Immigrazione e manipolazione: come i media tedeschi hanno falsificato la realtà – di Giampaolo Rossi

di Giampaolo Rossi

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BUGIARDI DI REDAZIONE
È un atto di accusa senza precedenti quello contro i media tedeschi: nel pieno dell’emergenza migranti, tra il 2015 ed il 2016, i principali giornali della Germania hanno deliberatamente falsificato la realtà dando un’informazione unilaterale e acritica del fenomeno abbracciando esclusivamente il punto di vista della Merkel, del suo governo e dell’élite politica ed economica che voleva imporre all’opinione pubblica la “cultura dell’accoglienza indiscriminata”.

L’accusa non viene dai soliti polemisti reazionari, da spudorati blogger di destra o dai sempreverdi xenofobi utili per liquidare qualsiasi opposizione al delirio del multiculturalismo ideologico.
No. Stavolta l’accusa parte da una ricerca della Fondazione Otto Brenner e realizzata da un pool di ricercatori dell’Università di Lipsia e della Hamburg Media School, coordinati dal prof. Michael Haller; il titolo è “La crisi dei rifugiati sui media” ed è è “lo studio più completo e metodologicamente elaborato sul tema”.

UNO STUDIO DEVASTANTE
La ricerca ha analizzato oltre 30 mila articoli dei principali giornali nazionali e regionali tedeschi tra il 2015 e il 2016. Oltre 200 pagine dense di numeri e statistiche su quello che hanno prodotto Süddeutsche Zeitung, Frankfurter Allgemeine Zeitung, Die Welt, Bild, così come le pubblicazioni online e 85 giornali regionali.

Dal 2015 al 2016 nessun giornale ha raccontato le preoccupazioni, i timori di una parte crescente della popolazione…

La conclusione è devastante: mentre la Merkel imponeva la “politica delle porte aperte” nessuno degli editoriali o degli articoli che riguardavano il tema dell’immigrazione “ha raccontato le preoccupazioni, i timori e anche la resistenza di una parte crescente della popolazione”in altre parole è come se per i giornali tedeschi, un pezzo (probabilmente maggioritario) dell’opinione pubblica del proprio Paese non fosse esistita.
E le rare volte che i giornalisti collettivi hanno provato a raccontare quella parte di Germania preoccupata dall’immigrazione, l’hanno fatto “con un atteggiamento pedagogico” se non “sprezzante”.

chi non era allineato al mito dell’accoglienza era automaticamente xenofobo o razzista…

I giornali non hanno saputo (o voluto?) distinguere tra le posizioni veramente xenofobe e razziste di una minoranza, con le legittime e realistiche preoccupazioni di pezzi importanti della società tedesca di fronte all’invasione di oltre un milione di immigrati voluta dalla signora Merkel. E quel sentimento di insicurezza, paura è stato trasformato in razzismo e intolleranza quando non di arretratezza culturale. Insomma il solito snobismo stupido dei menestrelli dell’élite europea.

ALCUNI DATI
Per capire il modo in cui i giornali tedeschi hanno manipolato l’opinione pubblica basterebbe qualche dato che emerge dalla ricerca: tra la primavera 2015 e la primavera 2016, nei tre quotidiani principali del paese, solo il 4% degli articoli è stata un’intervista e solo il 6% un report con dati oggettivi. Un articolo su cinque è stato un editoriale di commento che esprimeva ovviamente il parere delle redazioni, “una cifra insolitamente alta”.

Nella classifica dei personaggi ascoltati o citati sul tema, due su tre sono stati politici di governo o di partiti favorevoli all’immigrazione; solo il 9% esponenti della giustizia (ufficiali delle Forze dell’Ordine, magistrati, giudici o avvocati) su temi legati all’ordine pubblico; appena il 3,5% studiosi o esperti di temi legati al multiculturalismo, al diritto di famiglia nelle società islamiche o al rapporto tra sunniti e sciiti.

“ACCOGLIENZA”: PAROLINA MAGICA
Un caso emblematico è stata la narrazione costruita attorno alla definizione di “Willkommenskultur” o Cultura dell’Accoglienza tanto cara in Italia alla Boldrini, a Saviano e agli esegeti del pensiero sorosiano.

i giornali hanno trasfigurato il concetto di Accoglienza, trasformandolo in una parola magica…

Secondo lo studio, i giornali tedeschi hanno “trasfigurato il concetto di Accoglienza” trasformandolo in un “obbligo morale (…) una sorta di parola magica” per convincere i cittadini “a svolgere un’attività da buoni Samaritani verso i nuovi arrivati”. Per tutto il 2015 e buona parte del 2016, l’83% dei contenuti giornalistici ha enfatizzato il concetto di Accoglienza, nascondendo l’esistenza di una sempre maggiore fetta di popolazione scettica e dubbiosa sulla Willkommenskultur.

E quando l’imposizione moralista non funzionava più, ecco pronta (come in Italia) la ricetta pseudo-economica da imporre come verità incontrovertibile dai soliti tecnici ed esperti: “la Germania ha bisogno di centinaia di migliaia di lavoratori per contrastare l’invecchiamento della popolazione”; ergo chi non vuole accoglierli fa il male della Germania.
E così mentre i giornali sovraesponevano le manifestazioni di “benvenuto” agli immigrati, nascondevano le manifestazioni contrarie che si svolgevano in molte città tedesche.

CONCLUSIONE NETTA
Certo la ricerca ha dei limiti; per esempio non ha preso in considerazione l’informazione televisiva in quanto questo avrebbe richiesto uno studio molto più complesso sul rapporto tra immagine e parola. Ma l’idea di fondo è chiara. Secondo Michael Haller, il Direttore della Ricerca, i giornalisti tedeschi “hanno ignorato il loro ruolo professionale e la funzione informativa dei mezzi di comunicazione” utilizzando “troppo sentimentalismo buonista e troppo poche domande critiche ai responsabili di quelle decisioni”; e questo ha contribuito a generare una profonda divisione nell’opinione pubblica tedesca e un discredito totale verso il mondo dell’informazione.

Jupp Legrand, Direttore della Fondazione Brenner, ha specificato che la ricerca mostra “la crisi strutturale del cosiddetto manistream” perché “la realtà descritta dai giornalisti è stata molto lontana da quella che tutti i giorni vivevano i loro lettori”.
Un modo elegante e neutro per denunciare che le vere fabbriche di “fake news” in Occidente si trovano nelle redazioni dei grandi giornali del potere economico e culturale.

Nei giorni in cui in Europa si sta svelando il fallimento del multiculturalismo progressista; in cui, anche in Italia emerge la stupidità con cui una classe politica irresponsabile e dolosa ha affrontato il tema dell’immigrazione; in cui il disegno criminale costruito attorno ai progetti di immigrazione indotta si fa sempre più evidente, il tema di una corretta informazione è vitale per la tenuta di una democrazia.

E IN ITALIA?
Se una ricerca simile venisse fatta in Italia i risultati sarebbero forse simili; anche da noi, per anni, i grandi giornali hanno di fatto costruito una narrazione simile a quella tedesca criminalizzando chi non si adeguava al pensiero dominante o ignorando le tante voci di dissenso rispetto alla visione irenica dell’immigrazione.

Ora però il clima sembra essere cambiato. Per carità quando i grandi giornali danno spazio agli intellettuali e alle loro profonde riflessioni, la irrealtà ideologica prende il come al solito il sopravvento scivolando quasi nella stupidità.
Ma quando si limitano a fare il loro mestiere, cioè a raccontare la cronaca e i fatti, allora la verità di questa nuova ed epocale tratta degli schiavi spacciata per destino storico, emerge impietosamente. E in questo caso non basteranno  i Saviano e le Boldrini a inventarsi la realtà.

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Su Twitter: @GiampaoloRossi

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fonte: Il Giornale  

4 commenti su “Immigrazione e manipolazione: come i media tedeschi hanno falsificato la realtà – di Giampaolo Rossi”

  1. Quanto riportato in questo articolo suggella, a mio parere, l’impressione “di pancia” che ognuno di noi già aveva, più o meno nel profondo, a meno che non si fosse troppo tarmati dall’ideologia dell’accoglienza: una acritica accoglienza, si, ma di un’ideologia corrotta che giustifica esodi indotti per oscuri motivi. Altro che misericordia.

  2. Proviamo così.
    Manipolazione dei sentimenti – e qui è facile, si fa presto a giocare sui sentimenti per illuderci di essere buoni – e manipolazione delle informazioni. Perché se l’Africa non può nutrire i suoi figli, l’ Africa è diventata preda del più colossale e sfacciato land-grabbing ? I cinesi, e compagnia simile, perché comprano l’ Africa per produrvi per sé il cibo, e gli africani quel cibo non possosno produrlo per se stesso a casa propria? Un dato: uu milione e mezzo di chilometri quadrati di terre sottratte.
    E se l’Africa è infestata di guerre, perché compravi terre? Per farle coltivare dagli africani in assetto di guerra? E se l’Africa è invivibile per il suo clima, perché almeno un milione di cinesi già vi sono trasferiti, in quella che questi già chiamano CINAFRICA??

  3. ….E se l’Africa ha bisogno di controllare la sua demografia, magari con pillola e aborto, perché sperimentarvi un Viagra contraffatto sui lavorartori neri a dipendenza cinese , rimborsando anche il costo sostenuto per le prostitute?

    Una qualche spiegazione e una qualche informazione in più non guasterebbero, altro che le lagne terzomondiste e migratorie di pappo francIesco! E altro che necessità di controllare la propria indignazione, come se chi si indigna fosse lui il responsabile della follia causa dell’indignazione….

  4. …Finché l’Adrica per gli africani sarà solo buona per calcarci sopra i piedi e fuggirne, e per gli alltri terra piena di risorse, non c’è rimedio per gli africani, che non potranno in eterno usare il pianeta terra per correrci sopra e trovare dove campare senza sudare per lavorare…O la maledizione biblica : “ti guadagnerai il pane col sudore dell ‘tua’ fronte”, per loro non vale??? No, vale anche per loro, e se non ci stanno, che s’arrangino: perché il sudore della mia fronte deve essere doppio per mantenere loro, che non vogliono per lavorare dover sudare??? Buoni sì, ma non fino al punto da essere presi in giro!

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