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Davvero una bella cerimonia religiosa quella di martedì 1 dicembre u.s. ove a Borgo San Lorenzo (Fi) è stata ricordata la Signora Lolita Cipriani (madre di Pucci, Presidente della Comunione Tradizionale, Direttore di “Controrivoluzione” e nostro collaboratore) e tutti i defunti delle famiglie Cipriani, Castri, Berretti e Latini con una Santa Messa solenne di requiem in rito romano antico “ad memoriam”, celebrata nel bellissimo Santuario del SS. Crocifisso dei miracoli da don Mario Cardoso, fraternamente accolto dal pievano di Borgo San Lorenzo don Maurizio Tagliaferri. Paramenti neri, tumolo con coltre e cuscino neri, cotte trinate , turibolo ed asperge, antichi candelieri,vecchi messali e rituali tridentini, mentre nuvole d’incenso si levavano verso il Signore durante l’elevazione…una Messa da molti definita davvero “angelica” con le due belle voci stentoree di Leonardo Crescioli e del cerimoniere Gabriele Bagni che, da soli, come alcuni hanno sottolineato, facevano un coro. E così gli occhi dei molti presenti si sono riempiti di lacrime quando il sacerdote celebrante ha iniziato a intonare le note solenni e “tremende” ad un tempo del canto del Dies Irae, i cui versi, i familiari della Signora Lolita avevano riportati in un opuscolo con accanto, la traduzione fatta nel 1988 dal Penitenziere del Duomo di Firenze Mons. Giuseppe Vignini (che fu confessore e amico di Pucci Cipriani) :
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Dies irae, dies illa
solvet saeculum in favilla
teste David cum Sibylla. (Giorno d’ira, alla cui squilla\ tutto il mondo andrà in favilla! -David dice e la Sibilla -)
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Rex tremendae maiestatis
qui salvandos salvas gratis
salva me fons pietatis.. (Re terribile in potenza\ ma che salvi con clemenza\usa a me benevolenza.\
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La Santa Comunione presa in ginocchio, alla balaustra, in bocca, per sottolineare il significato della presenza reale, la Transustantazione. E va sottolineato – come ha fatto rilevare don Mario Cardoso – la grande devozione e la commozione con cui i numerosissimi fedeli, tra cui molti i giovani e giovanissimi, hanno seguito il Sacro Rito con il messalino. Dopo la S. Messa il sacerdote, in piviale, ha intonato il “Libera me Domine” cantato a “una voce” da molti, infine, dopo l’associazione al Tumolo, il canto finale di quella meravigliosa laude che, fino a qualche anno fa, si cantava il giorno dei morti e che, un tempo lontano, si cantava anche durante le esequie…un’armonia solenne che ha “mosso le penne” dalle labbra dei fedeli e che, pur ricordando i purganti “sommersi nel fuoco, d’un carcere orrendo” (il Purgatorio) invoca per loro, appellandosi alla Misericordia Divina, “perdono pietà” perché, tutti “i morti aspettanti” possano ricevere “l’eterna mercé” e avere, alfine, grazie anche alle nostre preghiere e alle nostre opere, “la pace dei Santi”.
Insomma il rito “ad memoriam” di Lolita Castri Cipriani, in tutta la sua solennità e bellezza, ha ricordato anche la Dottrina e la Verità di sempre, che nessuno, anche dai più alti vertici, pena l’anatema, può o potrà cambiare. Né ora né mai.
E.N.
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