Lega cattolica per la preghiera di riparazione. Avvisi, pro-memoria per il secondo incontro nazionale e un estratto della “Vita di Antonio” di Sant’Atanasio di Alessandria

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Calendario tradizionale. Giovedì 4 febbraio 2016: Sant’Andrea Corsini, Vescovo e Confessore  – per il Martirologio clicca qui

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Gentili Amici,

annotiamo tutti sulla nostra agenda la data di domenica 1° maggio 2016:

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Domenica 1° maggio 2016, presso la Parrocchia di Sant’Antonio Abate a Linarolo (PV), si terrà il secondo incontro nazionale della Lega cattolica per la preghiera di riparazione. Giovedì prossimo pubblicheremo il programma completo della giornata, che inizierà alle ore 9 e si concluderà dopo la Santa Messa, che sarà celebrata alle ore 17. Per facilitare l’organizzazione, potete comunicare fin d’ora la vostra adesione con un mail a legariparazione@email.it , specificando il numero dei partecipanti. Come lo scorso anno, sarà assicurato un servizio di vigilanza e di intrattenimento per i bimbi.

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Come lettura di formazione, questa settimana proponiamo un estratto della “Vita di Antonio”, di Sant’Atanasio di Alessandria.

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NOTIZIE E AVVISI

– In occasione del primo venerdì del mese, il 5 febbraio p.v. dalle ore 21 alle ore 22 presso il convento FI di Bosco a’ Frati a San Piero a Sieve (FI), un’ora di Adorazione al Santissimo Sacramento in atto di riparazione alle offese e oltraggi al Sacro Cuor di Gesù. (clicca qui)

Venerdì 5 febbraio alle ore 21:00, Primo Venerdì del Mese, nella chiesa del Sacro Cuore a Prato, il parroco Mons. Vittorio Aiazzi celebrerà la consueta Messa Votiva in rito antico del Sacro Cuore.

Per la prima volta dopo 50 anni la Messa in rito antico in Latino e l’imposizione delle ceneri saranno celebrati appunto il giorno del Mercoledì delle Ceneri 10 febbraio sempre alle ore 21:00 nella chiesa del Sacro Cuore a Prato.

– Nella chiesa di Incugnate, frazione di Truccazzano (MI), 20.10, S. Rosario; 20.30 S. Messa in rito antico nelle seguenti giornate: 7 marzo, lunedì di Quaresima;  1° aprile, venerdì dell’ottava di Pasqua, Messa cantata. Incugnate si raggiunge da Pozzuolo Martesana o da Truccazzano, con la strada provinciale 137. Per informazioni: Samuele Segneri, mail samuele@gmail.com

– Ogni domenica e festa di precetto a Milano, nella chiesa di Santa Maria della Consolazione, in largo Cairoli, viene celebrata alle 10.00 la Santa Messa in Rito ambrosiano antico. Per informazioni:http://messatradizionalemilano.blogspot.it/

– Ogni domenica e festa di precetto, a Monza, viene celebrata la Santa Messa in rito antico alle 18.45, nella chiesa delle Adoratrici Perpetue del Santissimo Sacramento, via Italia 37. Per informazioni, cliccare “La Messa di sempre – Monza” . 

– Ogni primo venerdì del mese, al Priorato Madonna di Loreto, a Rimini-Spadarolo, alle ore 21, Adorazione Eucaristica notturna per riparare le offese e gli oltraggi al Sacro Cuore di Gesù.

– Ogni primo venerdì del mese, nella parrocchia di Linarolo (Pavia), alle 16.30 si tengono la recita del Santo Rosario di riparazione e delle Litanie, e alle 17.00 la celebrazione della Messa in rito romano antico secondo le intenzioni della Lega per la preghiera di riparazione.

– a Firenze, nell’Oratorio di S. Francesco Poverino, Santa Messa domenicale in rito antico alle ore 10 e tutti i venerdì, alle ore 18.30, Preghiera di Riparazione (S. Rosario, Litanie del Sacro Cuore, Atto di riparazione ed altre preci anche per impetrare l’aiuto divino alla Chiesa martire della ferocia islamica). Per informazioni: Dante Pastorelli, dante.pastorelli@virgilio.it, tel. 055.600804

– Ogni venerdì un gruppo di fedeli si ritrova per la preghiera a Cremona. Per informazioni: Mauro Faverzani  – mauro.faverzani@gmail.com

– Ogni primo venerdì del mese viene celebrata la Santa Messa in rito antico alle 19.30 a Modena nella parrocchia dello Spirito Santo in via Fratelli Rosselli. Vi partecipano alcuni aderenti alla Lega di riparazione  secondo le intenzioni proposte dalla nostra iniziativa. Ricordiamo che nella medesima chiesa viene celebrata ogni domenica alle 17 la S. Messa (dal 2007) e, a richiesta, anche gli altri sacramenti.

– Se altri sacerdoti fossero disposti a fare lo stesso nella zona in cui operano, ce lo facciano sapere e provvederemo a darne comunicazione.

– Ricordiamo che è possibile anche il semplice incontro tra laici che preghino secondo le intenzioni della Lega come già indicato. Anche in questo caso, sarebbe utile segnalarcelo in modo da poterne dare comunicazione. Rimane il fatto che lo strumento più efficace per la diffusione è il passaparola, che sarebbe meglio chiamare apostolato.

– Nei limiti delle nostre forze, siamo a disposizione per incontrare gli amici che intendono impegnarsi in questa impresa. Per questo, si faccia riferimento all’indirizzo di posta elettronica della Lega di riparazione, legariparazione@email.it , e troveremo il modo e il tempo per farlo.

Paolo Deotto – Alessandro Gnocchi

Sia lodato Gesù Cristo

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LETURA DI FORMAZIONE

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Dalla Vita di Antonio

di Sant’Atanasio di Alessandria

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Il diavolo tenta di ostacolarlo nel suo proposito di vita

5.1. Ma il diavolo, che odia il bene ed è invidioso, non sopportò di vedere in un giovane tale proposito di vita e incominciò a mettere in opera anche contro di lui i suoi intrighi abituali. 2. Per prima cosa cercò di distoglierlo dall’ascesi ispirandogli il ricordo delle ricchezze, la sollecitudine per la sorella, l’affetto per i parenti, l’amore per il denaro, il desiderio di gloria, il piacere di un cibo svariato e ogni altro godimento della vita. Infine gli suggeriva il pensiero di come sia aspra la virtù e quali fatiche richieda e gli metteva dinanzi la debolezza del corpo e la lunghezza del tempo. 3. Insomma risvegliò nella sua mente una grande tempesta di pensieri, perché voleva distoglierlo dalla sua giusta decisione.

Ma come il Nemico si vide debole di fronte al proposito di Antonio e vide che era piuttosto lui a essere vinto dalla fermezza di Antonio, respinto dalla sua grande fede e abbattuto dalle sue continue preghiere, allora confidò in quelle armi che si trovano presso l’ombelico e se ne gloriò – sono queste le prime insidie contro i giovani–. Assale così il giovane turbandolo di notte, molestandolo di giorno al punto che quelli che lo vedevano si accorgevano della lotta che si combatteva tra i due. 4. L’uno, infatti, suggeriva pensieri impuri, l’altro li scacciava con le preghiere; l’uno lo eccitava, l’altro, come arrossendo di vergogna, dava forza al suo corpo mediante la fede e i digiuni. 5. Il diavolo, sciagurato, di notte assumeva anche l’aspetto di una donna e ne imitava il comportamento in tutte le maniere, con il solo intento di sedurre Antonio. Ma questi, pensando a Cristo e meditando sulla nobiltà che l’uomo possiede grazie a lui e sulla qualità spirituale dell’anima, spegneva il fuoco della sua seduzione. 6. Di nuovo il Nemico gli suggeriva la dolcezza del piacere, ma Antonio, come adirato e addolorato, pensava alla minaccia del fuoco e al tormento del verme, opponeva questi pensieri alle tentazioni del Nemico e passava attraverso di esse senza patirne danno. 7. Tutto questo accadeva a vergogna del Nemico. Colui che pensava di farsi simile a Dio, infatti, veniva deriso da un giovane ragazzo; colui che si gloriava contro la carne e il sangue, era abbattuto da un uomo rivestito di carne perché il Signore, che si rivestì di carne per noi e che diede al corpo la vittoria sul diavolo, aiutava Antonio. Perciò ciascuno di quelli che così combattono può dire: Non io, ma la grazia di Dio che è con me.

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Antonio esce vincitore dalla prima lotta con il Nemico

6.1. Infine il drago, poiché non era riuscito a far cader Antonio neppure in questo modo e vedeva che invece era lui a essere respinto dal suo cuore, digrignando i denti, come sta scritto e come fuori di sé, gli apparve quale egli è spiritualmente, nelle sembianze di un ragazzo nero. Come se gli fosse sottomesso, non lo assaliva più con i pensieri – l’ingannatore, infatti, era stato scacciato – ma usando la voce umana gli diceva: « Molti ho tratto in inganno, la maggior parte li ho abbattuti, ma ora che ho affrontato te e le tue fatiche come ho fatto con molti altri, sono ridotto all’impotenza ». 2. Poi, quando Antonio gli chiese: « Chi sei tu che così mi parli? », subito gemeva dicendo: « Io sono amico dell’impurità; mi sono incaricato di insidiare ed eccitare i giovani per spingerli ad essa. Mi chiamano spirito d’impurità. Quanti, che volevano vivere castamente, sono riuscito a ingannare! Quanti, che vivevano in castità, ho dissuaso con le mie istigazioni! 3. Io sono colui a causa del quale il profeta rimprovera quelli che sono caduti dicendo: Vi siete lasciati sviare da uno spirito di impurità; a causa mia furono gettati a terra. Io solo colui che spesso ti ha molestato e che altrettante volte si è visto respinto da te ». 4. Antonio allora rese grazie al Signore, si fece coraggio contro il Nemico e gli disse: « Grande disprezzo ti meriti; sei nero nell’animo e debole come un ragazzo. Non ho più motivo di preoccuparmi per te. Il Signore è il mio aiuto e io disprezzerò i miei nemici ». 5. All’udir questo quel ragazzo nero se ne fuggì spaventato da quelle parole temendo anche solo di avvicinarsi a tale uomo.

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Il regime di vita di Antonio

7.1. Questa fu la prima lotta di Antonio contro il diavolo o meglio la prima vittoria che riportò in Antonio il Salvatore, che ha condannato il peccato nella carne, perché la giustizia della legge si adempisse in noi, che non camminiamo secondo la carne ma secondo lo spirito. 2. Benché avesse abbattuto il demonio, Antonio tuttavia non era indolente e non faceva assegnamento su di sé; e anche il Nemico, nonostante fosse stato vinto, non smise di tendergli insidie. Gli stava di nuovo intorno come un leone, cercando l’occasione propizia per assalirlo. 3. Ma Antonio, che aveva appreso dalle Scritture che molte sono le insidie del Nemico, si dedicava intensamente all’ascesi, pensando che, anche se il diavolo non era ancora riuscito a ingannare il suo cuore mediante il piacere del corpo, avrebbe cercato di tendergli qualche altro genere di insidie, perché il demonio è amico del peccato. 4. Trattava, dunque, sempre più duramente il suo corpo e lo riduceva in schiavitù per timore che, dopo aver riportato la vittoria su alcune tentazioni, non soccombesse in altre. Decise poi di abituarsi a un regime di vita più duro. 5. Molti si meravigliavano, ma Antonio sopportava sempre più facilmente la fatica perché il suo zelo perseverante aveva generato in lui buone abitudini così che gli bastava che gli altri gli offrissero la minima occasione ed egli vi si applicava con grande zelo. 6. Vegliava così a lungo che spesso passava tutta la notte senza prendere sonno e destava ammirazione poiché faceva così non una sola volta, ma di frequente. Mangiava una sola volta al giorno, dopo il tramonto del sole; talvolta prendeva cibo ogni due giorni, spesso perfino ogni quattro. Si nutriva di pane e sale e beveva soltanto acqua. 7. È superfluo parlare di carne e di vino, perché nemmeno presso gli altri uomini pieni di zelo non si trovava nulla del genere. Per dormire gli bastava una stuoia, ma si coricava per lo più sulla nuda terra. 8. Rifiutava di ungersi con olio e diceva che ai giovani conviene piuttosto dedicarsi seriamente all’ascesi e non cercare ciò che rammollisce il corpo, ma abituarlo alle fatiche, pensando alla parola dell’Apostolo: Quando sono debole, allora sono forte. 9. Diceva, infatti, che il cuore acquista la forza quando si indeboliscono i piaceri del corpo. 10. Questa era la sua ammirevole convinzione: che la via della virtù e il ritiro dal mondo cercato a tal fine non vanno misurati in base al tempo, ma in base desiderio e alla decisione. 11. Antonio, dunque, non si ricordava del tempo trascorso, ma ogni giorno, come se incominciasse in quel momento la vita di ascesi, intensificava i suoi sforzi per progredire e ripeteva continuamente le parole di Paolo: Dimentico del passato, tendo verso ciò che sta innanzi. 12. Ricordava anche le parole del profeta Elia che dice: È vivente il Signore alla cui presenza io oggi sto. Osservava infatti che, dicendo « oggi », il profeta non misurava il tempo trascorso, ma, come se ogni volta incominciasse, cercava ogni giorno di presentarsi a Dio così come bisogna apparire a Dio: con cuore puro, pronto a obbedire alla sua volontà e a nessun altro. 13. Diceva tra sé e sé: L’asceta deve imparare sempre a ordinare la propria vita guardando a quella del grande Elia come in uno specchio.

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Il ritiro in un sepolcro

8.1. Rinvigoritosi in tal modo, Antonio se ne andò fra i sepolcri che si trovavano lontano dal villaggio. Dopo aver dato ordine a un suo amico di portargli del pane a lunghi intervalli di tempo, entrò in un sepolcro, chiuse la porta e rimase là dentro, solo. Ma il Nemico, che non sopportava la cosa, perché temeva che in breve tempo il deserto divenisse una città di asceti, una notte entrò nel sepolcro con una moltitudine di demoni e lo percosse a tal punto da lasciarlo steso a terra, incapace di parlare. 3. Antonio, poi, assicurava che la sofferenza era talmente grande da fargli dire che le percosse inflitte da uomini non avrebbero mai potuto causare tale tormento.

Per disposizione della divina Provvidenza – il Signore, infatti, non distoglie mai il suo sguardo da quanti sperano in lui – il giorno seguente giunse quel suo amico a portargli il pane. Come aprì la porta, vide che Antonio giaceva a terra come morto; lo prese, lo trasportò alla casa del Signore, nel villaggio, e lo adagiò a terra. 4. Molti parenti e la gente del villaggio stavano seduti attorno ad Antonio come presso un morto. Ma verso mezzanotte questi rientrò in se stesso, si svegliò e come vide che tutti dormivano e che solo quel suo amico era sveglio, gli fece cenno di venire accanto a lui e lo pregò di prenderlo di nuovo e di riportarlo ai sepolcri, senza svegliare nessuno.

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Apparizioni diaboliche

9.1. Riportato al sepolcro da quell’uomo e chiusa la porta come al solito, di nuovo rimase solo là dentro. 2. Non riusciva neppure a stare in piedi a causa dei colpi ricevuti dai demoni e pregava coricato. Dopo la preghiera gridava a gran voce: « Eccomi qui, sono Antonio; non fuggo ai vostri colpi. Anche se me ne darete di più, niente mi separerà dall’amore di Cristo ». 3. Poi recitava quel salmo: Anche se un’armata si accamperà contro di me il mio cuore non avrà timore. Così pensava l’asceta e così diceva. 4. Ma il Nemico, che ha in odio il bene, meravigliato che Antonio, dopo le percosse ricevute, avesse osato ancora ritornare, chiamò i suoi cani e pieno di furore disse: « Vedete che non siamo riusciti a farlo desistere né con lo spirito dell’impurità, né con le percosse; anzi si dimostra ancor più audace con noi. Attacchiamolo in un’altra maniera! ». Per il diavolo è facile assumere forme diverse per fare del male. 5. E così di notte fecero un tal baccano che tutto quel luogo pareva scosso da un terremoto. I demoni, quasi squarciando le quattro pareti della casetta, parevano entrare attraverso di esse sotto forma di belve e di serpenti. 6. E subito il luogo si riempì di immagini di leoni, di orsi, di leopardi, di tori, di serpenti, di vipere, di scorpioni e di lupi. E ciascuno si comportava secondo la forma che aveva preso: 7. il leone ruggiva con l’intenzione di assalirlo, il toro pareva prenderlo a cornate, il serpente strisciava ma senza raggiungerlo, il lupo si lanciava su di lui ma veniva trattenuto. Insomma, terribile era il furore di tutte quelle apparizioni unito al frastuono delle loro grida. 8. Antonio, frustato e ferito, provava sofferenze fisiche ancor più atroci, ma restava a giacere senza paura, con animo vigilante. Gemeva per le sofferenze fisiche, ma nella mente restava vigile e, come deridendoli, diceva: 9. « Se aveste qualche potere, sarebbe stato sufficiente che ne venisse uno solo. Ma il Signore vi ha reso impotenti, per questo cercate di spaventarmi venendo in tanti. È segno della vostra debolezza il fatto che imitiate le forme di bestie prive di ragione ». 10. Con grande coraggio diceva ancora: « Se avete forza, se avete qualche potere su di me, non esitate, assalitemi! Ma se non potete, perché agitarvi inutilmente? La fede nel nostro Signore è per noi sigillo e muro di difesa ». 11. Dopo molti tentativi, digrignavano i denti contro di lui poiché si accorgevano che stavano deridendo se stessi e non Antonio.

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Il Signore consola Antonio

10.1. Ma il Signore neppure in questo momento si dimenticò della lotta di Antonio e venne in suo aiuto. Come levò lo sguardo, questi vide che il tetto era come aperto e che un raggio di luce scendeva fino a lui. 2. I demoni erano scomparsi all’improvviso, subito cessò il dolore del corpo e la casa era di nuovo intatta. Antonio sentì che il Signore lo aiutava e trasse un sospiro di sollievo; liberato dai dolori, domandava alla visione che gli era apparsa: « Dov’eri? Perché non sei apparso fin dall’inizio per porre fine alle mie sofferenze? ». 3. E gli giunse una voce: « Antonio, ero là! Ma aspettavo per vederti combattere; poiché hai resistito e non ti sei lasciato vincere, sarò sempre il tuo aiuto e farò sì che il tuo nome venga ricordato ovunque ». 4. All’udire queste parole si alzò e si mise a pregare e fu così confortato che sentiva nel suo corpo molta più forza di prima. A quel tempo aveva circa trentacinque anni.

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