IL CONVEGNO DI TODI – di Giovanni Lazzaretti

San Martino in Rio, 20 novembre 2011

Caro Direttore,

Luigi Bottazzi su “La Libertà” ha parlato di Todi come della fioritura di una “nuova primavera”. Un’idea nuova e bella di politica.todi

Chi si è interessato al convegno di Todi ha recepito dai giornali più o meno questa idea: “A Todi si sono riuniti i cattolici; non hanno prodotto una nuova DC; hanno però creato un movimento nuovo di forze sociali e culturali; hanno chiesto un nuovo governo; e quando Monti ha dovuto creare il nuovo governo, si è accorto di loro e ne ha chiamati alcuni a far parte della squadra”.

Schema molto semplice. Infatti a ogni questione complessa si può sempre dare una risposta semplice, ed è certamente la risposta sbagliata. Vediamo infatti cosa è stato realmente Todi.

  1. E’ stato un incontro organizzato per cooptazione; sono state chiamate alcune associazioni, ma non tutte, e una serie di personaggi, ma non si sa con quale criterio.

  2. Se si guarda al fatto che c’era anche la presenza di “esterni”, la scelta fatta diventa imbarazzante: c’era il direttore del Corriere della Sera (De Bortoli) e c’era uno degli editorialisti del Corriere della Sera (Galli della Loggia).

  3. L’incontro si è svolto a porte chiuse.

  4. Gli incontri per cooptazione e a porte chiuse sono ormai noti come “metodo Aspen” (se ne è svolto uno anche il 19 novembre a Firenze, Palazzo Vecchio).

  5. Il metodo Aspen è così fuori dallo stile cattolico che Avvenire ha dovuto “condire” le pagine su Todi con una foto di ragazzi pensosi in platea (ma non c’erano ragazzi e non c’era platea a Todi) e foto di popolo in movimento (ma non c’era popolo a Todi).

  6. Del “conclave” di Todi dai giornali non sappiamo nulla se non il discorso ufficiale di Bagnasco, la conferenza stampa finale, e i commenti liberi dei partecipanti post incontro: come commentare una partita di calcio che nessuno ha visto.

  7. Un mese dopo Todi nasce il nuovo governo. Mario Monti non è che “si è accorto” di Todi, ma semplicemente Todi è stato creato in funzione del governo Monti.

Perché penso questo? Perché il “metodo Aspen” non è una idea campata per aria, ma è il metodo concretamente proposto e adottato dall’Istituto Aspen, istituto USA a emanazione Rockefeller e altri, con sede anche in Italia. E Mario Monti fa parte del Comitato Esecutivo dell’Istituto Aspen.

Chi ha parlato a Todi? Lorenzo Ornaghi (che fa anche lui parte del comitato esecutivo di Aspen), Corrado Passera (comitato esecutivo Aspen, nonché uno dei proprietari del Corriere della Sera), De Rita (Censis, istituto che collabora con Aspen). Nel comitato esecutivo di Aspen c’è Paolo Mieli, quello che da vent’anni si alterna con De Bortoli alla direzione del Corriere. Partecipa ai conclavi Aspen anche il neo ministro Francesco Profumo. Stando ai giornali anche i neo ministri Gnudi e Giarda sono aspeniani (ma non ho trovato conferma sui siti Aspen). Moavero Milanesi, altro neo ministro, partecipa a convegni Aspen (foto sul sito).

Enrico Letta, quello che inneggiava al “miracolo” in un bigliettino scritto a Mario Monti, fa parte del comitato esecutivo di Aspen. Fanno parte del comitato esecutivo anche i liquidatori del governo precedente: Tremonti (è il presidente di Aspen Italia), Frattini, Gianni Letta.

Tirando le somme: nove ministeri del nuovo governo sono in mano ad “aspeniani”; ci sono al governo personaggi vicini a 4 banche: Goldman Sachs, Intesa San Paolo, Unicredit, Banco Popolare; c’è in più un pizzico di USA + NATO (Esteri e Difesa); e alla Salute c’è Balduzzi, uno degli estensori dei DICO contro i quali facemmo il Family Day.

Una nuova primavera? Un’idea nuova e bella di politica?

Nuova certamente sì. Ma bella, no.

Se questi sono i frutti di Todi, beato chi non ha ricevuto l’invito.

Un caro saluto


Giovanni Lazzaretti

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