Il liberalismo quale flagello della giustizia economica – di Piero Vassallo

di Piero Vassallo

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Prima di ragionare intorno ai problemi sollevati dall’immigrazione dei terzomondiali, può essere utile riflettere seriamente su due cifre estratte dal vasto e inquietante catalogo, in cui sono elencati i problemi, che assillano e tormentano gli italiani: 3.100.000 disoccupati e 3.931.133 extracomunitari presenti sul nostro territorio.

Le due cifre dell’angosciante malessere italiano costituiscono il risultato di un delirio politico, lanciato al galoppo sulle piste dell’immigrazione da iniziati ai misteri d’Utopia e da politici coatti, che imitano la rivoluzione americana e importano le sue ingenti e macroscopiche contraddizioni.

Ora è difficile e forse impossibile capire e sottoscrivere – senza condividere il sodomitico proverbio, che declina il sadismo viaggiante nei piaceri attivi nell’alta finanza – i motivi che inducono il sommo miliardario ineconomico Georges Soros ad apprezzare un fenomeno oscuro e desolante, quale è la crisi economica in atto in Italia.

Il pensiero anticattolico e l’attività del noto miliardario danneggiano una nazione ingegnosa e laboriosa, reagendo alla forte attrazione che la nostra cultura e il nostro onesto benessere esercitano nel mondo.

Di qui il sospetto che l’immigrazione sia approvata, incoraggiata e facilitata dai banditori del capitalismo selvaggio, stregoni impegnati a inquinare, devastare e corrompere l’Italia cristiana, in vista della sua decadenza e del suo affondamento in quel paludoso e fetido assolutismo, che è propriamente detto civiltà bancaria.

Corre anche l’obbligo urgente di riscattare le ragioni dell’opposizione al liberismo classico, che furono abusate e falsificate dalle criminogene imprese dei nazisti e insieme con loro liquidate dalla surrettizia guerra di liberazione americana.

Al proposito è necessario rammentare che il terrifico spettro dell’opposizione comunista e nazista al capitalismo giustifica (disgraziatamente) l’attività di quella cricca liberalista, che sta avvelenando e impestando (salve poche e nobili eccezioni, la Russia di Putin, ad esempio) la cultura postmoderna.

Di qui l’inutilità dei partiti oggidì vanamente e storditamente collocati a destra del capitale, e l’urgente necessità di aggiornare e riabilitare le tradizionali ragioni della resistenza al potere degli usurai, ragioni che furono avvelenate e vanificate dagli utopisti sovietici, prima di essere abusate e screditate in via definitiva dalla propaganda nazionalsocialista.   

La correzione dello scenario politico, oggi alterato e soffocato dall’utopia neo liberale, dipende dalla entrata in scena di una cultura politica atta a coniugare l’irriducibilità al capitalismo con la emancipazione della rivolta dalle soffocanti ipoteche accese dagli utopisti.

Il compito della cultura d’ispirazione cristiana, finalmente in uscita dal labirinto in cui si aggirano i fantasmi delle rivolte gregarie, è la riabilitazione del sano ottimismo, antitesi allo stordimento buonista e alternativa a quella tetra mitologia denatalista, che ha esposto la civiltà occidentale al rischio di oscillare tra i pessimistici, funerei progetti intesi al regresso demografico e l’ottimismo, in corsa demenziale in direzione del lupanare cosmico, alternativa allegramente e fruttuosamente promossa dai post comunisti e dai radical chic.

E’ dunque evidente la necessità di far uscire la cultura tradizionale dal labirinto americano, in cui circolano i fumosi prodotti della contorta obbedienza alle leggende intorno al primato dell’economia.

Fu tale la linea tracciata dagli studiosi radunati intorno all’ardimentosa Fondazione Gioacchino Volpe, linea purtroppo non compresa e non condivisa dai dirigenti di una destra conformista e decerebrata, che inseguiva e insegue tuttora le cieche e spettrali chimere emanate dall’oligarchia.

5 commenti su “Il liberalismo quale flagello della giustizia economica – di Piero Vassallo”

  1. Purtroppo non esiste utopia e neppure neoliberalismo perché non esistono idee presentabili e tantomeno ideali. Esistono solo molti politici corrotti a cascata, con cifre e favori decrescenti. In caso di imprevista resistenza esistono le minacce dirette. L’oligarchia mondiale utilizza i tanti Soros, mimetizzati da filantropi, con una Chiesa che è l’ombra di se stessa. Come ho già scritto a commento di un altro articolo, la faccenda dei migranti spinti all’imbarco con i fucili puntati, l’avevo appresa da un tassista negro, che, essendo di religione islamica, era in servizio il giorno di Natale. Costui parlava i dialetti del centro Africa e le notizie le aveva apprese dalla voce dei migranti. Adesso vengono santificate tutte le ONG.

  2. giorgio rapanelli

    Coloro – chiunque essi siano – che sostengono che tutti gli Africani che arrivano con le imbarcazioni ONG (chissà chi ne paga le spese) fuggono da guerre e carestie, dovrebbero dirci da quali guerre e quali carestie. Io ho visto molti anni fa come erano ridotti quei neri che vivevano in zone di guerra. Quelli che vedo sui barconi sono bene in carne, come i bambini e le donne incinte. Vengono pure dal Pakistan in guerra, sempre bene in carne. Diversi sono quelli che fuggono dalla guerra in Siria. Credo che l’argomento umanitario sia gestito da grandi bugiardi e per fini inconfessabili. Credo che si stia attuando il Piano di Richard Kalergi, gran massone e sostenuto dall’alta finanza per fare funzionare il suo piano: quello degli Stati Uniti d’Europa e della nuova razza meticcia “negroide euroasiatica”, come la definiva. Una razza inferiore che popolerebbe l’Europa dell’alta finanza massonica, gestita da una élite finanziaria e massonica. Strano che non se ne parli…

  3. Luciano Pranzetti

    La prova dell’esattezza di quanto Vassallo ha scritto, sta nell’attuale quadro politico francese. I poteri della finanza globalista hanno stordito e drogato l’opinione pubblica col tacere della cifra “banchiera” del Macron il quale, agli ordini di Rothschild, porterà la Francia al servizio del potentato usuraio ed eversore di cui Soros è, delle tre facce del satana dantiano, quella più nota.

  4. Intanto salutiamo ahimè col “gaudio” che merita la vittoria di Macron, quale primizia di quei perversi piaceri “attivi” dei potentati finanziari mondialisti sul suolo di Francia che, ricordo, fra gli altri, diede i natali anche al re Luigi XI, il quale nel 1472 ordinò che la preghiera dell’Angelus fosse recitata tre volte al giorno….

  5. Il grande inganno consumatosi nella Storia sta nella falsa contrapposizione liberismo – comunismo!
    Soffermiamoci su uno dei tanti aspetti della questione. Quei figli di papà dei “centri sociali”, ovvero le guardie rosse dell’Alta Finanza, non hanno contestato Macron bensì la Le Pen; in Italia contestano Salvini e non i burattini dell’Alta Finanza. Perché? Semplice: comunisti e capitalisti non si sono mai fatti guerre bensì solo finte guerre. Del resto, il PCI, ovvero Partito Confindustriale Italiano, sbraitava contro i servi della reazione DC, Fiat, ecc, per poi fare papa e ciccia con siffatte organizzazioni politico-industriali. Chi era in Italia più liberal-capitalista del PCI? Nessuno.
    E nella Cina comunista di oggi, non vige l’ideologia mondialista e globalista liberal-capital-comunista?

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