LE APPARIZIONI DELLA MADONNA DELLA MEDAGLIA MIRACOLOSA – di don Marcello Stanzione

 

di Don Marcello Stanzione
medaglia miracolosa

 

Alla fine del mese di novembre la Chiesa fa memoria delle apparizioni della Madonna della Medaglia miracolosa in Francia. Caterina Labourné nacque il 2 maggio 1806 a Faint – les – Mattiers, ottava di dieci fratelli fu soprannominata Zoe che significa vita. Caterina aveva appena nove anni quando mamma Labourné morì e a soli undici anni, con Tonina, la sorella più piccola, dovette sobbarcarsi il governo della grande casa paterna; Marie – Louise, la maggiore era infatti entrata tra le Figlie della Carità. Da quel momento Zoe si dedicò al suo novo e impegnativo compito di aiutare i suoi fratelli. In mezzo ai suoi numerosi doveri, trovava spesso il tempo da dedicare alla preghiera. Infatti si recava spesso a pregare nella Chiesa parrocchiale davanti ad un quadro dell’Immacolata Concezione. Un giorno confidò a Tonina il suo desiderio di farsi religiosa in quanto si recava sovente a pregare nella cappella del piccolo ospedale delle Figlie della Carità a Mattierers Saint – Jean. Le furono offerte diverse proposte di matrimonio, ma Caterina rispondeva sempre che il suo fidanzato era Dio. Quando ella manifestò la sua vocazione al padre, questi pensò di farla guarire da una simile idea inviandola a lavorare a Parigi, presso il fratello Carlo, proprietario di una trattoria. Fu allora che ebbe un sogno. Sognò che mentre pregava nella cappella di Fain, vide un prete celebrare la messa, che la fissava continuamente con occhi di fuoco, ma pieni di bontà. Terminata la messa, le fece segno di avvicinarsi, ma ella intimorita uscì immediatamente dalla cappella e andò a visitare un malato. Là rivide il vecchio prete, il quale la incoraggiò nella cura dei malati e le disse che un giorni, lungi dal fuggirlo, l’avrebbe seguito. Caterina non si trovava a suo agio nella bettola del fratello, scrisse quindi alla sorella suor Louise, aprendole il suo animo. Ella la incoraggiò nella sua vocazione e le consigliò di recarsi nel convitto di sua cognata a Chatillon – sur –Sein col pretesto di imparare a scrivere. A Chatillon vi era una casa delle Figlie della Carità e Caterina ebbe l’occasione di andarci; nel parlatorio vide appeso al muro un ritratto di S. Vincenzo de Paoli, nel quale riconobbe, con stupore, il prete visto in sogno. Il fratello Hubert la appoggiò per avere la dote necessaria e il padre cessò le sue resistenze permettendo alla figlia di entrare in postulato a Chatillon, poi in Seminario, il 21 aprile 1830, alla casa madre di Parigi. Trascorse la vita religiosa all’ospizio di Enghien a Parigi (1831 – 1876). Fu cuoca e guardarobiera, inoltre accudiva alla stalla, al pollaio, ai piccioni. Passò infine alla cura degli anziani e fu la responsabile dell’ospizio dal 1860 al 1875, senza alcuna carica ufficiale. Quando le forze le mancarono, fu addetta alla portineria. Visse nel più completo nascondimento mentre la Medaglia Miracolosa, nata dalle apparizioni di cui fu favorita, si diffondeva, senza sapere chi era la veggente. La sua esistenza all’inizio del 1876, cominciò a declinare; le forze diminuivano sempre più, l’asma e il cuore malato, la minavano giorno per giorno. Ella prendeva la sua morte e ne parlava serenamente. Si spense il 31 dicembre 1876. Venne inumata nella cripta della cappella della Provvidenza di Reully, vicino a Enghien. Il suo funerale sembrò un corteo di festa. Solo nel 27 luglio del 1947, Suor Caterina venne elevata agli onori degli altari.

I° APPARIZIONE

Caterina Labourè scrive il racconto della I° apparizione, avvenuto il 18 – 19 luglio 1830, ventisei anni dopo gli avvenimenti, nel 1856 su richiesta di padre Aladel e Padre Chevalier. Caterina è novizia in seminario, è la vigilia della festa di S. Vincenzo, dopo un’istruzione della direttrice sulla devozione ai Santi e a Maria, ella si corica col forte desiderio di vedere la Santissima Vergine e così’ scrive nei suoi diari: “Alle 11 e mezzo della sera, mi sentii chiamare per nome: “sorella, sorella”. Mi sveglio, guardo dal lato da cui veniva la voce, cioè dalla parte del passaggio accanto al letto. Vidi un bambino sui quattro o cinque anni, biancovestito che mi dice “vieni alla Cappella, la Santa Vergine vi aspetta (….)”. Lo seguii e irradiava una gran luce ovunque passava. La mia sorpresa crebbe, quando, giunta alla porta della Cappella, questa si aprì appena il fanciullo l’ebbe toccata con la punta di un dito (….). Il bambino mi disse: “Ecco la vergine Santa, eccola”. Sentii come un fruscio di una veste di seta venire dalla parte della tribuna, presso il quadro di San Giuseppe. Venne una Signora a sedersi sui gradini dell’altare, dal lato del Vangelo, in una poltrona simile a quella di Sant’Anna, ma quella Signora non era Sant’Anna. (….). Alzai gli occhi in volto alla Vergine e feci un balzo verso di lei, gettandomi in ginocchio e poggiando le mani sulle ginocchia della Santissima Vergine…quello fu il momento più dolce della mia vita. Ella mi insegnò come regolarmi con il Direttore e come comportarmi nelle mie pene (….). Tornai a dormire verso le due del mattino, ma non riuscii a prendere più sonno”.Nel 1876, Suor Caterina scrive di nuovo una relazione sulla stessa apparizione dandoci una visione più completa dell’evento. Due i racconti circa il trattenimento con la Vergine. Ne riportiamo uno: “Figlia mia, il Buon Dio vuole affidarti una missione (….), avrai molto da soffrire. Le regole non sono osservate, vi è una grande rilassatezza nelle due Comunità. Dillo a colui che è incaricato di voi (Padre Aladel), sebbene non sia superiore. Fra qualche tempo la Comunità gli sarà affidata in modo particolare. Egli deve fare tutto il possibile per rimettere la regola in vigore. (….). Allorché la regola sarà rimessa in vigore, vi sarà una Comunità che verrò ad unirsi alla tua. Di che la ricevano. Dio le benedirà ed esse vi godranno una grande pace. Sopraggiungeranno grandi mali, il pericolo sarà grande, ma non temete perché la protezione di Dio e di San Vincenzo è sempre su di voi e vi accorderò molte grazie (….). Non sarà così per tutte le Comunità, vi saranno delle vittime (….), Monsignore Arcivescovo morrà, figlia mia la croce sarà disprezzata, il sangue colerà. A questo punto la Santa Vergine aveva dipinta sul viso la sofferenza e non riusciva più a parlare. Ella aggiunse che il mondo intero sarà nella tristezza. Io pensavo fra quanti anni tutto ciò sarebbe successo ed avevo compreso fra quarant’anni”. (….) (Recit autographe de Soeur Catherine, in CLM 1, doc. n° 637, p. 352).

II°APPARIZIONE

Nel 1841 Caterina scrisse due racconti della seconda apparizione avvenuta il 27 novembre 1830. Confrontando lo scritto di padre Aladel e quello di Caterina, scopriamo che il primo ci presenta l’apparizione in modo statico, come un quadro della Vergine dalle mani aperte e raggianti; Caterina invece, nella sua descrizione introduce una scena in movimento che si prolunga per un certo tempo con circostanza ignote ad Aladel. “ …Alle 5 e mezza della sera, dopo la lettura del punto di meditazione, in un profondo silenzio, sentii a destra del quadro di San Giuseppe il fruscio di un abito di seta e vidi la Santa Vergine vestita di bianco aurora. In mano teneva una palla che simboleggia il mondo, elevato all’altezza dello stomaco e gli occhi alzati verso il cielo e un altro globo ai suoi piedi. Dal globo scaturivano dei fasci di raggi di un uno splendore meraviglioso (…) e una voce disse che questa palla è il mondo, in particolare la Francia e i raggi sono i simboli delle grazie che spando su chi me le chiede. Un istante dopo il quadro si voltò ed apparve una scritta a lettere d’oro “O Maria Concepita senza peccato, pregate per noi che ricorriamo a voi” e la voce che diceva di fare coniare una medaglia con la lettera M sormontata da una piccola croce e in basso i Sacri Cuori di Gesù e di Maria, e le persone che la porteranno gioveranno delle mie grazie”. (Recit autographe de Soeur Catherine, in CLM 1, N° 456, p. 290). Padre Aladel ignora il globo che la vergine tiene nelle mani. Padre Chevaòlier, nella sua prima edizione (riforma completa dell’ottava edizione di Aladel e pubblicata col nome di Aladel nel 1878), descrive l’apparizione secondo il racconto di Caterina, ma nelle due edizioni successive (1885-1891), egli revisiona l’immagine dell’apparizione allontanandola dalla descrizione originale. Chevalier presenta un’immagine della Madonna nella quale l’irraggiamento luminoso sembra quasi sparire tra le vesti. P. Chevalier si trovò infatti a risolvere il seguente problema: secondo la descrizione di Caterina fatta da Aladel, i raggi della madonna cadono sul globo ai suoi piedi che rappresenta il mondo, la Francia in particolare, ma stando all’autografo di Caterina, i raggi partono dal globo che la Madonna tiene tra le mani, che rappresenta il mondo e la Francia. Ora, a livello simbolico, il mondo e la Francia che beneficiano di questi raggi, non possono certo essere anche il punto di partenza. Forse, Caterina ha omesso nella descrizione qualche connessione? Può essere, ma dal contesto dei suoi racconti, tale interpretazione non è chiara. Chevalier cerca quindi di armonizzare la descrizione di Caterina con quella di Padre Aladel presentandole come due successive fasi di una stessa apparizione, Aladel avrebbe scritto solo la seconda fase. Chevalier così interpreta il fatto: quando appare il forte irraggiamento, il globo delle mani scompare a causa della luce, quello ai piedi viene illuminato. E’ la chiarezza del simbolo, che esige che i raggi partono dalle mani e cadano sul globo ai piedi, al contrario i raggi che partono dalle mani tenenti il globo, creano una difficoltà simbolica. Per risolvere il problema, possiamo porre i due globi in una stessa immagine, come hanno fatto Padre Crapez (Crapez E.C.M. , storiografo di Caterina, Menage 1947, p. 96 in CLM 1 p. 76) e Padre Chevalier (Vicedirettore delle Figlie della Carità dal 1874, La Medaille Miraculeuse, 1° edit. Paris, 1878, in CLM 1 p. 81) nelle loro edizioni, ma la ripetizione dello stesso simbolo non ha senso. Letaille (Premier Croniquis de la Vierge ou globe, su informazione di Caterina, in CLM 1, doc. n° 460 pag. 300), raffigura la Madonna circondata da una forte luminosità proveniente dai raggi, è la donna rivestita di sole dell’Apocalisse: i globi scompaiono completamente nella luce. L’interpretazione corrente è che Caterina non ha colto il momento nel quale la Vergine lascia il globo per aprire le mani, ma né la versione di Chevalier (raggi che cadono sul globo) né quella di Soeur Tanguy (assistente di Reuilly dal 1875, riporta in un suo scritto una conversazione tra Soeur Dufés e Soeur Catherine), assistente di Reuilly (Vergine dalle mani aperte), dicono che le mani si aprono, né che lasciano il globo. Esse lasciano semplicemente intendere che il globo scompaia a causa della luminosità, ma neppure si possono amalgamare. Due cose quindi si impongono:

1 – Padre Aladel ha volontariamente schematizzato, e in ciò fu molto avveduto. Se egli infatti non avesse conformato l’immagine della Medaglia Miracolosa ai più classici canoni dell’Immacolata Concezione, sarebbe incorso in problemi pratici forse inestricabili per la coniazione della medaglia.

2 – Caterina, come risulta dal suo modo di redigere, fa altrettanto, pone infatti in oblio la descrizione della Medaglia, ormai già nota, mirando ad ottenere la realizzazione di una statua della Vergine del globo e di un altare sul luogo dell’Apparizione.

III° APPARIZIONE.

Più autografi di Caterina raccontano la medesima apparizione della Vergine del Globo sotto il titolo di 3° Apparizione. Caterina stessa, poi, non precisa se ne ebbe una quarta. L’ipotesi più ovvia è di pensare che si tratti di una relazione della 2° apparizione.

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