LIBIA. UN’OPERAZIONE ANGLO-AMERICANA – di Piero Laporta

Libia, i più scatenati sembrano essere i francesi ma perché gli altri due non si possono esporre

Già un mese fa gli inglesi stavano preparandosi all’attacco


di Piero Laporta    – da Italia Oggi – gruppo Class

 

vedi anche: “Libia, soffiano venti di guerra”, di Piero Laporta

 

La polemica sul comando alla Nato è tardiva e posta male. La Triplice ha intrappolato il Cavaliere, in un tunnel di cui non si vede uscita. Come abbia fatto tuttavia non è chiaro. Italia Oggi scrisse, in tempi non sospetti, che la Nato non ha a che fare con questa macelleria bombarola.libia

Non c’è il presupposto del mutuo soccorso fra alleati, perché è Gheddafi l’aggredito. Non è un intervento concertato in Consiglio atlantico, perché nessuno dei paesi alleati lo ha chiesto. La Lega per tali fondanti ragioni ha esecrato il protagonismo e la precipitazione di Ignazio La Russa, grazie al quale oggi sembriamo e siamo chierichetti di Francia e Germania.

L’ombrello della Triplice è certamente statunitense, contrariamente a quanto sostengono in queste ore personaggi contigui a Washington, come Carlo Pelanda, secondo il quale la Francia si è appropriata dell’operazione. Tesi rilanciata da “il Sussidiario”, vicino a Comunione e Liberazione. L’operazione non consiste solo di bombe e missili, non di meno più censurati della bufala iniziale dei diecimila morti causati da Gheddafi. Bombe e missili illuminano la Francia proprio per nascondere il ruolo di Usa e Gran Bretagna.

È statunitense, con la collaborazione britannica, la ragnatela contro Ben Alì e Mubarak, con la collaborazione dei Fratelli Mussulmani, a premessa del colpo su Gheddafi. I rancori dopo l’Iraq e l’Afghanistan sono ancora vivi nel mondo mussulmano. Usa e Gran Bretagna devono apparire il meno possibile. La Triplice ha quindi disegnato un piano preciso e articolato:

1) fomentare la rivolta delle piazze mussulmane che non mancano di materia prima, il dissenso, con regimi di quella fatta;

2) drammatizzare la scena grazie ad agenti prezzolati e ai boatos delle agenzie statunitensi e britanniche;

3) accusare Gheddafi di bombardare i civili (Italia Oggi ha dimostrato tecnicamente i falsi che sono in circolazione);

4) ottenere una risoluzione che desse spazio, grazie alla formula “con tutti i mezzi possibili” all’immediato impiego delle armi;

5) mettere in primo piano la Francia, unico paese mediterraneo della Triplice, per fare velo sui rimanenti due;

6) soccorrere i civili libici con i missili e le bombe su altri civili libici, che tuttavia diventano “scudi umani” di Gheddafi, secondo un copione collaudato.

La bufala da cui tutto questo ambaradam è partito, i 10mila morti ammazzati da Gheddafi (questa notizia falsa, non a caso, è stata lanciata, a freddo, dalle agenzie statunitensi e britanniche) brilla dopo il terremoto in Giappone che invece è stato sul serio piegato dai suoi reali 10mila morti.

Le operazioni delle forze speciali britanniche, che Italia Oggi anticipò largamente, nel silenzio assordante della stampa italiana ed internazionale, sono infine state confessate dal ministro della Difesa britannico, Liam Fox, quando una loro pattuglia è stata arrestata. Secondo Fox questa pattuglia stava scortando due diplomatici inglesi che cercavano contatti col governo ribelle. È mai possibile che gli azzimati diplomatici inglesi sfuggano alla cattura meglio degli atletici SAS? E che ci facevano, questi due diplomatici, così lontani da Bengasi? Fox allora confessa che erano lì da tre settimane per assistere eventuali piloti abbattuti. Quindi il governo inglese sapeva, almeno un mese prima, che avrebbe bombardato. In realtà i loro uomini erano lì da ben prima. Patetico. Non di meno, queste balle sono state bevute come se fossero vere dalla stampa italiana e dai consiglieri del governo, imbarcandoci così, tutti, e quanti, in questa avventura. Ma il conto non torna ancora. Qual è il governo ribelle? Dov’è il capo? Ma neppure in Italia il conto torna.

Come mai, per Gheddafi, tutta l’opposizione italiana ha indossato l’elmetto? Gheddafi è un terziario francescano se viene paragonato a Saddam Hussein, per il quale la stessa opposizione italiana fu accanitamente contraria e insistentemente pacifista. La Francia, potrebbe essere una risposta, allora non era in prima fila in Iraq. Lo era già stata nei Balcani e con effetti analoghi sulla nostra politica interna/estera. Come mai Berlusconi, dopo il baciamano di settembre a Gheddafi, oggi lo pugnala?

Sono queste le domande che Umberto Bossi va ponendosi, poiché sente puzza di eterodirezione sulla politica interna ed estera italiana, come accadde negli anni ’90, com’egli sa molto bene. Un bel dubbio, non c’è che dire.

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