Il Presepe, e altro, e quel signore vestito da vescovo – di Patrizia Fermani

… questa chiesa  professa una religione esotica  misurata sui toni sordi di una società, o di un intero mondo in decomposizione, sui rumori scomposti che accompagnano l’avanzare confuso e cieco del terzo millennio.

di Patrizia Fermani

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zzzzcpll“Chiamatemi Claudio”, sarò il vostro  vescovo,  aveva detto il signor Cipolla fresco di nomina bergogliana memore dello slogan., vecchiotto ma non obsoleto, che aveva fatto la fortuna di una birra famosa. E avrà pensato: “Sarà anche meglio dei Buonasera e buon pranzo che hanno procurato tanta audience al mio Mister, quello che giocando  dalla parte dove spira il vento, fa tutti contenti, e per non mettere nessuno in imbarazzo, non fa mai neppure la fatica di dire qualcosa di sensato”. Insomma, ha pensato, questa è la cifra giusta del successo che serve  per traghettare il popolo di Dio fuori da un cattolicesimo fuori stagione.  Basta con il cervello fino che è sempre antidemocratico. Ci vogliono scarpe grosse per  sfondare sul mercato  delle idee a portata di tutte le teste.

Ma ora occorre soprattutto  andare al sodo. Abbiamo impiegato tanto tempo a  far capire che bisognava  finirla con la storia di Cristo Figlio di Dio e di Maria Madre del Signore (solo Tonino Bello aveva avuto il coraggio di dire pane al pane e vino al vino), e a convincere la gente  che il figlio del falegname non aveva avuto intenzione di  insegnare niente a nessuno e  il titolo di Maestro se lo sono inventati quelli di Trento insieme a tante altre storie.  Ma ora si ripresenta il problema del Natale,  che  alla  fine è un compleanno come un altro,  non dico come il mio,  ma almeno come quello di un La Pira o di quel figo di Don Milani che la sapeva lunga e la sapeva pure raccontare. Eppure è dura da sfatare  questa stucchevole  leggenda  natalizia.  Per fortuna ci  sono venuti incontro i muslim. Infatti sono gli unici che credono che noi crediamo a tutta questa verità cristiana, e siccome sono anche maneschi, anzi  qualche volta  sparano, squartano e decapitano senza troppi complimenti, è bene convincere la gente meno scafata che è meglio tenerseli buoni. La chiesa se l’è sempre cavata perché ne ha saputa una più del diavolo e adesso è venuto il momento di tirare fuori la vera sapienza. Occorre corteggiarli questi fratelli musulmani come fa il Mister che tra una scarpa e l’altra, un diritto umano fognatico e una strizzatina d’occhio al Ricca, si è messo anche a fare i miracoli e all’ultimo piano del Laterano, all’ufficio delle canonizzazioni, ha appena aperto lo sportello “Beatificazioni in vita”.

Bisogna dunque cominciare a  demitizzare il Natale approfittando del fatto che alla pellaccia ci tengono tutti, persino i tradizionalisti. Intanto il lavoro sporco lo stanno facendo alla grande gli operatori scolastici in quota PD, che mentre promuovono il gender e l’invasione islamista, cominciano ad abolire le tradizioni natalizie (anche se non ho ben capito come faranno poi a conciliare la propaganda omosessista con la promozione della cultura islamica…  però si sa che domani  è un altro giorno).

Così meditava tra sé e Sé Claudio Cipolla, detto Claudio, quando è arrivata la grana.

Dopo tante amministrazioni comunali oculate e prudenti, con un occhio a Darwin e uno a don Gallo, ti arriva il sindaco leghista che pretende l’osservanza delle tradizioni natalizie nelle scuole cittadine, invece di prendere esempio da quelli di Rozzano sul Naviglio. Allora mica mi posso esporre al rischio che Padova sia eletta a capitale della intolleranza, con tutti quei giovanotti sui vent’anni,  nullafacenti e smartphonmuniti che si aggirano per i parchi cittadini tra un  turno e l’altro di spaccio infrasettimanale, e potrebbe pure saltargli la mosca al naso. A questi  come si fa  a dire che tanta gente, dopo avere messo su il  presepe a casa propria, vorrebbe che fosse allestito anche a scuola e per questo adesso ha pure l’appoggio del sindaco?  Anzitutto devo  far capire a questi signori che  noi preti del natale possiamo proprio fare a meno.. Non per viltà, ma per ecumenismo pacifista. Siamo sempre nel campo dei valori.

Così, deve avere  pensato ancora  il Cipolla,  il mio primo atto di imperio sarà quello di dire apertis verbis che se le donne hanno rinunciato da un pezzo a fare il brodo di cappone (del resto adesso il cappone non è più cibo solo per le feste), non si vede perché altre tradizioni meno significative debbano essere coltivate  specie quando si tratta di cosa piuttosto rischiosa. I bambini si saziano con l’albero che non complica la vita a nessuno e si sono divertiti abbastanza con Halloween che ai muslim non pare abbia creato grossi problemi interpretativi. “C’a’ gnisciuno è fesso” ha pensato ancora il nostro, “mica possiamo fare la fine del Don Santoro, forse un nostalgico preconciliare, oppure di quel certo Tomaso Beckett che come mi hanno raccontato, in altri tempi,  si è fatto scannare sull’altare (quello che andava ancora di moda allora) per motivi grosso modo religiosi, cioè addirittura per difendere la libertà della Chiesa”.

Così Claudio Cipolla quando gli è giunta la notizia delle fastidiose iniziative di un sindaco fastidioso che ce l’ha pure con la educazione omosessista e vorrebbe combattere anche questa, nonostante che essa abbia avuto  tante manifestazioni esplicite o implicite di  favore da parte della chiesa di Roma e della chiesa locale, ha  convocato i giornalisti che fanno il part time in curia, e ha dichiarato con baldanzosa sicurezza di essere pronto a rinunciare alle celebrazioni natalizie, perché occorre avere il coraggio di essere pacifici. E per l’occasione si è vestito da vescovo.

Ora però qualche questione di metodo si pone. Ci chiediamo  se per caso il signor Claudio, che se ci ha messo sicuramente del suo, fa anche il gioco  di squadra, e prende ordini dalla testa di serie, si sia posto il problema della proprietà di quanto entrambi si trovano ad amministrare. Se per esempio sanno che la Chiesa e le chiese non è “cosa loro” come non è cosa loro la fede di cui intendono espropriare quello che continuano a chiamare impunemente “il popolo di Dio” e che sono più propriamente i cristiani. Se sanno che il Cristo, del quale  continuano con disinvoltura a presentarsi come rappresentanti,  ha istituito la  Chiesa  perché trasmettesse il Suo messaggio e che la  potestà degli uomini che in quella ricoprono qualche ruolo, finisce laddove il compito viene tradito. Se sanno che stanno  espropriando, con la frode, l’arroganza, la brutalità di ogni usurpatore, l’eredità che erano stati chiamati a conservare, e custodire per altri, e procedono a questa espropriazione cercando  di mettersi in salvo con lo squallido bottino della benevolenza di chi per calcolo politico o per insipienza ideologica strizza l’occhio al presunto nuovo padrone.

Il cristianesimo ha creato una civiltà  di cui tutti nei secoli hanno  usufruito. Tutti hanno attinto alla  profondità speculativa dei suoi pensatori, agli splendori della sua arte, alle promesse salvifiche e trasfiguranti della sua fede. Benedetto XVI ha scritto che la bellezza della sua musica  è una testimonianza della verità divina.

Questa chiesa che ha smesso i propri  abiti sacri, i propri  altari, la propria  forza morale e la  potenza vivificante  del proprio spirito, esibisce quotidianamente senza più alcun pudore una desolante miseria.  Tutto ciò  di certo non dice  nulla sulla verità della fede cattolica che da tale miseria non viene toccata, ma dice tutto proprio sul fatto che questa chiesa  professa una religione esotica  misurata sui toni sordi di una società, o di un intero mondo in decomposizione, sui rumori scomposti che accompagnano l’avanzare confuso e cieco del terzo millennio.

Ci rimane però, con la vera Chiesa ora resa quasi invisibile, la ricchezza spirituale racchiusa in innumerevoli  edifici di culto, sopravvissuta alla furia iconoclasta del post concilio. Rimane un patrimonio artistico di incommensurabile bellezza a testimonianza della fecondità della fede perduta. Forse dovremo presto preoccuparci di mettere in salvo anche tutto questo in una ideale arca di Noè, per quelli che torneranno a far brillare la luce del cristianesimo.

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28 commenti su “Il Presepe, e altro, e quel signore vestito da vescovo – di Patrizia Fermani”

  1. don Giovanni A. Maria

    Mi dispiace molto per don Claudio Cipolla. Mi sembra alquanto infelice se non addirittura dannosa la sua uscita sulle tradizioni cristiane. Se voleva richiamare i cristiani ad andare oltre le tradizioni, li poteva fare senza sminuire il loro valore culturale, trattandosi tra l’altro di ambienti scolastici e per l’infanzia.Quel pacifismo vuoto non serve a nessuno. Preghiamo per lui e per noi stessi.

    1. buon giorno Don Giovanni, mi dispiace per quello che stà succedendo al Clero, mettono in pratica cose inique, date da una coscienza personale, sembrerebbe che nel loro spirito non c’e’ piu’ Verita’,forse causata dai tanti e troppi benefici e nessuna penitenza, poca preghiera, leggo che ha detto, se l’ ha detto veramente: presepe? in nome delle pace si puo’ rinunciare ad alcune tradizioni, ma la nascita del nostro redentore e salvatore e’ una certezza, che c’e’ l’ inferno e’ una certezza, che avremmo il giudizio e’ una certezza, con Amore e timore amate il vostro Padre Celeste, e come ha scritto lei veramente preghiamo per lui e per tutti i sacerdoti
      SIA LODATO GESU’ CRISTO

    1. No! Per carità! Non il vescovo sindaco! Neanche l’usciere! Saprebbe indicare lo sportello sbagliato, per “non offendere nessuno”… Quanto al sindaco-vescovo, beh, se confessa la Fede degli Apostoli e, se coniugato, ottiene la dispensa dalla moglie, può essere ordinato sacerdote e vescovo, non sarebbe il primo né l’ultimo… ma conservi il potere temporale, vescovo-conte, insomma.
      …Purtroppo leggo dalle ultime che dice di “Difendere il vescovo, affinché il vescovo difenda le nostre tradizioni…” Insomma, il vescovo è una tradizione da difendere, anche quando si limita a “guardarsi intorno” (etimologicamente), donabbondiescamente impaurito, anziché guidare il gregge… Bravo Bitonci, meglio sorriderci su.

  2. Gli unici passi indietro che quell’uomo vestito da vescovo dovrebbe fare è sulla sua “carriera ecclesiastica”: si dimetta e vada a fare un onesto lavoro invece di vivere sulle offerte e sull’8 per mille degli italiani dando in cambio la proposta di una falsa pace che non ha nulla di evangelico!
    Uno così quando tuonerà contro il gender, l’omosessualismo, l’aborto, la contraccezione, l’adulterio, l’eutanasia e la mancata santificazione delle feste?
    Saremo fortunati se non parteciperà al prossimo GAY PRIDE che si terrà nelle vicinanze!

    1. Se a Padova qualcuno organizzasse una serata per andare sotto le finestre del Signor Cipolla a cantare “Tu scendi dalle stelle” e le altre laudi del Natale io partirei immediatamente da Firenze e sarei, puntualmente, in prima fila. Per esprimere la mia adesione e il mio legame alle nostre radici cristiane e anche per esprimere lo schifo che provo per l’apostasia del Cipolla.

      1. Caro Signor Pucci, sarebbe un’iniziativa lodevole e meritoria ma che non servirebbe a nulla…finirebbe contro un muro di gomma…magari il Signor Cipolla scenderebbe e canterebbe insieme ai manifestanti e finirebbe tutto a tarallucci e vino!
        Questi prelati pavidi e conformisti sono abituati a dare PER SCONTATO il rispetto dei cattolici ma non gli basta: vogliono anche il rispetto del mondo e si battono per ottenerlo: COME? Bastonando i cattolici (che continueranno a rispettarli lo stesso) e prostrandosi al mondo e al suo principe…così vivono senza fastidi e rispettati da tutti!

        Devono iniziare a capire che il rispetto dei cattolici NON è scontato: DEVONO MERITARSELO!
        Le uniche manifestazioni utili devono essere di viva protesta e aggressive, con tanto di cartelloni con scritte frasi del tipo “Dimettiti, Giuda!”…una manifestazione simile avrebbe molto più effetto di una manifestazione di laicisti perché è molto difficile sopportare la ribellione dei “sottoposti”.

        1. Per lo stesso motivo, sono inutili le suppliche filiali e le altre richieste gentili: difendere il Depositum Fidei è un DOVERE dei vari prelati, non una concessione che ci fanno!
          Bisogna gridare dai tetti e senza falsa gentilezza tutto il nostro sdegno nei loro confronti, Bergoglio in primis!

  3. Cesaremaria Glori

    Ed io mi aggregherei subito a Pucci. Sono stufo di certi pastori. Ma quali pastori? Questi sono lupi travestiti da pecore, perché quel che conta è scoprire se sono testimoni della fede nel Dio incarnato nella persona di Gesù Cristo oppure ipocriti che hanno paura del non aver paura della Verità, di quella Verità cui hanno giurato nel momento della consacrazione a ministri di Cristo.

  4. Cara dott.ssa Fermani, l’arca di Noè e’ stata prefigurazione della Santa Chiesa Cattolica fuori dalla quale non vi è’ Salvezza alcuna. Il suo auspicio penso sia rivelatore di quello che, in cuor suo, lei come molti pensano ma tremano all’idea che sia vero: questa setta vaticanosecondista no può essere la Chiesa Cattolica bensì ne è una satanica contraffazione ideata allo scopo “di ingannare, se fosse possibile, anche gli eletti”! Mi si chiederà se abbia incominciato credere a scempiaggini catastrofiste ma io rispondo che no, quanto scritto e’ ciò di cui mi sono progressivamente persuaso mediante l’uso della ragione, quella stessa ragione donataci da Dio il quale, ispirandoci, mai evita di contare sulla nostra intelligenza!

  5. Come faremo ad affrontare i tempi duri che ci aspettano? Forse dovremo unirci, essere veramente un gregge, noi che vogliamo seguire gli insegnamenti di Gesù cosi come Egli ce li ha lasciati, per essere tutti uniti quando ” saremo richiamati alle armi”. E verrà quel tempo, eccome se verrà.

  6. Grazie Patrizia.
    Però Padova ha già avuto cattivi sindaci, da destra e da manca.
    Propongo per Bitonci il doppio incarico.
    Per Cipolla un incarico adatto, dalle parti della cucina: lavapiatti, per esempio.
    Così resta in contatto con le celeberrime periferie e la puzza di capra, e non corre il rischio di insozzarsi con l’incenso delle chiese e di traviarsi
    con i problemi dei Novissimi, della salvezza eterna e paccottiglia simile.
    Bruno PD

  7. Fare un passo indietro sul Natale che significa? Che il vescovo proclamerà che a Natale è nato un abete o al massimo babbo Natale e che pertanto può essere festeggiato laicamente? Sa il vescovo Chi è nato a Natale? Come si fa a festeggiare un natale senza Bambin Gesù? E’ una cosa talmente assurda e demenziale, che persino gli atei più onesti ridono di questa sciocchezza.
    Se al vescovo disturba il disturbare, invece di mangiare a uffa ,vada in fabbrica a lavorare, che farebbe meno danni. Inutili questi pastori che si vergognano di essere cattolici, che si vergognano di Dio. Una vera pietà. Mica li teniamo li per servire il mondo, se vogliono servirlo si prendano una zappa e vadano a zappare, lavoro dignitoso a cui forse sono più portati.

    1. Mons. “chiamatemiclaudio” Cipolla dopo la rinuncia al presepe dovrà rinunciare anche al panettone che, grazie a quelli come lui, sarà presto sostituito dal cous-cous!

    2. Brava Annarita, concordo in pieno;e e poi… si ricorda (se ha parecchi anni, come me) che negli anni ’50 i comunisti cantavano “anche i preti devono lavorà…”? ebbene, adesso sarebbe proprio il momento: dal vertice alla base, sarebbero un bel reggimento di zappatori, questi falsi preti ( e falsi vescovi… e su su). Pace e bene.

  8. E mentre il vescovo Cipolla fa un passo indietro i gay a Venezia fanno un passo avanti con un professore che fino a due giorni fa era maschio e poi una bella mattina si alza infila la minigonna entra in una classe di quattordicenni con la parrucca bionda e dice: da ora chiamatemi Cloe. Ecco come siamo messi dentro la scuola. Niente simboli cristiani, ma si ai travestiti. In questo caso i poveri musulmani non vengono più citati, a loro da fastidio il Presepe, mentre un professore con la parrucca bionda e la minigonna non disturba la loro sensibilità?
    Che poi disturbi quella di ragazzi italiani, frega poco ai buononi che ci circondano.

    1. Aggiungerei due parole sulla geniale “dirigente scolastica” che ha detto che non conta come si è vestiti ma ciò che si insegna… Ma cosa può insegnare uno spudorato che non si fa problemi a presentarsi ai suoi alunni con parrucca e minigonna? Urge ricovero di entrambi in un carcere cambogiano.

  9. Difficile , difficile essere cristiani cattolici, …mi fanno tenerezza… alla meno peggio ..si ritrovano a d essere , se vogliono sopravvivere, simili a noi evangelici pentecostali..difficile rendere conto a un mister umano, simpatico , che ci prova..ma che resta sempre umano, noi di Mister ne abbiamo solo uno in cielo…difficile cercare di sembrare giusti anche a chi dell’ evangelo farebbe carta straccia per la raccolta differenziata …noi sappiamo che non piacciamo a una parte del mondo, sicuramente ai musulmani e proprio per questo cantiamo canti gospel alle loro orecchie facendo pesante proselitismo, anche in Iran , anche in Egitto , con televisioni , radio ..Bibbie contrabbandate, buttate giu’ dagli aerei , traghettate da navi…..difficile insomma il ruolo dei buoni e giusti a tutti i costi…al punto di non voler urtare nessuno…ne’ gli atei ne’ i buddisti, ne’ la destra ne’ la sinistra, ne’ Ponzio ne’.. Caifa……noi ce ne freghiamo… cantando a squarcia gola..Tu scendi dalle stelle

  10. Cara Annarita, tutto il mondo sa molto molto bene CHI viene festeggiato il 25 dicembre..è per questo che se ci mettiamo in ascolto, nell’aria potremmo sentire..un certo rosichìo di denti e di fegati vari.

  11. La sera stessa in cui il Vescovo Cipolla ha esordito con il suo “passo indietro”, gli ho scritto la prima mail che incollo qui sotto. Alla risposta del segretario, don Marco, ho fatto seguito con altra mail. Chissà… Buonasera Eccellenza,
    esordisco così sia per l’ora in cui Le scrivo, serale, sia per mantenere quel saluto ormai “famoso” che ha spazzato via il Sia Lodato Gesù Cristo che abbiamo tanto amato da sempre.
    Ho ascoltato e letto le sue dichiarazioni circa il fare dei passi indietro per”mantenere” la pace al prezzo di rinunciare alle nostre tradizioni cristiane.
    Caro Monsignore, proviamo a riflettere se possibile.
    1. Lei crede che Gesù avrebbe fatto dei passi indietro? Gesù non si è forse immolato per tutti senza mai nascondersi dietro a qualche pericoloso “politically correct”?
    2. Il Signore Gesù Cristo non ha forse mandato gli apostoli a predicare il santo Vangelo? O forse ha detto di fare comunella con pagani e adoratori di falsi idoli e di non urtare la loro…

  12. L’ho già scritto , ma repetita iuvant.
    “Chi mi riconoscerà davanti agli uomini , anch’io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli”.
    Più chiaro di così si muore.

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