Roma, 28 luglio 2013
Legge contro l’omofobia: un serio rischio per la libertà di opinione, e un pericoloso strumento per una campagna eterofoba e cristianofoba
Onorevoli parlamentari,
intendiamo sottoporre alla Vostra cortese attenzione i rischi derivanti dal DDL contenente disposizioni in materia di contrasto dell’omofobia e della transfobia, così come formulato a seguito dell’emendamento dei relatori del 22 luglio scorso, che resta, anche dopo le modifiche apportate, un testo pericoloso sotto il profilo giuridico, come abbiamo evidenziato in un articolo pubblicato il 26 luglio 2013: http://www.lanuovabq.it/it/articoli-testo-cambiato-ecco-perche-e-pericoloso-6953.htm.
In assenza di un’espressa definizione normativa del concetto di «omofobia» e «transfobia», il rischio che si corre è quello di creare una sorta di “reato giurisprudenziale”, il cui contenuto precettivo verrà rimesso all’autorità giudiziaria chiamata a pronunciarsi sul singolo caso, con buona pace del principio di oggettività del reato e dei diritti alla libertà di opinione e di credo religioso, sanciti dagli articoli 19 e 21 della nostra Costituzione.
Tutto ciò ci preoccupa profondamente, giacché, anche alla luce di ciò che accade in altri Paesi europei, con le nuove norme proposte potrà essere considerato comportamento omofobo, ad esempio, sostenere pubblicamente:
a) che è giusto impedire agli omosessuali e ai transessuali l’accesso al diritto di sposarsi e a quello di adottare minori;
b) che l’omosessualità rappresenta una «grave depravazione», citando le Sacre Scritture della religione cristiana (Gn 19,1-29; Rm 1,24-27; 1 Cor 6,9-10; 1 Tm 1,10), o che gli atti compiuti dagli omosessuali sono «intrinsecamente disordinati», «contrari alla legge naturale», poiché «precludono all’atto sessuale il dono della vita e non costituiscono il frutto di una vera complementarietà affettiva e sessuale» (art. 2357 Catechismo cattolico).
c) che omosessualità e transessualità appartengono oggettivamente alla sfera etico-morale, e possono quindi essere sottoposte ad un giudizio di riprovazione;
d) che vi sono ambiti nei quali non può considerarsi ingiusta discriminazione il fatto di tener conto della tendenza sessuale (p.e. collocazione di bambini per adozione o affido).
I reati delineati nel disegno di legge sono accomunati dal fatto di porre omosessualità e transessualità quali valori collettivi da proteggere in sé, attraverso una tutela speciale per i soggetti che ne sono portatori, al di là di quella che il sistema penale assicura a qualunque comune cittadino. Appare del tutto evidente che siamo di fronte ad una proposta assurda, oltre che giuridicamente infondata, perché analoga protezione potrebbe essere invocata da una serie infinita di soggetti in ragione di proprie condizioni personali (obesi, fumatori, cacciatori, o anche cattolici praticanti).
Per tutti questi motivi, i Giuristi per la Vita chiedono a tutti i parlamentari chiamati al voto di non approvare il disegno di legge de quo.
Distinti saluti.
IL PRESIDENTE
Avv. Gianfranco Amato