LIBERTA’ RELIGIOSA: RIVOLUZIONI FRANCESE E AMERICANA A CONFRONTO – una nuova traduzione del saggio del diplomatico prussiano Friedrich von Gentz (1764-1832) – di Giuseppe Brienza

Una nuova traduzione del saggio del diplomatico prussiano Friedrich von Gentz (1764-1832)

 

di Giuseppe Brienza

fonte: Vatican Insider

gentz

 

A quasi sessant’anni dall’ultima edizione in commercio, quella americana del 1955 (cfr. “The French and American Revolutions Compared”, Regnery, Chicago 1955), è stata appena pubblicata una nuova traduzione dell’opera del diplomatico prussiano Friedrich von Gentz (1764-1832), “L’Origine e i principi della rivoluzione americana a confronto con l’origine e i principi della rivoluzione francese” (a cura di Omar Ebrahime, Milano 2011, pp. 164, € 16,00), apparsa originariamente nel 1800 sul mensile berlinese Historisches Journal.

Questo studio costituisce la prima analisi storica di taglio comparativo dei due grandi avvenimenti che hanno contrassegnato l’inizio dell’epoca contemporanea, la Rivoluzione francese (1789-1799) e quella americana (1775-1783) e, presentato dall’editrice cattolica “Sugarco” in questa edizione per la prima volta al pubblico italiano, ha ricevuto finora non poche recensioni positive, fra le quali quella della rivista dei gesuiti italiani “La Civiltà Cattolica”, a firma del padre Giandomenico Mucci (vedi il fascicolo n. 3878 del 21 gennaio 2012, alle pp. 202-203).

La tesi fondamentale di von Gentz è quella di differenziare, tanto dal punto di vista politico quanto da quello culturale, le due rivoluzioni, contraddicendo quindi quella successivamente sostenuta in modo acritico dalla maggior parte degli ambienti “colti” europeo – continentali, della discendenza ideale fra la Rivoluzione francese e quella americana, in modo tale da presentare la “Prima Repubblica” francese come una “repubblica sorella” di quella degli Stati Uniti d’America.

Osservatore diretto di entrambi gli avvenimenti von Gentz, in accordo a quanto sostenuto poco prima di lui da Edmund Burke (1729-1797) nelle “Riflessioni sulla Rivoluzione in Francia”, afferma che, allo stesso modo della “Glorious Revolution” del 1688, anche quella d’Oltreoceano sia stata «una rivoluzione non realizzata, ma impedita». Quella americana, infatti, è stata originata dalla violazione delle consuetudini e del diritto naturale da parte della madrepatria britannica, laddove quella di Francia si è posta fin dal suo inizio in diretta opposizione al concetto stesso di “tradizione” e dei diritti naturali della persona.

Il politologo e storico delle idee statunitense Russell Kirk (1918-1994), curatore dell’edizione del 1955 del libro di von Gentz, conferma in toto l’analisi del diplomatico berlinese, osservando come poche altre volte nella storia occidentale contemporanea i diritti fondamentali della persona, dei corpi intermedi e del corpo sociale nel suo insieme sono stati calpestati come nella Francia dell’Ottantanove e di Napoleone Bonaparte (1769-1821). Mentre nella Costituzione degli Stati Uniti sono evocati concetti come «natura umana» e «legge naturale», quelle francesi dell’Ottocento sono invece caratterizzate dall’obiettivo ultimo di ri-plasmare la natura umana e, con essa, la società, rompendo radicalmente ogni legame con il passato.

A farne le spese, soprattutto, è la libertà religiosa se, come scrive Kirk in altro saggio dedicato a von Gentz (cfr. “Stati Uniti e Francia: due rivoluzioni a confronto”, a cura di Marco Respinti, Centro Grafico Stampa, Bergamo 1995) «[…] durante la Rivoluzione americana nessuno venne perseguitato per la propria fede religiosa; e il dogma del cristianesimo in merito alla fratellanza in Cristo indusse anche i più feroci partigiani, su ciascun fronte della Guerra d’Indipendenza, a desistere dalla tortura e dal massacro, con poche eccezioni».

Friedrich von Gentz, proveniente da antica famiglia nobiliare prussiana, dopo studi giuridici sceglie di seguire la professione paterna come funzionario nell’amministrazione centrale del Reich, poi diplomatico ma, allo scoppio della Rivoluzione francese, decide di dedicarsi a tempo pieno all’attività pubblicistico-politica. Grazie ai meriti acquisiti presso la corte imperiale con il saggio “L’Origine e i principi della rivoluzione americana a confronto con l’origine e i principi della rivoluzione francese”, von Gentz è richiamato, nel 1802, nella Segreteria di Stato come Consigliere e, pochi anni dopo, per decisione del cancelliere Klemens von Metternich (1753-1859), associato al suo gabinetto. Diviene quindi fra i più stretti collaboratori dello stesso Metternich e, in questa veste, è quindi Segretario generale del Congresso di Vienna (1814-1815).

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