La religione intossicata dal rosolio, la società obnubilata dalla “cultura”, i tribunali intossicati dal giacobinismo, la politica espropriata dalla banca europea
di Piero Vassallo
Attenzione! Attenzione! Il centro destra italiano, riconosciuta l’impossibilità di continuare l’impari lotta ha confermato la fiducia all’onorevole Enrico Letta, capo del governo e presidente del consiglio dei ministri.
Silenzio, parla il tribunale della storia ripetente! La tragedia si riaffaccia in figura di farsa. Non ci resta che ridere sulla Spalla napoletana di Gaetano Quaglierella. E’ la Spalla del napoletano il vero emblema della disfatta italiana.
La Spalla è erede legittima degli affondatori dell’orgoglio nazionale: il pugnalatore Maramaldo, il vescovo giansenista Scipione de’ Ricci, il prete giacobino Eustacchio Degola, Giuseppe Mazzini, il vile ispiratore dell’eroismo inutile, l’ammiraglio di legno Carlo Pellion di Persano, l’impavido bombardiere Fiorenzo Bava Beccaris, l’assalitore di Porta Pia, Raffaele Cadorna, il glorioso maresciallo Pietro Badoglio, il selezionatore e fucilatore Francesco Moranino, detto Gemisto, l’insigne carrista Palmiro Togliatti e Primo Greganti, mistico titolare del conto “gabbietta”.
Su tali, nobili colonne, immota e austera, sta la Spalla di Quagliarella, occhio da scugnizzo catatonico, lingua impastata dal rosolio, profilo da riciclatore politicante. Più che statista, regista e sospensorio di Enrico Letta, cioè leader dell’espressione geografica riconosciuta dalla cancelliera Angela Merkel.
Quali ruote hanno fatto girare l’Italia, da nazione indipendente e prospera a sedile gravato dalle dirompenti e soffocanti natiche della banca di Germania?
Quali sono i nascosti motori della rovinosa macchina che è inseguita dal tandem, su cui pedalano la surreale Spalla della Quagliarella & l’evanescente Nipote di Gianni Letta.
Perché una nazione cattolica, che vanta una civiltà bimillenaria, deve obbedire ai discendenti di un monaco delirante e cialtrone quale fu il disgraziato Martin Lutero?
Per quale ecumenica cabala, per quale avverso destino l’Italia deve rimanere aggrappata all’occidente americanizzato, quando l’America del malthusiano e thanatofilo Obama è sull’orlo di una catastrofe finanziaria senza precedenti?
Che l’Italia di Letta e del suo autorevole reggitore e sospensorio sia il risultato di una catastrofe antropologica e indubitabile. Che l’origine della catastrofe si trovi nella cultura sessantottina lo dimostra la metamorfosi crepuscolare dell’ideologia comunista, ovvero la trasformazione dall’utopia di Marx in parco divertimenti per angosciati e in montagna incantata.
La decadenza del pensiero progressista è facilmente visibile nella distanza che corre tra la promessa di felicità immanente, leggibile ad esempio nella pagine speranzose della “Giornata di uno scrutatore” di Italo Calvino e la desolazione dichiarata nelle pagine scritte da Eugenio Scalfari per declinare il nichilismo dei nuovi maestri, Leopardi, Schopenhauer, Nietzsche.
Ora il tramonto della qualunque speranza e la perdita di senso hanno abbassato la coscienza del dovere e hanno trasformato la solidarietà in una parola da pulpito miscredente o radical-chic. Di qui lo squallore che genera le vaste solitudini e le disperazioni, che cercano rifugio nei vizi o nei vagabondaggi orientati all’auto-annientamento.
Dalla conclamata fragilità (o sfacelo?) del corpo sociale con breve passo si arriva all’indifferenza nei confronti della politica propriamente detta e alla politica concepita come occasione offerta alla collera e all’invidia. Infine al paradosso del buonismo che cavalca la collera e l’invidia.
L’invidia è un fantasma in circolazione nei corridoi dei palazzi di giustizia, frequentati da una folla ondivaga e astiosa, alla disperata ricerca di togati compensi alla propria frustrazione.
Ora il nodo che soffoca la vita italiana e quella occidentale è rappresentato dall’alleanza, inavvertita e ad ogni modo contro natura, del buonismo cattolico con il nichilismo post-comunista.
Emblemi di tale alleanza sono il curioso dialogo tra il papa cattolico Francesco e il papa ateo Scalfari e il consenso attribuito al cattolico Enrico Letta dal voto espresso da una maggioranza parlamentare nella quale prevalgono gli atei e i massoni, di sinistra, di centro e di destra.
Siamo alla benedizione apostolica delle proverbiali nozze celebrate dal diavolo con l’acqua santa? Un amico genovese, forte bevitore di rosolio, mi consiglia energicamente di non giudicare. Tuttavia è forte la tentazioni di concludere affermando (temerariamente?) che la cultura nichilista non sarebbe trionfante in Italia e in Occidente senza gli abbagli di un ottimismo vaticanista & conciliare, che prendeva fischi per fiaschi e annunciava l’auto-correzione dell’errore moderno. Forse il dramma cui stiamo assistendo è il risultato di quella “profezia”.
5 commenti su “L’autunno del grande zero italiano – di Piero Vassallo”
Formidabili disquisizioni, che espongono giudizi e valutazioni in grandissima parte veraci e inoppugnabili.
“Emblemi di tale alleanza sono il curioso dialogo tra il papa cattolico Francesco e il papa ateo Scalfari”. E’ questa la frase, che mi ha colpito, per il fatto che Lei, signor Piero Vassallo, non è d’accordo con Papa Francesco per il dialogo, che definisce curioso, con un ateo. A me pare invece che i contatti con i non credenti sia la missione che Gesù stesso ha affidato agli Apostoli, mandandoli nel mondo ateo o idolatra di quel tempo. Vi mando come agnelli in mezzo ai lupi, disse loro, senza tanti giri di parole. Io quindi nutro grande ammirazione per il nostro santo Padre che semina la parola di Dio non solo dai sacri palazzi, ma scendendo anche fra la gente, sia credente che non credente.
Cordialmente
Carmelo
Caro Carmelo, sono d’accordo con lei quanto al principio. Se non che Francesco I sostiene apertamente che il proselitismo è una sciocchezza. E con ciò azzera il significato del suo dialogo con i non credenti. L’annuncio si trasforma in dotta e amichevole chiacchierata (con Scalfari, ad esempio). Alla fdine il concetto di retta coscienza sfuma nel volemose bene. Purtroppo il Vaticano II ha convinto gli uomini di Chiesa e ha fatto loro credere che si può camminare al seguito della cometa pseudo-ecumenica di Pierre Bayle. Cordiali saluti, piero vassallo
Che bello vedere ciellini, opusdeisti e massoni tutti insieme appassionatamente!!! Con la CEI che appoggia il governo del “Fare”.
“Fare” cosa? A parte la legge sull’omofobia, abbiamo: aumento del debito e aumento delle tasse, ( aspettiamo la stangata che accompagnerà la Legge di Stabilità, che sta preparando Saccomanni, il mastino messo da Draghi), il tutto condito dall’aumento della disoccupazione che ha raggiunto vertici senza precedenti. Non è vero quello che affermano che è la più alta dal 1977, andate a vedere i dati ufficiali, all’epoca non arrivava al 7%! Ma l’oppressione del povero non è uno tre peccati più gravi? Perché non si grida: “vergogna”? Certi pastori hanno abbandonato le pecore in mezzo ai lupi!
pastori? lupi