Ci dicono che il terrorismo torna ad apparire in Europa perché sarebbe stato cacciato dal Medio Oriente. I terroristi cioè starebbero cercando un nuovo campo di calcio sul quale continuare la loro tragica partita fatta di sangue, di lutti, di paure. Il primo tempo lo hanno giocato in Medio Oriente. E ora che lì non si può più (più? davvero?) cercherebbero di giocare il secondo tempo da noi, in Europa. Il calcio di inizio lo hanno già dato dalle parti di Carcassonne, in Francia.
Ma è proprio vero che c’è questa rapporto causa-effetto tra spazio perduto e rilancio del terrore? È corretta questa analisi?
No, non è corretta. È solo banalmente semplicistica. Intanto, nasconde il carattere endogeno di questa minaccia. Chi ha ucciso in Francia e chi stava per farlo in Italia era ed è perfettamente integrato nei due Paesi. Non si tratta di clandestini né di latitanti.
Il che vuol dire che le politiche di generosa integrazione attuate al di qua e al di là delle Alpi non sono servite a niente e che l’accoglienza che piace tanto alla Boldrini e a Bergoglio fa acqua da tutte le parti e ci mette possibili e probabili killer in casa. Gratuitamente. Adesso ce lo dice perfino Frontex.
Ma c’è di più e di peggio. È che quella interpretazione scivola via veloce, proprio come un surf sull’onda più alta, sull’identità del nemico. Il punto critico per capire questa ultimissima fase del terrorismo sta proprio qui. Sta in quello che il nouveau philosophe Pascal Bruckner disse al “Figaro” subito dopo l’attentato del 23 marzo in Francia: il terrorismo e l’integrismo sono i fratelli gemelli che si spalleggiano e operano con metodi differenti.
Ridurre l’islamismo ad una logica piramidale e/o territoriale non ha alcun senso. È un falso. È un inganno. È una truffa.
La natura stessa dell’ideologia, e quindi anche di quella islamista, è di espandersi in modo orizzontale attraverso tutto il complesso e articolato sistema comunicativo di cui può disporre. E nell’era del web contano anche i contatti personali, ambientali, parentali, scolastici, professionali che costituiscono sempre di più la autentica rete di protezione e di supporto alla quale fare ricorso in caso di necessità.
Gli episodi di questi giorni trovano origine e sviluppo a casa nostra, dove per anni ci si è beati nell’illusione che tutto fosse a posto e che da noi l’integrazione funzionasse alla perfezione e che perciò avremmo dovuto stare tranquilli.
Adesso, ma nessuno lo vuole sottolineare adeguatamente, si scopre che gli attacchi all’arma bianca o col kalashnikov o con le autobomba camminano di pari passo con il consolidamento delle frange salafite.
Salafismo e integrismo si nutrono congiuntamente degli atti di terrorismo e allo stesso tempo alimentano la dottrina dalla quale prendono origine e vita.
Integrismo islamista e terrorismo sono le due facce della stessa medaglia. E questo è valido a prescindere dal territorio che si conquista o da quello che si perde.
1 commento su “Integrismo islamista e terrorismo: due facce della stessa medaglia – di Massimo Magliaro”
Parole sante!