LIBIA, IL NO DELLA LEGA E’ CONTRO LA SUDDITANZA – di Piero Laporta

L’Italia nella missione è succube di Francia, Usa e Uk

di Piero Laporta da Italia Oggi – Gruppo Class

 


Due apparenti paradossi attraversano la scena politica italiana e, invece di discuterne, si fa retorica sul 25 Aprile.

Il primo paradosso apparente è la solitaria battaglia della Lega Nord contro la partecipazione italiana ai bombardamenti sulla Libia. Il secondo, sebbene risalente al 2 aprile, non è meno fragrante accostato al primo: il governatore della Sicilia, Raffaele Lombardo, fondatore e leader del Movimento per le Autonomie, lancia un «manifesto politico» col quale collega l’autonomismo siculo-meridionale ai «movimenti antiregime, che stanno scuotendo l’intera fascia della costa africana, dalla Siria alla Libia». Lombardo governa la Sicilia insieme al Pd, dopo innumerevoli giri di valzer. Tale formazione in tempi un più seri l’avrebbero bollata come «milazzista». Oggi, non solo è dimenticato il «millazzismo», ma è pure smarrito il ricordo che esso, come altre tossine siciliane, svelava l’influenza straniera sull’isola.Non stupisce quindi che Lombardo agiti il cartello autonomista proprio mentre Gran Bretagna, Francia e Stati Uniti destabilizzano il Mediterraneo e l’Italia.bossi

Lombardo, e con lui il Pd, fa quanto ItaliaOggi aveva previsto sin da luglio del 2010: «La secessione muterebbe il Settentrione in un orrido scenario balcanico e darebbe agio di costituire a Sud un’altra repubblica democratica». «Meglio primi in Gallia che secondi a Roma» lo disse Cesare e lo impararono i marxisti. Il separatismo vagheggiato a Nord, è bene ricordarlo, non per caso rinacque in Sicilia nel 1992 e i mafiosi l’antimafia li lasciò in pace per mezzo secolo, come capiamo in questi giorni».

In altre parole: Umberto Bossi dice di volere la secessione ma se ne guarda bene; i suoi avversari dicono di odiare la secessione e invece la perseguono lucidamente.

La sottomissione dell’Italia, obiettivo della Gran Bretagna almeno dal 1800, passa sempre attraverso la destabilizzazione del Mediterraneo e della Sicilia, coi medesimi burattinai in capo a Salvatore Giuliano e ai suoi becchini. La Lega Nord ha quindi compreso qual è la vera partita dell’interesse nazionale in gioco con i bombardamenti sulla Libia. Poco importa che questo dettaglio strida coi disegni autonomisti di Lombardo e del Pd. È invece una campana a morto, per il futuro politico di Berlusconi, la sua genuflessione al premio Nobel per la pace Hussein Barak Obama. È un nuovo 25 aprile; impossibile gabellarlo come vittoria, analogamente a quello del 1945; l’ennesimo voltafaccia senza dignità, che non sarà neppure ricordato da tribune blateranti. È uno sconfitto che non ha coraggio di resistere né dignità di perdere, che ha sognato di essere Cesare e ora coltiva la vana speranza di scampare al destino di Vercingetorige.

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