LIBIA. IL CAV NELLA MORSA DELLA TRIPLICE – di Piero Laporta

Deve spiazzarsi da Usa-Gb-Francia e trovare, con Germania e Russia, una soluzione politica

Dietro l’attacco alla Libia soltanto ragioni di interesse

di Piero Laporta da Italia Oggi – gruppo Class

 

vedi anche: “Libia: un’operazione anglo-americana” di Piero Laporta   (con i link agli articoli precedenti)


Silvio Berlusconi è politicamente morto se non sconfigge politicamente la Triplice (Usa, GranBretagna, Francia) che lo ha messo in un cul de sac, a combattere contro il suo migliore alleato in Mediterraneo, il colonnello Muammar Gheddafi, col quale sottoscrisse accordi di collaborazione politica ed economica che lusingherebbero anche Enrico Mattei, se fosse sopravvissuto alla bomba che fece precipitare il suo aereo.

La credibilità di Silvio Berlusconi è azzerata finché gli aerei della Triplice decollano dalle basi italiane e gli aerei italiani partecipano, più o meno sparacchiando.

Se la coalizione perde, Berlusconi perde. Se la coalizione vince, Berlusconi perde gli accordi con la Libia e danneggia quelli con Russia e Turchia.libia

Fino a gennaio, gli incubi rimbalzavano fra Washington e Londra. Il futuro metanodotto South Stream con i russi e i turchi? Rapporti privilegiati a danno dei Sauditi? Ma chi crede d’essere, questo Berlusconi? Noi, maestri di marketing cinematografico, facemmo pure un film per lustrare gli amici, predoni sauditi, a danno dei turchi!

A Londra erano lividi: guardate quanti soldi becca l’Italia da Gheddafi per le banche e le industrie! Ora anche la squadra di calcio! Ma la famigliaccia del Colonnello, non voleva continuare a portare i suoi soldi, qui da noi, in Gran Bretagna, insieme alle fabbriche? Quei due, Berlusconi e Gheddafi, che cosa credono di fare con petrolio e armamenti? Li sputtaniamo e li leviamo di mezzo, uno quest’anno e l’ altro subito dopo. Sarko! Che ne dici? «Ci penso io capo» rispose Sarko a Hussein Barak Obama. «Voi curate i mussulmani; Roma l’ammorbidisco io. Che diamine» concluse Sarko, «Sul Quirinale sventola ancora la bandiera donata dal Primo Console; qualcosa vorrà dire! Voi preoccupatevi di farla sembrare una cosa atlantica, inevitabile e, naturalmente, umanitaria».

Avanti le forze speciali! E vai coi missili!…

La verità sta venendo a galla, lentamente e inesorabilmente. Nel sito PdL e su quelli cattolici le voci dissenzienti sulla guerra in Libia si moltiplicano. Mentre la verità viene a galla, affonda inesorabilmente la credibilità di Berlusconi. Egli oggi ha una sola via d’uscita. Mosca, come avevamo previsto dalla prima ora, sta mutando l’astensione in contrarietà. Berlusconi ne approfitti. Promuova una mediazione della Russia e della Germania, ritirando immediatamente l’uso delle basi italiane, esigendo la fine dei bombardamenti. La Nato non è una soluzione, anzi peggiora il quadro illegittimo dei bombardamenti.

Sia vigile Berlusconi, non è solo la sua morte politica in gioco. Quando Gheddafi sarà caduto, se un attentato «modello Capaci» (che ci auguriamo non avvenga mai, sia ben chiaro; ma: estote parati, lo dice anche il Vangelo) se un attentato, dicevo, colpirà il Cavaliere, isolato e debole, nessuno negherà che sia la vendetta più o meno postuma dell’ex amico Gheddafi.

Il Maestro di caccia, che da tempo additiamo da queste colonne, in tal caso avrà compiuto la sua missione.

Rovesci il tavolo ora, Berlusconi, prima che lo seppellisca.

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