di Vinicio Catturelli
fonte: Corrispondenza Romana
Marco Taradash fa parte di quella pattuglia di radicali che sono entrati, fin dal 1994, in Forza Italia, e poi nel Pdl, rappresentandone l’anima libertaria e laicista. Non meraviglia dunque che rivolgendosi al Capo Gruppo del PdL alla Regione Toscana Alberto Magnolfi gli abbia intimato: «questo libro non s’ha da presentare, né domani né mai». Il libro in questione era quello di Danilo Quinto, ex cassiere del partito radicale: Da servo di Pannella a libero figlio di Dio: attraverso la più formidabile macchina mangiasoldi della partitocrazia italiana per arrivare a Cristo (Fede & Cultura, Verona 2012), uno dei maggiori successi editoriali dell’anno, presentato il 24 novembre scorso con grande successo a Firenze dalla Comunione Tradizionale di Pucci Cipriani e Ascanio Ruschi.
Taradash e Magnolfi sono due vecchi sodali che da tempo stanno complottando contro la dirigenza berlusconiana e che, insieme, si sarebbero presentati all’Onorevole Guido Crosetto proponendogli un “passaggio nel partito di Montezemolo” offrendosi di formare, in Toscana, un gruppo regionale comprendente loro stessi, altri transfughi della Lega e, sembra, anche un consigliere dell’Italia dei Valori. Ma Crosetto avrebbe rivendicato la sua contrarietà al Governo Monti, in quanto gli ha sempre votato contro. Taradash non si è dato per vinto ed ha chiesto di essere presentato alla Convention per aderire al nuovo partito della Meloni, “Fratelli d’Italia”, dove si è ardentemente gettato nella mischia rivendicando i matrimoni gay e la droga per tutti e rimanendo così sommerso dalle urla e i fischi dei presenti.
Marco Taradash, classe 1952, gode attualmente di tre pensioni: quella di parlamentare europeo eletto nel 1989 con la lista antiproibizionista («il problema della droga è altrove, non nelle sostanze ma nelle leggi» sostiene Taradash), quella di parlamentare italiano eletto con Pannella nel 1994 e quella di giornalista in quanto ha lavorato a Radio Radicale, la radio pagata dal contribuente italiano in quanto il Parlamento elargisce (ultima “tranche” quella del Governo Monti) generosamente dieci milioni l’anno alle già pingui casse pannelliate. A queste tre pensioni va aggiunto lo stipendio di consigliere regionale (settemila euro netti più le indennità di commissione)…insomma un uomo da 15 o ventimila euro al mese, a vita.
Taradash viene da lontano: iniziò la sua battaglia contro il diritto naturale negli anni Settanta con Pannella a Radio Radicale; successivamente, nel 1988, fondò il CORA, Coordinamento Radicale Antiproibizionista, con «lo scopo di promuovere la riforma delle politiche sulle droghe attualmente basate (sul) proibizionismo» tanto che nel Consiglio Comunale di Torino fu approvato un odg per: «consentire la somministrazione di eroina e di altre sostanze pesanti ai tossicodipendenti» (la così detta droga di stato). Nel Consiglio Regionale di Firenze Marco Taradash ha sempre coerentemente votato con le Sinistre per la libera droga e per i matrimoni gay, “bacchettando” gli altri consiglieri del PdL.
1 commento su “LE MANOVRE DI MARCO TARADASH – di Vinicio Catturelli”
L’inferno per questo signore, è anche troppo misericordioso.