La banalità del male democratico e la debolezza dei suoi oppositori – di Piero Vassallo

di Piero Vassallo

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zzzzitlfndL’età avanzata e la relativa immunità contemplata dalla legge italiana consentono di non temere la pena minacciata ai contestatori e agli spregiatori del parlamento nazionale, al tempo di Giovanni Papini stimato quale  teatro in cui si eseguono concerti di sputi, dopo l’importazione del delirio americano, fabbrica di leggi demenziali, sadiche e strutturalmente infami.

Di conseguenza è un disonore non disprezzare le carte sulle quali sono scritte le leggi, che capovolgono i princìpi del diritto naturale e offendono il Creatore.

In particolare la bestiale legge 194, votata da una disonesta e laida maggioranza e firmata da alcuni autorevoli cialtroni militanti nella Dc, getta una luce triste sullo stato legislatore e sulla medicina, ridotta a strumento di una denatalità, che indirizza il futuro degli italiani alla senescenza e all’immigrazione islamica.

Non si esce dal circolo vizioso battuto dalla politica politicante finché non si riconosce che la fonte della disonestà stampata nella legge 194 è il mito della sovranità popolare, asse portante della costituzione repubblicana.

La legge abortista d’altra parte contempla l’orizzonte sanguinario, desiderato e programmato dai sacerdoti dall’usura, che lavorano assiduamente alla cancellazione delle identità e delle storie dei popoli refrattari all’ideologia, che suggerisce e comanda il sorriso – keep smile – nell’obitorio a stelle e strisce.

Il sogno della banca americana contempla la devastazione delle identità nazionali, ovvero quel prodigio della magia nera, che a suo tempo fu descritto dal disegnatore del mago Mandrake, un geniale critico del totalitarismi, che narrava (in quasi profetici fumetti) le imprese di una tirannide capace di annientare i tratti fisionomici delle persone schiavizzate.

La possibilità di un’uscita dal corteo funebre, in cui gli sculettanti pensieri californiani divulgano le trucide lezioni della banca strozzina, dipende dalla visione dei limiti oltre i quali la democrazia si trasforma in prigione e inferno dei popoli.

Ora il diritto naturale e il diritto positivo divino segnano i limiti passati i quali le leggi dello stato diventano fomite di un abuso, che trasforma il potere politico in strumento di corruzione e di dissoluzione.

Al proposito il cardinale Giuseppe Siri rammentava che “non ci siamo creati da noi e, pertanto, la legge viene di là della coscienza, in ultima analisi dalla stessa fonte dalla quale abbiamo avuto l’essere”.

Intossicata da una costituzione concepita dal compromesso della verità cattolica con l’errore progressista, la democrazia italiana ha violato più volte la barriera alzata dal diritto naturale e dal diritto divino.

Incoraggiata da leggi generate dalla fragilità costituzionale, la denatalità favorita ha prodotto il vuoto anagrafico nel quale irrompe la devastante/festante immigrazione degli islamici.

Il disordine generato dalle cattive leggi è diventato invincibile a causa della desistenza cattolica e della conseguente latitanza di oppositori intransigenti e qualificati.

D’altra parte non è possibile progettare la difesa della dignità nazionale senza liberare i partiti della destra dalle intossicazioni liberali, che giustificano la poligamia dei restauratori presunti e ammirano le meraviglie del sistema americano e della letteratura fantastica.

La lunga storia dell’insignificanza a destra ha inizio dall’escandescenza magica di Julius  Evola, continua nel pensiero turistico di Armando Plebe e termina nell’equivoco intorno al liberalismo professato da Forza Italia.

L’uscita dal vuoto, che tormenta la ragione a destra, esige l’emersione dalle acque della diserzione delle personalità capaci di leggere e interpretare la tradizione italiana, dalla scolastica alla scienza nuova fino alla rinascita del tomismo nel XX secolo.

La malattia della politica oggi al potere è l’ignoranza e/o il colpevole disprezzo della filosofia italiana, un deficit che avvia un estenuante giro mentale intorno a suggestioni atlantiche, irriducibili alla tradizione nazionale.

La democrazie avvelenata dall’immanentismo di conio liberale può essere riformata e risanata solamente da una classe politica fedele alla vera tradizione italiana. Il rimanente appartiene all’irrealismo in corsa inutile nei dibattiti televisivi.

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fonte: blog dell’Autore 

2 commenti su “La banalità del male democratico e la debolezza dei suoi oppositori – di Piero Vassallo”

  1. In particolare la bestiale legge 194, votata da una disonesta e laida maggioranza e firmata da alcuni autorevoli cialtroni militanti nella Dc, getta una luce triste sullo stato legislatore e sulla medicina, ridotta a strumento di una denatalità, che indirizza il futuro degli italiani alla senescenza e all’immigrazione islamica: splendida frase, da incorniciare!

  2. E’ quello che vogliamo, caro Professore. Una battaglia che vale la pena combattere e che, meglio dire, è necessario combattere. Soltanto guardando alla Tradizione italiana, vera, pura, purificata, si potranno acquisire gli strumenti necessari per raggiungere lo scopo che ci prefiggiamo. Mi rendo conto che i motivi del degrado vanno ricercati anche a destra, o almeno in una certa destra, che è rimasta abbagliata da colui che non fu preso in considerazione durante il Fascismo, almeno non in modo decisivo, ma che fu eletto a guida spirituale da militanti (post)neo-fascisti (che tutto furono, compreso liberali e libertini, tranne ciò che si dichiaravano), Evola, il mago chiacchierone e iniziatore, a destra, dell’inconsistente chiacchiericcio magico-esoterico, estimatore di Crowley e imbevuto di ‘arianità’ indo-vedica, un’accozzaglia di deliranti storielle per ‘battiatologhi’ moderni che nulla hanno da spartire con la Storia Europea, italica e italiana e tantomeno romana.

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