L’ateismo mistico e anti-italiano di Julius Evola – di Piero Vassallo

Le radici dell’anti-Italia a destra

di Piero Vassallo

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zevlIl quarantesimo anniversario della morte del mistagogo Julius Evola, ha fatto uscire allo scoperto la frotta irriducibile dei vu’ inizià?, che era acquattata silenziosamente nel margine eleusino della defunta destra.

La scolastica evoliana, che da mezzo secolo avanza la patetica richiesta di riabilitare il suo maestro, è motivata e agitata dalla stima che il gemello di Evola, l’impostore René Guénon, gode nei piani alti e venerati del potere culturale, paradisi nei quali ha incensata sede la casa editrice degli adelphi.

Il successo che il pensiero iniziatico di Guénon riscuote nei circoli ultramoderni e post-comunisti, anziché generare legittimi sospetti sull’esoterismo a destra e/o a sinistra, accresce la fede mal riposta dagli evoliani nell’intenzione antimoderna e tradizionale della dottrina segreta.

Tale infondata convinzione abbaglia gli evoliani e li induce a supplicare i banditori adelphiani dell’ultramoderno – estremi e qualificati cavalcatori della tigre nichilista – a depenalizzare l’opera del loro maestro, immaginario depositario di valori profondi e attuali.

Purtroppo la rigidità mentale dei combattenti evoliani contro l’umorismo è invincibile. Ad esempio, la mente sassosa di un professore di lettere, evoliano nella desolata Genova, appellandosi all’autorità dell’uso popolare, si esibì nel lancio della rovente scomunica a un avversario del pensiero iniziatico, il quale (seguendo le indicazioni di illustri grammatici, quali Tommaseo, Fanfani e Rigutini) aveva scritto l’eufonico “i gnostici” anziché il cacofonico gli gnostici.

Escursioni grammaticali a parte, si può affermare che, al di là delle intenzioni esposte in “Cavalcare la tigre”, il contributo evoliano alla causa della rivoluzione postmoderna/francofortese è stato superfluo e perfino imbarazzante. I superiori incogniti rammentano, infatti, che nel 1942 Evola pubblicò, nella rivista “Lo Stato”, un articolo ecumenista intitolato “Per un allineamento politico culturale dell’Italia e della Germania”.

Lucido nemico del Cristianesimo, arbitrariamente assimilato all’ebraismo della diaspora, Evola, durante la II Guerra Mondiale, tentò di catechizzare gli iniziati militanti nel partito nazionalsocialista e in tal modo gettò le future basi della propria intoccabilità dalla gente di sinistra.

Nel coacervo destro Evola, invece, si affermò quale illuminato denigratore e calunniatore della nazione italiana, colpevolmente cattolica. Arditamente sostenne che “fu la razza italiana ad agire negativamente sul fascismo” (cfr. “Il fascismo Saggio di un’analisi dal punto di vista della destra”, Roma 1964).

Di qui due effetti devastanti: l’escandescenza di una destra culturale intesa a confrontare le meraviglie della Germania ghibellina e dell’Austria asburgica con le anguste espressioni della storia italiana e il rattrappimento, la curvatura della destra politica indenne dalla suggestione evoliana in un nazionalismo da stadio.

Don Curzio Nitoglia ha peraltro dimostrato la stretta parentela del tradizionalismo evoliano con il satanismo in corse nell’ultrasinistra. Il prosciugamento delle acque di spurgo, sulle quali la defunta destra galleggiava sfidando la ragione, mostra le falle aperte dall’esoterismo e pone il problema di un ricominciamento qualificato dall’oblio delle opinioni ispirate dalla mitologia intorno alla sapienza degli ariani, che Evola, con alto sprezzo del ridicolo, definì artici.

3 commenti su “L’ateismo mistico e anti-italiano di Julius Evola – di Piero Vassallo”

  1. Su ‘Rivolta contro il mondo moderno’, Evola riconosce la Chiesa Cattolica come punto di riferimento contro la decadenza.

  2. Non sono una esperta di esoterismo, ma rilevo che la sinistra intellettuale si appropria la cultura di destra, come ha fatto con Nietzsche e, come vediamo in questo articolo, con Evola. La destra, che non ha una sua cultura, finora ha taciuto. Ora tocca a noi.

  3. Perché non dire apertamente che una parte – rumorosa – del cosiddetto “tradizionalismo cattolico” in realtà è più influenzata dalla Tradizione di Evola e Guenon che da quella della Chiesa cattolica? Molti autogol del “tradizionalismo cattolico” nascono proprio da questo.
    Per il resto, si scrive e si dice “gli” davanti a g+consonante, presupponendo che la pronuncia della g sia dolce e non dura. In greco (e forse anche nella forma più antica del latino) esisteva solo la g dura, ma noi in italiano usiamo la g dolce davanti a una consonante.

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