di Andrea Bottone
Il cambiamento è in atto, il fattore scatenante è la presa di coscienza dello spirito umano che affonda le radici nei valori cristiani che nascono dal sudore della fronte . La tragedia dei minatori cileni ha fatto il giro del mondo, finalmente i mezzi di comunicazione hanno evidenziato una realtà quotidiana fatta di lavoro, fede, famiglia, solidarietà, politica; una serie di capisaldi della nostra cultura che sono stati riscoperti e schiacciano quella cultura del putrefatto materialismo e moribondo relativismo tenuto in vita dai mass media dei reality che rappresentano false condizioni di vita, dove si esaltano il sesso, la parolaccia, lo scontro, l’invidia ecc. Di questo inizio del mutamento non ne siamo coscienti perché siamo immersi in una palude di messaggi distorti che affollano i mezzi di comunicazione e inondano la nostra società dando la stura ad una serie di comportamenti innaturali dell’essere umano. I giovani sono disorientati, guidati da una bussola senza l’ago, i meno giovani inseguono un benessere fatto di esteriorità e ignoranza, accompagnate da una povertà di spirito e un vuoto di coscienza, ma proprio queste condizioni che man mano arrivano alla frontiera del nulla sono il presupposto del cambiamento che ha accolto la sfida della nuova evangelizzazione che parte dai confini della cristianità e giunge al suo centro. Non a caso le persecuzioni delle comunità cristiane, da parte degli integralismi, immerse nel mondo delle altre realtà religiose pone con forza la centralità del messaggio cristiano e della sua forza. L’evangelizzazione più complessa e più dura, si scopre che è nel cuore della cristianità; oggi il vero missionario è il sacerdote che opera nelle grandi città del mondo occidentale, non quello che opera nelle missioni della foresta amazzonica. Sembra paradossale ma è reale. Il Santo Padre, Benedetto XVI, da attento teologo, lo ha evidenziato più volte attaccando il relativismo imperante nella nostra società, una società costruita sulla esteriorità ma vuota di contenuti. La presa di coscienza di questa condizione ha fatto si che la tragedia cilena, attraverso i mezzi di comunicazione, ponesse all’attenzione dell’opinione pubblica con estrema semplicità, senza fronzoli pseudoculturali di parte, la forza della fede attraverso il lavoro e le sue tragedie, la solidarietà della famiglia, di un paese di un popolo, la presenza importante dei rappresentanti della politica al fianco dei lavoratori ha espresso un messaggio forte di un intero paese. L’attenzione del mondo intero ha avvolto quel piccolo gruppo di minatori intrappolati nelle viscere della terra, sorretti da una grande fede in Dio. Non era il dovere, non erano le leggi, ma la politica dal volto umano che ritrova la via del bene comune attraverso la solidarietà che ha aperto un varco nel muro del relativismo. E’ il frutto del nuovo umanesimo del lavoro che affonda le radici nello spirito e nei valori cristiani. L’essenza dell’essere umano che ritrova se stesso nel messaggio di Cristo. L’inizio di un nuovo cammino della speranza, di fede di una nuova società che si rinnova attraverso la tradizione delle radici dello spirito.