La solidarietà degli Alpini – di Giovanni Lugaresi

I numeri hanno un significato ben preciso e sono quasi sempre aride espressioni contabili. “Quasi”. Sì, perchè c’è un caso in cui aridi non lo sono per niente, anzi, parlano oltre il loro segno. E il “caso” è quello delle Penne Nere che ogni anno, attraverso il “Libro Verde della Solidarietà”, danno il resoconto di quanto compiuto a favore del prossimo bisognoso, chiunque egli sia, dovunque egli si trovi.

Dietro a 2.351.561 ore di lavoro prestato gratuitamente e a 6.693.049 euro raccolti e poi donati a scopo benefico a varie realtà territoriali nel 2017, c’è infatti un di più dei numeri, rappresentato dal grande cuore degli Alpini: quasi 270mila in congedo, più oltre 77mila “aggregati”, più ancora gli “amici”, per un totale di 349mila… soci dell’Ana, suddivisi in 80 sezioni in patria, e 30 all’estero, più sette gruppi autonomi.

Da questa massa di volontari sono derivate, dunque, le cifre citate e poste all’attenzione dell’opinione pubblica. Ma per maggiore esattezza, per così dire, chi ha redatto il Libro Verde ha voluto compiere un lavoro “completo”.

Tenendo conto delle tariffe attuali, di euro 27,52 all’ora, è sortita un’altra enorme cifra: 64.714.958,72 euro, che, sommata alle altre, dà un totale della solidarietà alpina di 71.408.908,33. Dove, quel virgola 33 è di una straordinaria eloquenza: a dare cioè la misura, della precisione, della esattezza, della trasparenza dell’agire degli Alpini, gente alle cui mani, per quanto denaro passi, non resta attaccato nemmeno un centesimo!

Nel presentare questo rendiconto, questo bilancio, il presidente nazionale dell’Ana Sebastiano Favero ha scritto fra l’altro: “Libro Verde. Non è senza significato fermarsi sull’aggettivo. Verde perché? Perché rimanda al colore degli alpini, quello delle nostre divise, del grigio verde per l’esattezza, dentro il quale siamo diventati un po’ più uomini, un po’ più maturi e responsabili verso il bene sociale. Ma il verde potrebbe rimandarci anche al colore della speranza che gli interventi degli alpini riescono a seminare nel tessuto sociale in cui operano.

“E gli àmbiti di intervento sono infiniti. Se è vero, come è vero, che gli scenari delle zone terremotate sono quelli che oggi reclamano per primi i fari della solidarietà, dato il carico di urgenza che esigono, sono tanti altri i settori nei quali gli alpini, a cominciare dalla Protezione Civile, hanno dato sostegno. Per stare al primo àmbito, il Centro inaugurato a Campotosto (L’Aquila) costituisce l’opera prima degli interventi programmati. Un avvenimento che non ha avuto il clamore delle grandi testate giornalistiche e televisive, ma quello più gratificante e sincero della riconoscenza del cuore dei suoi abitanti, provati oltre misura dalla calamità, ma anche da una lentezza operativa dell’intervento pubblico.

“E questo ci basta. Già, perché l’Ana non ha bisogno di sapere ciò che fa la mano destra e se racconta i numeri in queste pagine è solo per un dovere di trasparenza, che ci fa dire che noi non diventiamo ricchi facendo il nostro dovere, perché ci basta arricchire gli altri. Con ciò che sappiamo fare e che ci riesce meglio: con le nostre braccia e la nostra cordialità”.

Ed ecco i settori nei quali si è manifestata la solidarietà delle Penne Nere: Comunità locali, Enti benefici, Alpini in armi, Anziani, Banco alimentare, Manifestazioni patriottiche, Missioni, Parrocchie, Scuola e giovani, Sport, Terremotati del Centro Italia.

Scorrendo l’elenco delle sezioni in riferimento ai numeri, a primeggiare è Bergamo: 280.593 ore di lavoro gratuito e 901.761,30 euro erogati. Brescia presenta 136.049 ore lavorative e 655.521 euro, mentre Trento, città dell’adunata nazionale di quest’anno, ha totalizzato nel 2017 ben 145.652 ore lavorative e 403.390,38 euro erogati.

Le sezioni dell’estero hanno a loro volta (complessivamente) erogato 140.840,28 euro e i loro iscritti hanno prestato lavoro gratuitamente per 3.385 ore.

Nella pubblicazione, realizzata dal Centro Studi dell’Ana, occupa il dovuto spazio l’Ospedale da campo dell’associazione, che ebbe il primo impiego nel 1988 in occasione del terremoto in Armenia, nell’àmbito del Villaggio Italia.

Il suo utilizzo è avvenuto in seguito in molte emergenze, l’ultima delle quali, nel 2017 per il terremoto nel Centro Italia. In quell’occasione è stato impiegato il modulo radiologico a supporto dell’ospedale di Norcia.

L’Ospedale da campo degli Alpini è stato classificato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento nazionale di Protezione Civile – “struttura di interesse strategico nazionale”, per cui l’Ana continuerò a rivolgergli “la dovuta attenzione, L’esperienza accumulata in questi 30 anni di vita permette oggi di affrontare anche quei cambiamenti organizzativi ed operativi che i nuovi contesti richiedono. L’obiettivo è quindi quello di rendere la struttura ancora più efficiente, orientandoci nell’acquisizione di nuove attrezzature sempre più aggiornate agli standard sanitari e tecnologici e nella costante formazione e specializzazione degli operatori nei compiti per l’emergenza. Inoltre, rinforzare la collaborazione con le istituzioni sanitarie civili e militari e in particolare con le Truppe Alpine, sia in àmbito formativo che operativo”.

Infine, una pagina nobile dell’Ana sul fronte della solidarietà è rappresentata dalla Protezione Civile, quella Protezione Civile che all’indomani del terremoto del Friuli (1976) il commissario straordinario Zamberletti decise di costituire, dopo avere visto i volontari alpini al lavoro.

 

2 commenti su “La solidarietà degli Alpini – di Giovanni Lugaresi”

  1. sarebbe bene che gli alpini, oltre che occuparsi di beneficenza e di soccorsi per i terremotati, vigilassero di più le nostre città invase e intervenissero a sedare le prepotenze dei centri sociali e a redarguire i giudici politicizzati che li proteggono.

    1. Ottimo commento, mi associo di tutto cuore; ammiro ed amo molto gli alpini, della cui generosità e disponibilità ho conferma quotidianamente dal vivo, ma questo dettaglio, non secondario, manca davvero nel loro operato, e quindi mi sembra utile, anzi necessario, invitarli a indirizzare la loro generosa azione sociale anche in questa direzione. Forza Veci, difendete gli italiani, i più deboli (donne, anziani, vedove), i più bisognosi, i più esposti alla violenza degli invasori afroislamici. Dio vi ricompensi !

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Seguici

Seguici su Spotify e Youtube

Cari amici,
con “Aleksandr Solženicyn: vivere senza menzogna”, primo episodio del podcast “Radio Ricognizioni. Idee per vivere senza menzogna”, il nostro sito potrà essere seguito anche in video e in audio sulle due piattaforme social.

Podcast

Chi siamo

Ricognizioni è nato dalla consapevolezza che ci troviamo ormai oltre la linea, e proprio qui dobbiamo continuare a pensare e agire in obbedienza alla Legge di Dio, elaborando, secondo l’insegnamento di Solženicyn, idee per vivere senza menzogna.

Ti potrebbe interessare

Eventi

Sorry, we couldn't find any posts. Please try a different search.

Iscriviti alla nostra newsletter

Se ci comunichi il tuo indirizzo e-mail, riceverai la newsletter periodica che ti aggiorna sulla nostre attività!

Torna in alto