Il Vescovo di Milano e la seduzione del secolo – di Patrizia Fermani

L’arcivescovo di Milano, che un tempo infliggeva una penitenza esemplare all’imperatore che aveva violato i comandamenti di Dio, oggi assume il linguaggio fasullo del giuridichese televisivo degli Augias e delle Gruber, e auspica una veste giuridica per unioni che egli dovrebbe indicare come incompatibili con la morale cristiana…

di Patrizia Fermani

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zzsmbrgC’è stato un tempo in cui il papa ha scomunicato il re e il vescovo ha inflitto all’imperatore una penitenza esemplare. Non è stato il papa a cambiare la dottrina per compiacere il potente Enrico che pure si era proclamato Defensor Fidei, ma è stato Enrico a doversi fare una chiesa su misura e a tagliare la testa al proprio riottoso cancelliere, che volle rimanere fedele alla Chiesa di Cristo e non adeguarsi a quella nuova di zecca varata dal sovrano.

Il più grande predecessore dell’attuale arcivescovo di Milano inflisse una penitenza esemplare al grande imperatore cristiano che aveva ripagato l’uccisione del comandante militare della città di Tessalonica con una immane strage anche di persone innocenti.

Quei papi e quei vescovi non potevano di certo barattare il Vangelo e i comandamenti con il vantaggio di una armonica coesistenza col potere politico. Non lo avrebbero immaginato possibile, e non entrava nelle aspettative della gente comune.

Oggi no. La Chiesa si è “inginocchiata davanti al secolo”, come ebbe a dire fuori tempo massimo e anche un po’ spudoratamente un tardivo Maritain che a quell’inginocchiamento aveva contribuito in modo decisivo.

Ma il secolo traduce le sue pretese e le sue voglie in leggi dello Stato avulse da qualunque criterio che non sia quello delle pretese e delle voglie del secolo. Perché, in un fatale circolo vizioso, lo Stato, avendo rinunciato ad avere punti di riferimento in una legge che lo precede come quella che invocava Antigone, soddisfa ogni richiesta in base a calcoli di convenienza politica o di imposizione mediatica.

In questo scenario, la Chiesa inginocchiata davanti al secolo assume come proprio criterio etico quello adottato dallo Stato, mentre mette in cantina una missione che non le era stata conferita da uno qualunque, e che è la sola capace di assicurarle la sopravvivenza e la ragione di esistere. Cosa ci fa una Chiesa che parla il linguaggio della peggiore politica, che parla di diritto e di diritti senza più comprendere neppure la falsificazione del significato subita da queste parole profane? Che non riconosce più neppure il significato e i contenuti della legge divina?

L’arcivescovo di Milano, che un tempo infliggeva una penitenza esemplare all’imperatore che aveva violato i comandamenti di Dio, oggi assume il linguaggio fasullo del giuridichese televisivo degli Augias e delle Gruber, e auspica una veste giuridica per unioni che egli dovrebbe indicare come incompatibili con la morale cristiana (CLICCA QUI per leggere l’estratto dal Corriere.it). Non solo. Si rammarica persino di non riuscire a  suggerire le sigle più adatte per queste unioni che, una volta consacrate dalla legge, contribuiranno sicuramente alla salute morale della società come alle aspirazioni economiche dell’ignaro contribuente.

Ambrogio, che pure era legato a Teodosio da una profonda virile amicizia, aveva detto: “Ci reca più gioia essere perseguitati dagli imperatori che essere amati da loro”. E Teodosio a sua volta potè dire: “Con fatica ho imparato la differenza tra imperatore e sacerdote, con fatica infatti trovai un maestro di verità. So che Ambrogio soltanto è degno di essere chiamato Vescovo”.

In questi tempi violenti e confusi, in cui la violenza e la confusione si nascondono dietro la falsità delle parole di cui sono figlie, tutti vorremmo avere dei vescovi che fossero, per tutti, intrepidi maestri di verità.

8 commenti su “Il Vescovo di Milano e la seduzione del secolo – di Patrizia Fermani”

  1. Cesaremaria Glori

    Il diritto romano repubblicano ed imperiale non prendeva in considerazione certe unioni che restavano di ambito esclusivamente privato anche se platealmente esibite e tollerate. Per il diritto romano, a parte il tardo impero dalla fine del secondo secolo a Costantino, certe unioni erano e restavano turpi e potevano essere tollerate se i protagonisti erano personaggi di alto rilievo. La sodomia era ed è rimasta nei secoli una pratica turpe e riprovevole: Chi se ne rendeva schiavo cercava di restare nell’ombra e di dissimulare le proprie tendenze anche se difficilmente ci riusciva alla perfezione.Il fatto è che il diritto romano si ispirava a quello naturale, mentre l’ideologia oggi imperante non ha più dei da tenersi buoni come usavano i pagani di un tempo e,a avendo reso la ragione umana unica arbitra, si sente libero da ogni vincolo che essa stessa non si ponga. Questo è il risultato della modernità e la Chiesa dell’oggi si affanna per andarci a nozze!

  2. Scola ha dimenticato il linguaggio del Vangelo e sta pagando il suo tributo al mondo, in barba alle anime di cui dovrebbe avere cura!
    Quel cardinale ha detto: “Anche la questione della filiazione, soprattutto con la surrogazione di maternità, apre un problema molto grave”. Ma si rende conto o no che la FIVET è una pratica OMICIDA? Si ricorda ancora il 5° COMANDAMENTO? O semplicemente se ne infischia? Come vado ripetendo da parecchio tempo con questo Sinodo i modernisti non vogliono aprire solo alla comunione sacrilega e alla sodomia ma anche all’aborto (credevo che ci volessero arrivare tramite l’apertura alla contraccezione abortiva ma Scola ha superato la peggiori previsioni: la FIVET non sarebbe più una pratica che grida vendetta al cospetto di Dio ma “una questione che apre un problema molto grave”, problema di cui DISCUTERE, ovviamente, con tanti saluti al 5° Comandamento)!
    Se il mondo richiedesse il cannibalismo e l’uxoricidio i modernisti lo accontenterebbero!

  3. Anche padre Spadaro ha fatto delle dichiarazioni a dir poco indecenti, pro-sodomia e, indirettamente, pro-contraccezione e infatti c’è già chi dice che il Sinodo aprirà alla pillola (TUTTE le pillole sono potenzialmente OMICIDE, non solo quelle del giorno dopo e dei 5 giorni dopo): Satana vuole ottenere non solo la profanazione di Colui che lo ha sconfitto e la profanazione di 3 Sacramenti, ma anche l’apertura alla SODOMIA e l’approvazione ai SACRIFICI UMANI in suo onore (in che altro modo chiamare la pratiche abortive concesse dalla Gerarchia?).
    Quando si perdono di vista Dio e il Paradiso la massima aspirazione diviene rotolarsi nel fango, cibarsi di carrube e fare in modo che anche gli altri perdano di vista ciò che è nobile e sublime!
    Dichiaro fin da ora che rigetterò qualsiasi cosa in contrasto con la Parola di Dio e/o con il Magistero Perenne dovesse uscire dal Sinodo!

    1. Scusa, ma non capisco l’affermazione apodittica “TUTTE le pillole sono potenzialmente OMICIDE…”. Ne è proprio sicuro? A me pare che non corrisponda a verità scientifica. Ci sono forse novità che mi sono perso? Grazie.

      1. Corrisponde eccome a verità scientifica!
        Anche le pillole contraccettive, essendo su base ormonale, alterano l’endometrio in modo tale da ostacolare l’impianto della blastocisti nel caso l’effetto antiovulatorio dovesse fallire!
        Qualunque cosa ostacoli l’impianto ha un potenziale effetto abortivo!
        Si sa che la “pillola” ha un tasso di insuccesso che varia tra lo 0,2% e il 6%.
        È altrettanto provato, inoltre, che tra il 7% e il 10% dei casi, al momento dell’uso di questa medesima “pillola”, una fecondazione è possibile (perché l’effetto inibitore dell’ovulazione non ha avuto successo). Il che equivale a dire che si ha aborto in misura variabile fra l’1% e il 9,8% dei casi. Il che, ancora, equivale a una frequenza che può raggiungere uno o due aborti all’anno.
        Bisogna lasciar perdere i bugiardini (spesso incompleti) e studiare la fisiologia dell’apparato genitale femminile e l’embriologia, per avere un chiaro quadro della situazione!
        Spero di esserti stato utile.

  4. Mi sembra che le affermazioni dell’autrice siano un po’ “tirate”, poco argomentate, quasi ingannevoli a cominciare dal titolo. Luigi Santambrogio sul sito del”la nuova bq” interpreta la posizione della curia milanese e di Scola in maniera esattamente opposta, più prossima alle tesi sostenute da questo sito. Non equivochiamo tra di noi e non dividiamoci anche su questo…
    Forse è il trafiletto del Corriere che induce in inganno! Prudenza esige di risalire sempre alla fonte e non basare le proprie valutazioni e i propri giudizi sulle parole artatamente messe in bocca a terzi in modo non corretto.
    La libertà è verità, la verità rende liberi.

    1. L’analisi di Patrizia Fermani è perfetta. La nuova bussola quotidiana “interpreta” sempre i concetti dei nostri pastori modernisti in chiave conservatore ma per fare ciò gli autori spesso devono arrampicarsi sugli specchi. E’ un tipo di lettura da “normalisti”.

    2. patrizia fermani

      La Bussola riferisce che la Curia ha criticato decisamente la registrazione dei matrimoni omosessuali, peraltro non prevista dalla legge italiana e quindi arbitraria e inefficace, ma nel secondo capoverso, che forse Ella ha letto un pò distrattamente, infila come fosse cosa da nulla l’auspicio del cardinale che si possa “ottenere presto una legislazione adeguata in materia di famiglia, che sappia tutelare i diritti di tutti e rispettare la natura delle cose” Poichè la famiglia naturale fondata sul matrimonio è già disciplinata dalla legge, quali sono questi altri “diritti”? I diritti sono il frutto del diritto positivo (salvo che si parli dei “diritii innati” pregiuridici di cui non è il caso di occuparci in questa sede). Dunque si tratta di creare altre forme giuridiche oltre quella già esistente disciplinata dalla legge. si auspica ancora “una lLEGISLAZIONE che assegni per ALTRI TIPI DI UNIONE ALTRI NOMI.. questo si chiama legalizzazione delle unioni di fatto a contenuto…

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