di Rita Bettaglio
Questo Natale ha portato un regalo particolare alla città di Genova. Dal 28 dicembre nel cimitero monumentale di Staglieno fa bella (si fa per dire) mostra di sè il TEMPIO LAICO.
Come ho udito la notizia al tg regionale ho strabuzzato occhi e orecchie (forse non si può, ma per notizie simili io ci riesco): ma se sono laici, cioè non credono in alcun dio, che bisogno hanno di un tempio?
Leggo dal dizionario alla voce tempio: “edificio consacrato al culto della divinità, spesso concepito come dimora del dio di cui custodisce l’immagine o il simbolo culturale”. Tanto dice il mio fido Devoto-Oli.
Resta da capire alla cittadinanza intera quale divinità si onori in questo tempio, che, a detta di chi lo ha voluto, ospiterà anche mostre e convegni. Immagino rigorosamente laici, ovviamente.
L’edificio ” è costato 275.000 euro, dei quali 230.000 offerti dagli sponsor, è dotato anche di attrezzature audiovisive che permettono di trasmettere filmati e musica durante la funzione. Utilizzarlo per commemorare il proprio defunto costerà 150 euro”. Questo dice Repubblica al proposito.
La mia mente un po’ affaticata non arriva a comprendere perchè uno dovrebbe affittare il tempio per commemorare il proprio defunto. Sarà forse un luogo dove fare una sorta di funerale laico, come le ‘funeral house’ americane? Una camera ardente rigorosamente per non credenti? Ma, questo è discriminatorio nei confronti dei credenti! Perchè loro non dovrebbero avere uno spazio per essere ricordati da amici e parenti?
“Da anni ci stavamo lavorando – dice l’assessore ai servizi cimiteriali Paolo Veardo – finalmente siamo riusciti a realizzarla grazie anche ad un sostanzioso contributo degli sponsor”.
Voi direte che sono troppo curiosa e dovrei pensare agli affari miei, ma vorrei proprio sapere chi sono questi sponsor. Uno è lì a commemorare il caro estinto (presente o no che siano le sue spoglie) e sul fondo campeggia la scritta dello sponsor come nelle interviste ai calciatori? Speriamo proprio di no.
Dal sito del comune di Genova apprendo alcuni nomi degli sponsor in questione: Asef, Società Cremazione, La Generale pompe funebri, Deni, concessionaria del servizio pubblico di illuminazione elettrica votiva, e Pastorino e Lodi. Cioè ditte direttamente collegate al triste business della morte.
Dal medesimo sito vengo a conoscenza della chiara valenza del progetto. “Con l’edificazione del Tempio Laico – situato nell’area adiacente al porticato Montino – Genova si conferma una volta di più città dei diritti. I diritti di tutti, nel rispetto delle diversità anche in materia di fede”.
E se non fossi ancora convinta, arrivano le parole della prima cittadina: “Il tempio laico è un segno di civiltà per una città che dev’essere sempre più caraterizzata dall’integrazione – ha sottolineato il sindaco Marta Vincenzi – dalla capacità di guardare alle culture di individui anche differenti e farle vivere insieme nel nome dell’umanità”.
Continua: “Io intitolerei il Tempio Laico “Le opere e i giorni”, come il poema didascalico di Esiodo: a mio avviso infatti più che la fatica del fare rappresenta quella dell’essere, di un’esistenza che giunge a compimento senza l’edulcorazione della fede”
Capito bene? Edulcorazione della fede. La fede sarebbe una specie di zucchero o, meglio, di dolcificante sintetico, tipo aspartame. Il termine edulcorare non ha certo valenza positiva, ma insinua il sospetto del veneficio, della trasformazione occulta, della contaminazione. Ritorniamo, più o meno, al famoso e datato ‘oppio dei popoli’.
Davvero un grande progresso: siamo ritornati indietro.
Un ultimo dubbio mi ronza nella mente: un tempo ai non battezzati e gli atei non veniva preclusa la sepoltura in terra consacrata, come quella del cimitero cristiano? Me lo sono inventato io? Se fosse vero si dovrebbe costruire addirittura un cimitero a parte, come ci sono quelli ebraici o di seguaci di altre religioni. Viene per logica.
Ma anche la logica pare essere defunta. Chissà se avrà trovato posto a Staglieno o vaga insepolta e solitaria.
Intanto la gente ha già battezzato il Tempio Laico il CONTAINER e lo ritiene un ‘cassone’ di cattivo gusto. Ma chi lo ha voluto sottolinea che, anche in questo, Genova è all’avanguardia, insieme a Roma, Trento e Bolzano.
Un’ultima curiosità: la ditta che ha vinto l’appalto per la costruzione del tempio è la Bettini costruzioni con sede a Genova. Dal sito della stessa apprendiamo che ha svolto moltissimi lavori per la pubblica amministrazione di Genova e, orgogliosa li elenca. Se volete togliervi lo sfizio ecco il link di Bettini.
Nulla di nuovo, dunque. Miserere nobis, Domine.