Il “gay-monio” e altre amenità (si fa per dire…) – di Carla D’Agostino Ungaretti

… adesso i nemici del Cristianesimo, e della Chiesa Cattolica in particolare, aggrediscono quanto hanno di più importante gli uomini e le donne nella loro concreta vita quotidiana: la famiglia, i figli, il matrimonio, l’identità sessuale, la stessa vita umana  dal concepimento alla fine naturale, alterando la considerazione di cui certi princìpi hanno goduto per millenni e toccando problemi che possono riguardare da vicino ciascuno di noi.

di Carla D’Agostino Ungaretti

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mtrmnfncchSu AVVENIRE del 26 gennaio 2014, pag. 3, Pier Giorgio Liverani ha coniato un simpatico neologismo, “gay – monio“, per designare il matrimonio tra omosessuali, di cui oggi si parla fino alla nausea per debellare, con l’arma dello sfinimento, la strenua resistenza di quei poveri, stupidi, pervicaci riluttanti che continuano a rifiutare di accettare come cosa giusta e naturale quella autentica stortura etica, giuridica e antropologica.

      Quel neologismo mi è piaciuto e ho deciso di usarlo anch’io, anzitutto perché è un’espressione breve e sintetica – il che è sempre giovevole quando si spera che qualcuno legga i nostri scritti – poi è divertente e spiritoso perché consente di rintuzzare le ironie e le prese in giro di cui siamo costantemente vittime noi cattolici (soprattutto quelli “bambini e parrucconi” come me) da parte dei laicisti quando ci opponiamo con forza alle loro assurde pretese in materia di bioetica. Infatti, come tutti sanno, la loro strategia è soffocare il dissenso, evitare i dibattiti, non rispondere a chi non la pensa come loro e, soprattutto, ridicolizzarlo. Insomma, in un certo senso è come restituire pan per focaccia – però senza acrimonia e senza cattiveria, che sarebbero atteggiamenti contrari al Vangelo – a chi fa di tutto per screditarci agli occhi di chi ha una fede debole o incerta. In più, il termine “gay – monio”  mette bene in risalto la differenza abissale che corre tra il vero Matrimonio e quella stupida mistificazione.

       Poi, il giorno dopo, mentre ero in attesa nel salotto del mio medico sfogliando una rivista, sono incappata in un recente editoriale di Umberto Brindani, direttore responsabile  del settimanale OGGI, che capitava proprio a proposito. Il Direttore afferma che nel 2013 il mondo ha ricevuto un immenso dono: l’elezione di Papa Francesco il quale, “come una goccia che scava la lapide, sta rivoluzionando duemila anni di Chiesa cattolica … Grazie a lui, le nuove famiglie, i separati, i divorziati, la parità di genere, l’omosessualità, i diritti civili (e quindi, aggiungo io, anche il gay – monio) cessano di essere tabù. Diventa giusto e normale cercare soluzioni inclusive senza dare nulla per scontato. I concetti di “bene” e di “male”non sono più titolarità esclusiva del magistero (naturalmente, con la m minuscola), ed entrano a far parte della categoria della coscienza che ciascuno di noi ha,indipendentemente dall’essere o meno credenti. Francesco getta i semi di un rinnovamento radicale e, naturalmente, dovrà affrontare , le resistenze dei conservatori”[1].

       Ho riportato quasi per intero il discorso del Direttore Brindani perché mi sembra che, in un numero di parole relativamente esiguo, egli abbia (per così dire) illustrato il manifesto programmatico degli aspiranti distruttori della fede cattolica nel presente momento storico, oltre a rivelare quali tremendi equivoci dottrinali possano nascondersi dietro le parole del Pontefice regnante, confondendo sempre più le già poco limpide acque della fede.

        Anzitutto, chi sarebbero i “conservatori” secondo Brindani? Ovviamente I crudeli cattolici “bambini e parrucconi” che – rimanendo attaccati come ostriche al catechismo di S. Pio X, quello (ormai superato e obsoleto) fatto di domandine e rispostine degne, tutt’al più, della scuola materna di cento anni fa – vorrebbero impedire ai cattolici “adulti” di  fare i propri comodi modificando la Parola di Dio come piace a loro. Evidentemente Brindani ha poca dimestichezza col Vangelo, perché dimostra di ignorare le parole di Cristo: “Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno” (Mt 24, 35) e  purtroppo non è il solo a pensarla così. Infatti, sembra che la discordia pastorale alligni anche presso i Ministri di Dio: il Card. Maradiaga ha tirato l’orecchio al Card. Muller, Prefetto della Dottrina della Fede, perché quest’ultimo, nel pieno esercizio del suo ministero, si è permesso di ribadire la dottrina tradizionale della Chiesa e lo ha accusato di essere troppo “tedesco” (cioè dottrinariamente rigido, come se si trattasse di un demerito) e perciò incapace di capire le istanze del mondo che cambia. Anche non pochi sacerdoti sono di questa opinione, tra i quali l’ineffabile don Antonio Mazzi il quale, esultando anche lui per l’elezione di Papa Francesco, dichiara apertamente “di aver sempre avuto dubbi sull’esistenza dello Spirito Santo, di non credere tanto e di non esaltarsi per una statua della Madonna che piange o che ride[2] (“Ma allora, don Antonio, perché non butta la tonaca alle ortiche?”, vorrebbe domandargli una cattolica “bambina”, “non sarebbe molto più onesto e coerente?”). Anche qualche autorevole Vescovo, sostiene che la Parola di Dio va interpretata a seconda del momento storico in cui si vive, diffondendo la convinzione che ormai la Chiesa deve approvare il divorzio, l’aborto, l’eutanasia, e via discorrendo, solo perché ormai il mondo la pensa così. Mi è tornata in mente la frase pronunciata da un famoso uomo politico, ai tempi della nostra Prima Repubblica di democristiana memoria, come esempio di ipocrisia e di opportunismo: per i nemici la legge si applica, per gli amici si interpreta.

       Ancora:  il Tribunale di Roma ha sollevato davanti alla Corte Costituzionale il problema della legittimità del divieto posto dalla legge n. 40 alle coppie fertili, ma portatrici sane di qualche grave malattia, di accedere alla procreazione assistita e alla diagnosi preimpianto, dal momento che, invece, la legge n. 194 consente l’aborto del feto malato o malformato. Esisterebbe quindi una innegabile contraddizione tra le due leggi alimentata, però, dall’ideologia corrente che, a torto, reputa l’aborto un diritto assoluto della donna. Il Tribunale di Roma poi, seguendo il solco tracciato su questo argomento dalla Corte Europea, dà ai diritti umani un’interpretazione libertaria di carattere totalmente individualistico: la donna ha tutti i diritti, il nascituro non ne ha nessuno. Quindi, per opera del potere giudiziario si assesta ipocritamente un ennesimo colpo di piccone al divieto dell’eugenetica. “Che orrore, l’eugenetica!” blaterano tutti quando si rievoca la shoà  “E’ roba da nazisti!” Invece io penso che tra non molti anni il povero Dott. Mengele, tanto bistrattato, sarà totalmente riabilitato e forse sarà inventato appositamente per lui il premio Nobel alla memoria come precursore ideologico della soppressione degli embrioni imperfetti, quali prodotti industriali riusciti male.

         Ho citato solo pochi esempi del vero e proprio attentato che la nostra fede sta  subendo anche per opera di tante persone che si professano cattoliche, ma che in realtà sono state completamente subornate dall’ideologia dominante. Li ho chiamati amenità per non esasperare il contrasto, ma amenità non sono affatto. In questi attentati alla fede non si parla di teologia, del modo di concepire i Sacramenti, di pastorale, di autorità del Papa: delle possibili eresie non importa nulla a nessuno e quegli argomenti potevano andare bene ai tempi di Lutero che, per propiziarsi il “potere” detenuto dai Principi tedeschi (che si presumevano colti, ma non lo erano e miravano solo a impossessarsi dei beni della Chiesa), preparava per loro il terreno al  principio “cuius regio, eius religio” – che sarebbe entrato in vigore cento anni dopo di lui, a seguito delle sanguinose guerre di religione scatenate dalla Riforma – costringendo la gente comune, il popolo senza istruzione che di teologia non sapeva nulla, ad adeguarsi alla fede professata, più o meno opportunisticamente, dal loro Principe.

       No, adesso i nemici del Cristianesimo, e della Chiesa Cattolica in particolare, aggrediscono quanto hanno di più importante gli uomini e le donne nella loro concreta vita quotidiana: la famiglia, i figli, il matrimonio, l’identità sessuale, la stessa vita umana  dal concepimento alla fine naturale, alterando la considerazione di cui certi princìpi hanno goduto per millenni e toccando problemi che possono riguardare da vicino ciascuno di noi. Infatti, chi di noi non vorrebbe vivere un rapporto appagante in un matrimonio felice? Chi non vorrebbe avere figli sani, forti e belli? Chi non vorrebbe morire serenamente di vecchiaia nel proprio letto e soprattutto senza soffrire? Queste sono le aspirazioni più naturali di ciascuno di noi, ma sappiamo che non sempre si realizzano perché la vita umana ancora risente del peccato originale che ha stravolto il perfetto ordine cosmico ideato da Dio. Chi, trovandosi in certe condizioni che la fede cristiana ricollega  alla Croce di Cristo, non sarebbe tentato di scrollarsi dalle spalle quel peso con strumenti e modalità contrari alla Parola di Dio? Io credo che oggigiorno sia diventata molto più difficile l’obbedienza eroica alla Parola, quella che porta alla proclamazione della Santità e alla gloria degli altari, perché oggi nessuno più accetta di sopportare le contrarietà di cui è intessuta la vita umana e la filosofia moderna appoggia incondizionatamente l’egoismo individuale e l’attuazione edonistica del proprio tornaconto. Ecco quindi il divorzio, il gay – monio, l’aborto, la selezione degli embrioni, l’insegnamento di certe tecniche riprovevoli ai bambini, l’eutanasia, con l’affermazione esasperata dei “diritti” e la negazione dei doveri.

         E’ una vera rivoluzione antropologica quella che si auspica in piena consapevolezza ma senza dare risposte sensate a chi obietta che dietro di essa c’è soltanto un cosmico “cupio dissolvi“, cioè un esasperato desiderio di morte.

         Peggio ancora, si pretende che questa rivoluzione venga attuata anche nella dottrina della Chiesa, ora con il tacito assenso di tanti Ministri di Dio e, in un futuro non tanto lontano, anche con la benedizione del Papa, come sperano Umberto Brindani e don Antonio Mazzi. Ma la vera rivoluzione, nella storia umana, è stata l’Incarnazione del figlio di Dio con la Nascita, la Passione, la Morte e la Resurrezione di Cristo che, per salvarci, ha dimostrato la falsità di tutti i parametri esistenti, allora come oggi, col paganesimo ancora imperante nella storia. Ma ora sappiamo quale sia la vera via da seguire per la nostra redenzione: annunciare il Vangelo. Questa è la vera rivoluzione: tutte le altre hanno portato solo morte e distruzione.

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[1] Cfr.OGGI, 3.1.2014, pag.. 7

[2] Cfr. OGGI, 3.1.2014, pag. 41.

4 commenti su “Il “gay-monio” e altre amenità (si fa per dire…) – di Carla D’Agostino Ungaretti”

  1. Mi unisco al coro dei cattolici bambini! Viva Cristo Re a dispetto di tutto! Gesù ha detto: «Non temere, piccolo gregge, perché al Padre vostro è piaciuto di darvi il suo Regno» quindi cerchiamo di conquistare questo Regno fissando lo sguardo sull’amorevole famiglia di Nazaret…teniamoci aggrappati al mantello del Signore e vedrete che potenza…stiamo uniti, cari amici! Dio vi benedica sempre!

  2. Come non essere – purtroppo – d’accordo con lei, gent. dott.a D’Agostino? Sottoscrivo il suo articolo. Mi permetto solo una precisazione: quando lei dice ‘adesso i nemici del cristianesimo e dei cattolici in particolare…’ , io parlerei piuttosto dei nemici dell’uomo, perché ciò che noi difendiamo è per ogni uomo, per il suo bene. Infatti anche lei parla di rivoluzione antropologica. Dietro la quale c’è solo il nemico di Dio, che è poi nemico dell’uomo e fa di tutto per condurlo alla rovina. Io vedo che in questo momento storico si sta scatenando con tutte le sue forze per distruggere l’uomo, creato a immagine e somiglianza di Dio (maschio e femmina li creò).
    Per quanto riguarda l’interpretazione dei gesti del papa da parte dei media, c’è tristezza. Purtroppo il papa durante i primi mesi del suo pontificato è caduto in grossi scivoloni, gli ci vorrà del tempo per far capire che è stato frainteso (anche qui tristezza, bisogna pregare come anche lui ci ha chiesto di fare per lui).

  3. Il Gay-monio si coniuga anche come De-monio.
    Mi pare che il richiamo calzi a puntino, soprattutto in questi tempi in cui, da alcuni pulpiti ecclesiali si avverte una certa tiepidezza nel riconoscere la presenza demoniaca.
    Da Cristiano e’ facile riconoscere la presenza demoniaca nel tentare di disfare la famiglia, aggiungendo dopo il Divorzio e l;Aborto questa ulteriore “ciliegina” sopra la torta.
    Chissa’ se abbiamo almeno toccato il fondo, o se ci attendono ancora amare sorprese.

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