L’INCOGNITA LIBICA E L’OPPORTUNITA’ RUSSA – di Antonio Gaspari (da L’Ottimista)

Al disastro di Tripoli si contrappone il rafforzamento dell’asse Roma-Mosca: un’intesa economica ma anche religiosa e culturale

 

di Antonio Gaspari

 

fonte: L’Ottimista berl e medv

 

 

La rivolta delle popolazioni contro dittature e povertà nei Paesi del Nordafrica, potrebbe favorire la nascita di governi democratici impegnati nello sviluppo e garanti della libertà religiosa, ma anche permettere ai fondamentalisti islamici di acquisire potere e imporre feroci dittature. In questo contesto è particolarmente preoccupante quanto sta avvenendo in Libia, perchè lo scontro in atto tra Gheddafi e gli oppositori, oltre a causare migliaia di morti, sta mettendo in difficoltà tutte le attività economiche con blocchi immediati dei lavori relativi ai nuovi investimenti. Da questo punto di vista, è l’Italia il paese europeo che rischia di perdere di più per quanto sta accadendo nel paese nordafricano.

Attualmente l’Italia importa dalla Libia il 23% del fabbisogno di petrolio ed il 30% del gas. Grazie all’accordo di amicizia sancito il 30 agosto 2008 a Bengasi, sono centottanta le imprese italiane che stanno lavorando in Libia per un interscambio complessivo di 12 miliardi di euro. In ballo non ci sono solo le attività nel campo energetico gestite dall’ENI, ma in particolare le attività nel campo delle infrastrutture. L’accordo di amicizia prevedeva infatti la costruzione dell’autostrada Ras Adjir-Emsad, 1.750 chilometri lungo l’antica via Balbia. I lavori erano stati appena avviati, ma con  l’inizio degli scontri, ogni attività è stata sospesa.

Preoccupazioni anche dal punto di vista finanziario, perchè la Libia conta su partecipazioni azionarie in Italia pari a 3,6 miliardi di Euro. I fondi libici detengono il 7,4% di Unicredit, l’1% di ENI, il 2% di Finmeccanica, il 7,5% della Juventus.

Gli scontri cruenti avvenuti in Libia il 21 febbraio, insieme all’aumento del prezzo del petrolio che è balzato a 105 dollari il barile, hanno causato un crollo alla Borsa italiana di – 3,6%.

A questi danni economici bisogna aggiungere i rischi per la convivenza sociale e la sicurezza generati da un numero sempre maggiore di profughi ed extracomunitari che stanno fuggendo dal Nordafrica e si stanno dirigendo verso le coste italiane. Le previsioni parlano di oltre trecentomila persone.

Ma a fronte di queste brutte notizie ce ne sono anche delle buone e provengono dall’Est Europa. Benché la stampa non gli abbia dato  sufficiente rilievo, la scorsa settimana (16-17 febbraio) è arrivato in Italia  il presidente russo Dmitrij Medvedev, il quale ha incontrato il presidente della Repubblica italiana, Giorgio Napolitano, il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ed il Pontefice Benedetto XVI. Il motivo ufficiale della visita di Medvedev è stata l’inaugurazione al Palazzo delle Esposizioni dell’Anno della cultura russa in Italia e della cultura italiana in Russia. Quest’anno l’Italia e la Russia ospiteranno più di 550 eventi tra mostre, concerti, forum e festival cinematografici. Ma la visita ha rappresentato un’ottima occasione per proseguire l’intenso e concorde dialogo politico ed economico italo-russo. A questo proposito Aleksandr Lukashevich, rappresentante ufficiale del ministero degli Esteri russo, ha spiegato che “l’Italia è il partner strategico e privilegiato della Russia, mentre l’Anno bilaterale della cultura permetterà di capire all’opinione pubblica internazionale quanto le relazioni tra Mosca e Roma siano avanzate e rispondono allo spirito della collaborazione reciprocamente vantaggiosa del XXI secolo”.

All’incontro con il Presidente del Consiglio si è discusso di cooperazione economica e commerciale. Nel 2010 gli interscambi economici e commerciali tra la Russia e l’Italia sono saliti a quota 36 miliardi di dollari. Inoltre si è discusso della cooperazione italo-russa nel settore dell’energia, dalle forniture del gas naturale russo all’Italia e della costruzione del gasdotto South Stream, che collegherà la Russia all’Italia e ad alcuni altri Paesi dell’Europa del Sud. Sul piano internazionale  Medvedev  e Berlusconi hanno discusso anche delle iniziative congiunte, volte a stabilizzare la situazione del Medio Oriente, dove entrambi i Paesi sono partner molti stretti sia di Israele che di Nazioni del mondo arabo.

Di notevole importanza l’incontro di Medvedev con il Pontefice Benedetto XVI. Il presidente russo è molto attento alla rinascita spirituale della Chiesa ortodossa in Russia e auspica un dialogo costruttivo tra il Patriarcato di Mosca e la Santa Sede. Nel comunicato diffuso dalla Sala Stampa della Santa Sede, al termine dell’udienza che Papa Benedetto XVI ha concesso al Presidente della Federazione Russa Dmitri Medvedev, è scritto che “la Santa Sede e la Federazione Russa desiderano rafforzare i loro rapporti”  riconoscendo “l’ampia collaborazione tra la Santa Sede e la Federazione Russa sia nella promozione degli specifici valori umani e cristiani, sia in ambito culturale e sociale”. Il linguaggio è diplomatico, ma nella realtà dei fatti, la Santa Sede e la Russia, insieme al governo italiano stanno stringendo una forte alleanza per la rinascita culturale e religiosa dell’Europa cristiana.

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