Le Ordinazioni sacerdotali dell’Istituto Cristo Re Sommo Sacerdote  –  di Rita Bettaglio

La ricchezza della liturgia e della devozione hanno fatto scordare la fatica e il caldo. Le illuminanti parole del Card. Burke ai preti novelli. E mentre le orecchie udivano queste parole, si restava affascinati dalla bellezza degli ornati, dalla maestà della musica, dalla devozione dei gesti. Non per restare legati a questo mondo, ma per fare memoria che “niente è troppo bello per il buon Dio”, come soleva dire il santo curato d’Ars

di Rita Bettaglio

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(cliccare sulle foto per ingrandirle)

zzzzbt1Come saprete già da altri siti, lo scorso 2 luglio, in una Firenze già infuocata da un sole ferragostano, sono stati ordinati 11 nuovi sacerdoti appartenenti al sempre più prospero Istituto Cristo Re Sommo Sacerdote. Questa benedizione per la Chiesa tutta è arrivata attraverso le mani sante del card. R. L. Burke, che è di casa a Gricigliano, seminario dell’Istituto sulle colline fiorentine. La cerimonia si è svolta, come tutti gli eventi importanti di questa comunità, nella chiesa dei SS. Michele e Gaetano a due passi dal Duomo di Firenze.

Con un drappello di membri dell’Associazione Beato Ottaviano Vescovo di Savona, sono partita all’alba per assistere al rito e, diciamo la verità, ero pronta a raccogliere un novello sacerdote, un po’ frastornato dall’emozione, farlo sparire nel portabagagli dell’auto e portarlo nella mia povera Savona, così a digiuno di sacerdoti e assolutamente alla fame per quel che riguarda i chierici che celebrino la S. Messa tradizionale.

Non voglio fare una cronaca dell’ordinazione, né un commento liturgico, non ne sarei capace, ma una raccolta di impressioni: oso pensare che il direttore me lo consenta, a patto che non mi dilunghi troppo.

Non avevo mai assistito alle ordinazioni che si svolgono ogni anno in questo periodo: la ricchezza della liturgia e della devozione che ogni gesto o parola contenevano mi ha fatto dimenticare le quattro ore della cerimonia e il caldo.

zzzzbt3La chiesa era gremita di persone e quello che saltava subito all’occhio era la numerosissima presenza di bambini e ragazzi. Molta gioventù, bella, semplice e composta. Sulla testa delle donne cappellini, veli e qualche mantilla col suo grande pettine, la famosa peineta.

Confesso che mi sono anche impossessata di un libretto, nonostante il divieto esplicito (mi sono già confessata a riguardo) per poter rileggere le formule così dense di contenuto e di fede che compongono questo rito.

Tra le parole che il cardinal Burke ha pronunciato una frase mi ha colpito particolarmente: riguarda i doveri dei sacerdoti: offrire il sacrificio della Messa, benedire, governare, pregare e battezzare.

E ancora una serie di ammonizioni da far tremare le vene dei polsi: siate consapevoli della sacralità dei vostri doveri, siate santi trattando cose sante. Come dire: lasciatevi trasfigurare dalla santità dei misteri che celebrate.

zzzzbt4Ma per poter essere trasfigurati bisogna svuotarsi, liberarsi di tutti i vizi e della concupiscenza, cosa che non si può ottenere altro che con la mortificazione. Cosa, lo dico da bambina che è andata a catechismo negli anni ’70, non è proprio così raccomandata. Liberarsi da se stessi per far posto a Dio, come raccomanda San Luigi Maria Grignion di Montfort nel Trattato della vera devozione a Maria: “Gesù mio, bisogna che tu cresca nella mia anima e che io diminuisca. O Maria. bisogna che tu cresca presso di me e che io sia meno di quello che sono stato.”Siate fecondi e moltiplicatevi…” Gesù e Maria, crescete dentro di me e moltiplicatevi al di fuori, negli altri”.

Altra raccomandazione agli aspiranti al sacerdozio: “Lasciate che la dottrina che esponete sia medicina spirituale per il popolo di Dio”. La dottrina, la sana dottrina di Cristo, quella che salva le anime. Quella che ammonisce, come la Vergine Santissima a Bernadette: “Non vi prometto di essere felice in questa vita ma nell’ altra”. Quella promette la vita eterna a patto di nulla anteporre all’amore di Cristo, nessun affetto umano, fosse anche il più nobile.

Nella chiesa fiorentina, mentre le orecchie udivano queste parole, si restava affascinati dalla bellezza degli ornati, dalla maestà della musica, dalla devozione dei gesti. Non per restare legati a questo mondo, ma per fare memoria che “niente è troppo bello per il buon Dio”, come soleva dire il santo curato d’Ars.

Infine la processione d’uscita e la foto finale sul sagrato della chiesa. Uno spettacolo per i miei poveri occhi. Un canto di lode all’Autore di tanta grazia.

2 commenti su “Le Ordinazioni sacerdotali dell’Istituto Cristo Re Sommo Sacerdote  –  di Rita Bettaglio”

  1. Come già vi ho scritto io faccio parte da più di 30 anni di un gruppo (toscano!!)
    che si riunisce da settembre a giugno nel Seminario Vescovile della mia città
    per pregare per le vocazioni ecclesiali.
    Quindi ho esultato e ringraziato il Signore per quanto ho letto in questo articolo.
    E ringrazio anche la cara Rita Bettaglio per la sua sentita descrizione.

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