il permesso per celebrare il rito antico.
Chiosa Magister: “Lo stupore deriva dal fatto che ciò che viene decretato contraddice le disposizioni date da Benedetto XVI”
Ed ancora – nota Corrado Gnerre – “I francescani dell’Immacolata vengano accusati di non sentire “cum Ecclesia” e dietro questo “non sentire” ci sarebbe la vecchia liturgia ed alcuni membri della Congregazione e alcuni passaggi del Concilio.
Ci si riferisce naturalmente alla discussione sorta anni fa, dopo la pubblicazione, di un’ormai famoso libro di Mons. Brunero Gherardini: “Concilio Ecumenico Vaticano II : un discorso da fare” (Ed. Casa Mariana Editrice)che aprì un proficuo dibattito, peraltro iniziato da S.S. Benedetto XVI sulle due ermeneutiche: quella della rottura (scuola di Bologna), per cui il Concilio sarebbe una “Nuova Pentecoste” e tutto ripartirebbe da lì, per cui se il Concilio anche non prevede qualcosa , in tutti casi lo prevedrà lo “Spirito del Concilio”; e “L’Ermeneutica della continuità”, per cui con il Concilio non sarebbe avvenuta nessuna rottura ma una continuità con tutti gli altri concili (ermeneutica del Santo Padre Benedetto XVI), cosa che andava bene anche al grande teologo Gherardini a patto, dal momento che il Vaticano II, come ebbe a dichiarare Paolo VI, non dette nessuna definizione teologica , di dichiarare questo Concilio eminentemente pastorale, per cui lo stesso Gherardini propone fondamentalmente due cose: “per ricucire lo strappo che si è verificato tra la chiesa pre-conciliare e quella post-conciliare: definire in modo teologico ed inequivocabile la natura pastorale del Vaticano II e rispiegare il lemma “Tradizione”, leggendolo nel solco della fede nella Chiesa come altro dalla Scrittura e non come inglobato in essa, fino a risultare un duplicato di cui sbarazzarsi”.
Vi fu poi l’opera eccezionale di Roberto de Mattei (Vincitrice del premio Aqui) pubblicata da Lindau: “Concilio Vaticano II : una storia mai scritta”:
Ecco: i prodromi della persecuzione nei confronti dei francescani dell’Immacolata iniziarono da qui (ma non andavano bene nemmeno i libri pubblicati sull’Inferno, sui Novissimi, la Rivista “La voce di padre Pio”, quell’eccesiva povertà, l’andare scalzi, mangiare quando lo procurava la Provvidenza, etc) e allora vi furono virulenti e vergognosi attacchi contro Mons. Gherardini e i Francescani dell’Immacolata che avevano pubblicato e presentato il libro: attacchi da parte di don Pietro Cantoni che “Quando si presentò alla Lateranense – dice Mons. Gherardini a un’ intervista di Dante Pastorelli a “Una Voce Dicentes”- proveniva da Econe e bastava questo ieri più di oggi a provocare non poca diffidenza; con lui c’era un suo collega austriaco, egli pure atteggiato a perenne tristezza, come lui proveniente da Econe. Mi guardai bene dal fare una sola domanda sui motivi dell’abbandono del ben noto seminario lefebvriano, se fossero transfughi o espulsi …due esseri umani da aiutare…Quando cominciò’ a mandarmi richieste di aiuto per la sua opera mariana, sia pur con la consapevolezza della mosca che tira il calcio che può, non me lo feci ripetere. Ora capisci perché non me lo aspettavo (quell’attacco vergognoso n.p.c.)”. Anche de Mattei rispose all’articolo di Cantoni difendendo il grande teologo pratese: “Conosco- scrive de Mattei – = don Cantoni altrettanto bene di Mons.Gherardini, avendo frequentato entrambi…fin dagli inizi degli anni Settanta. Ero allora assistente di Augusto Del Noce…Piero Cantoni…era un giovane proveniente dal tradizionalismo neopagano. Si convertì grazie agli esercizi spirituali di Sant’Ignazio…maturò una sincera vocazione religiosa ed entrò nel Seminario di Econe, dove nel 1978 fu ordinato prete da Mons. Marcel Lefebvre …Ricordo bene come fosse affascinato allora dalle tesi del padre Guerard de Lauriers….secondo cui a partire dal 1965 , i papi sono tali soltanto ‘materialiter’…Il padre Guerard de Lauriers riteneva, a differenza di Mons. Lefebvre, che un Concilio non può sbagliare le sue conclusioni: dal momento che alcuni documenti erano in oggettiva e indubbia contraddizione con il Magistero perenne della Chiesa, il papa che li aveva promulgati e i successori che li avevano accettati , avevano perso con ciò, almeno sul piano formale la loro autorità…in coerenza con questa tesi teologica padre de Lauriers lasciò mons. Lefebvre…Don Piero Cantoni non si sentì di fare l’arrischiato passo…ma non rinunciò allo schema ideologico assorbito dal domenicano francese , capovolgendone i termini….i documenti che finora aveva ritenuto contradditori con il magistero della Chiesa dovevano invece essere considerati coerenti con esso. La semplicistica equazione Concilio = infallibilità spingeva verso il sedevacantismo o verso il conciliarismo “vaticansecondista”. In questo stesso 1981, scrive ancora de Mattei, don Cantoni lasciò anch’egli il Seminario di Econe…”
Andò alla Lateranense, dove fu accolto da Mons. Gherardini con grande carità cristiana e sotto la sua guida si laureò con una ricerca sul “Novus Ordo Missae”… Poi, come spesso accade nella vita, questo personaggio aveva da scrollarsi di dosso il suo passato e quale mezzo migliore se non schierarsi con i “sinistri” fautori del “Tutto va ben Madama la Marchesa…” . Naturalmente al pezzullo del Cantoni seguì anche quello del “guru” Introvigne , (ambedue preoccupati di far dimenticare il loro imbarazzante passato), entrambi tendenti a screditare non solo il teologo Gherardini, ma anche i frati dell’Immacolata che si erano impegnati in una seria discussione sull’ermeneutica conciliare.
Non si aspettava altro: questo attacco di due personaggi che nel mondo della falsa tradizione passano per una sorta di “santoni”, risvegliò le serpi ,che strisciavano sinistramente nell’ordine, sibilarono e si trovarono in quel “groviglio di vipere” che ha ordito il complotto contro i confratelli dell’Immacolata. Qualcuno dice che molte delle responsabilità sono state anche di Padre Manelli che si è scaldato le serpi in seno…è possibile che in tanti anni nessuno si sia accorto di nulla? Possibile che si tenga nell’Ordine due personaggi come il Sammarco e il suo compare di cui mi sfugge il nome, che avrebbero potuto benissimo stare con la comunità di don Ciotti o di don Gallo, al cui funerale la travestita(o) Luxuria ebbe la Comunione dal Cardinal Bagnasco…?
Qualche osservatore ha scritto che il Papa non sapeva o se sapeva chi sa cosa gli avevano detto…beh , bisognerebbe finirla con il Papa che non sa, il Papa che soffre , il Papa che vorrebbe e che non può etc. Il Papa sa benissimo e ha fatto (andatevi a leggere il documento inviato ai Frati dell’Immacolata) e scritto una scelta incomprensibile: azzerare l’unico ordine della Chiesa che ancora avesse vocazioni, entusiasmo, forme di apostolato in tutti i Continenti.
L’amico Vittorio Messori, uno scrittore eccezionale, talvolta ha il gusto dei paradossi: “chiudiamo tutti gli ordini e torniamo a quando la Chiesa faceva senza”. Rassicuro Messori: basterà aspettare qualche annetto, i pochi frati vecchi dei pochi ordini rimasti presto presto se ne andranno, nei loro immensi conventi si creeranno dei centri multireligiosi o ecumenici (quando non vi manderanno i musulmani che trascorreranno così le giornate del Ramadan che “porterà loro tanti frutti spirituali”!). Solo uno non si sarebbe sciolto o non sarebbe finito: ci ha pensato il Vaticano. Tempo vent’anni e anche i francescani dell’Immacolata avranno i frutti del Concilio: il fumo di Satana, come ebbe a dire Papa Paolo VI.
Qualcuno – e ben sappiamo chi – cerca di rassicurare : non è la Messa in latino che ha fatto commissariare i frati dell’Immacolata ma la critica postconcilio… certo la Messa te la potranno anche far dire, in qualche dorata riserva indiana, ma guai a parlare, guai a diffondere la buona dottrina, guai a far catechismo o apostolato….
Invece qualcuno voleva “unire” i fedeli che desiderano assistere alla Messa in latino – e sono i tipi folkloristici che avemmo modo di conoscere lo scorso anno (eccetto uno che, mi dicono, si sia ritirato dopo aver ottenuto un posto – per carità, meritatissimo! – nella Magistratura in Vaticano), allorché organizzarono un pellegrinaggio (il Summorum Pontificum) in San Pietro per ringraziare il Pontefice, etc. etc. Era chiaro che dietro all’ingenua iniziativa c’erano gli scaltri monsignori vaticani, ai quali dà molta noia che si assista alla S. Messa tradizionale senza “farsi registrare e schedare”, e ci pensarono i gruppi folkloristici ad organizzare la bisogna. Dovevano essere un milione: noi prevedemmo un migliaio: erano in duecento, cani e cavalieri pataccari con il mantello dell’Ordine Equestre di Santo Stefano, cosa che, più volte, fa andar su tutte le furie il Conte Capponi.
Quest’anno a ringraziare il Papa per aver cancellato i frati francescani, il 27 ottobre saranno una trentina…ma chi sa se passeranno in San Pietro o nella cappella-acquario di Santa Marta…in cambio delle trenta schedature. Come i trenta denari…
1 commento su “IL COMMISSARIAMENTO DEI FRANCESCANI DELL’IMMACOLATA. VIAGGIO ALLE FONTI… – di Pucci Cipriani”
Ho avuto l’onore solo oggi di leggere questo articolo, ad ormai sette anni dalla sua pubblicazione.
In questi sette anni ho avuto modo anch’io di rendermi conto come stanno le cose.
Io sono di Modena, sono laureato, ho viaggiato tutto il mondo e conosco centinaia di persone influenti, e sono soprattutto, ed è l’unica cosa che conta, sono un innamorato di Gesù Cristo, è quindi della Triade sacrosanta. San Francesco è il santo che amo di più.
Se dovesse aver bisogno io sono pronto ad impegnarmi personalmente.
Cordiali saluti
Alberto Grazioli