di Piero Vassallo
Nomen omen? Dopo aver votato, osservate, ad esempio, l’espressione pia e soave, del ministro delle infrastrutture, Lupi. Studiate la sua faccia da sacrestano ottimista e affaccendato. Contemplate l’opacità canina dei suoi occhi. Ascoltate la flessuosità del suo dire. E domandatevi: nell’esercizio della sua funzione di ministro della repubblica sarà capace costui di obbedire a Dio piuttosto che agli uomini? Ad esempio sarà capace di ringhiare alla Bonino, esponente di un partito di pantegane fameliche, che raccoglie il 4 per mille dei voti e in cambio ottiene un importante ministero? Sarà capace Lupi di contestare il finanziamento a radio radicale, uno spreco vergognoso, che offende la povertà in cui vivono tanti italiani? Oserà ostacolare, con ogni mezzo l’applicazione di una legge omicida, la 194, legge che disonora l’Italia e gli italiani? Oserà sputare in faccia alla infame legge imposta da elettori accecati dall’inganno dei demagoghi? Oserà ridere della costituzione, che dimentica la sovranità di Dio e recita, stupidamente, la sovranità del popolo? Oserà negare l’errore nefasto rappresentato dalla democrazia assoluta?
Osare… I lupi osano. Ma Lupi, ad esempio, è un lupo o un mite barboncino? E’ a questo punto che si fa chiara la natura dell’inganno che costituisce il fondamento dell’errore democratico e del malavitoso sistema italiano: la proposta di votare il male minore.
Nell’immaginario collettivo il moderato Lupi è un male minore, ad esempio. Moderato, nel linguaggio della democrazia truffaldina, significa cauto frenatore della ingiustizia e misurato limatore delle menzogne illuminate.
In conclusione: votate uomini come Lupi, elevateli alla stanza in cui si pratica la complicità con il male superiore, voluto dalla maggioranza non moderata e applaudito dalla gang massonica.
Il movimento degli atei, quasi confermando la sentenza di Soren A. Kierkegaard, secondo cui “la disgrazia sta nella borghesia liberale”, si è rovesciato nel totalitarismo della dissoluzione, nell’infame salotto che è osannato dai pulpiti del giornalismo a gettone.
E’ patetico aizzare un branco di Lupi sdentati contro questo potente fiume di liquame, contro questa democrazia turpe, disgraziata e malavitosa, in oscillazione tra bunga-bunga senile e acrobazie sodomitiche, tra eutanasia e cocaina elitaria, tra Taide e Marozia.
Allontaniamoci dall’immondo e ridicolo banchetto. Abbandoniamo le larve del moderatismo. Lasciamoli al potere senza futuro. Rinunciamo al vizio del voto moderato. Atto umiliante e passione inutile. Fatica sprecata lottare contro la valanga, che travolgerà chi l’ha causata.
I moderati non riusciranno a impedire lo scivolamento della nazione lungo il pendio tracciato dai radicali, dai pederasti, dagli spacciatori, dai thanatofili, dalle spogliarelliste miliardarie della classe Lario. Finiranno schiacciati sotto il peso delle disgrazie sopportate e talora approvate per codardia.
Occupiamoci di cose serie. Tentiamo di difendere con le unghie e con i denti l’unità delle nostre famiglie. Ostacoliamo l’omicidio legalizzato dalla 194. Sputiamo in faccia alle disoneste leggi. Uniamoci nella recita del Santo Rosario. Rinunciamo alla patetica tentazione di frenare la slavina italiana con il cucchiaio della c. d. moderazione. Usciamo dal postribolo della democrazia liberale. Abbandoniamo il branco dei Lupi belanti a una luna che non c’è. Il futuro è dopo il mostricciatolo chiamato centrodestra.
Lasciamo ai Lupi il loro stupido giocattolo. Non turbiamo la loro tranquilla coscienza spiegando che il liberalismo è un devastante errore e che i pre-padri del moderno sistema, Locke, Voltaire e De Sade, erano perfette canaglie, uomini immondi, marionette di sterco. Avanti, Lupi. Abbaiate, per la soddisfazione dei vostri elettori, i credenti nella democrazia moderata e nel cattolicesimo liberale. La politica comincerà dopo di voi.