IL “DIALOGO” COME AGENTE DEL RELATIVISMO SIA POLITICO CHE RELIGIOSO. RISTAMPA DI UN’ANALISI-DENUNCIA DI PLINIO CORREA DE OLIVEIRA DATATA 1965 – di Stefano Nitoglia

di Stefano Nitoglia

 

 

lvLe edizioni napoletane Il Giglio hanno ristampato un classico dell’analisi cattolica contro-rivoluzionaria, da troppi anni assente dal mercato librario. Si tratta del saggio intitolato Trasbordo ideologico inavvertito e dialogo, scritto nel 1965 dal prof. Plinio Correa de Oliveira, fondatore della T.F.P. in Brasile e ispiratore delle associazioni sorelle poi nate in mezzo mondo.

Questo libro ebbe notevole successo, contando 5 edizioni nella originaria lingua portoghese, 6 in spagnolo, 1 in tedesco e 1 in italiano, raggiungendo un totale di 136.500 copie; venne inoltre pubblicato su riviste brasiliane, argentine, cilene, colombiane, statunitensi, portoghesi e spagnole; la sua prima e unica edizione italiana uscì nel 1970 a Napoli per le edizioni dell’Alfiere, a cura del compianto Silvio Vitale e di Giovanni Cantoni.

Con questo suo libro, il prof. de Oliveira s’inserì nel dibattito sulla cruciale questione del “dialogo”, che l’anno prima era stata rilanciata dalla enciclica di Paolo VI Ecclesiam suam. In quell’epoca, le forze rivoluzionarie avevano cominciato a usare il “dialogo” come metodo di una propaganda sovversiva che tentava di spingere gli anticomunisti, specialmente se cristiani, a porsi in una posizione d’inferiorità psicologica e di subordinazione strategica rispetto all’avversario politico-religioso, in modo da rinunciare alle loro difese culturali e competere su un terreno, con regole e una mentalità che li conducessero a pendere la loro identità e a svicolare nel relativismo.

Nella sua presentazione di questo libro, il principe imperiale del Brasile dom Bertrand de Orléans e Bragança, che fu discepolo e amico dell’Autore, osserva giustamente: «Sostituendo l’apologetica col “dialogo”, la militanza con l’ecumenismo acritico, la lotta con l’accomodamento, i difensori della Tradizione — sia spirituale che temporale — sono stati progressivamente corrosi dal virus del relativismo. E le conseguenze sono qui, davanti ai nostri occhi. Plinio Corrêa de Oliveira compie un’approfondita analisi degli aspetti psicologici, dottrinali e strategici di questa mentalità relativistica. Nella logica di quest’analisi, ogni tentativo di soluzione della crisi attuale che non risani in radice questo vizio intellettuale e spirituale, sarà irrimediabilmente votato al fallimento».

Intervenendo tempestivamente e documentatamente sul tema, il prof. de Oliveira smascherò e denunciò la manovra che trasbordava i cattolici su posizioni relativistiche e quindi arrendevoli al nemico; in tal modo, egli incoraggiò la timida obiezione di coscienza al “dialogo”, tanto che il suo saggio diventò un testo di riferimento sul tema.

Può sembrare strana la ristampa di un saggio come questo, che tratta questioni legate alla sua epoca e si riferisce a vicende superate quali la propaganda comunista, la “distensione” tra Est ed Ovest, il dialogo tra Chiesa e mondo sovietico. Potremmo rispondere ricordando che è sempre utile ristampare quei testi classici la cui validità trascende le contingenze storiche che li hanno occasionati. Ma dobbiamo aggiungere che questo saggio è importante per tre motivi speciali. Primo, esso fece una lucida denuncia del pericolo relativista, prevedendone le rovinose conseguenze che poi si sono realizzate; secondo, esso mantiene una scottante attualità che ci permette di cogliere ed evitare analoghi pericoli incombenti; terzo, esso delinea una strategia di riscossa che può contribuire a salvare l’identità cristiana dalle insidie che la minacciano.

L’attualità di questo saggio del prof. de Oliveira viene dimostrata dal curatore, Guido Vignelli, nella sua postfazione intitolata Il mito del dialogo relativista: una strategia di conquista che continua. Se ieri il metodo del “dialogo” era usato soprattutto in campo politico, oggi lo è soprattutto in campo religioso (si pensi al rapporto col mondo islamico) e in quello culturale (si pensi al dibattito sull’immigrazione, sul multiculturalismo e sulla identità culturale dei popoli). Siamo giunti al punto che chi rifiuta il globalitarismo o contesta l’“ecumenismo” o vuole ricondurre il dialogo al suo originario scopo apologetico, viene accusato di xenofobia o razzismo e rischia il carcere. Pertanto, la difesa della identità culturale e religiosa cristiana è ormai diventata anche una questione di libertà politica e civile.

La nuova edizione di questo utilissimo saggio può essere richiesta direttamente alla casa editrice Il Giglio, via Crispi 36 A, 80121 Napoli; tel 081-666440; info@editorialeilgiglio.it – o cliccando sull’immagine di copertina


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