“L’inizio della vita- Luci ed ombre”. Convegno, il 24 gennaio, al Sant’Anna di Torino – di Marisa Orecchia

Il convegno, con relatori di elevato prestigio, ha potuto aver luogo, secondo  i programmi,  grazie all’intervento della polizia. I gruppi radicalsinistrorsi, violenti e prevaricatori, non esitano infatti a voler fare i censori, e il loro obiettivo è sempre chi difende la Vita, accusato, tra l’altro, di “indecente scienza di antiabortisti” e ora anche di omofobia.

di Marisa Orecchia (*)

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fdv1fdv2Cristiani-fondamentalisti-antiabortisti-omofobi: i peggiori insulti, nell’immaginario dei centri sociali e dei collettivi femministi, che sono rimbalzati in centinaia di blog, di social network e che sono stati ripresi dalla stampa allineata  e da tutta la cultura radicalsinistrorsa, politici in testa.

Destinatari,  i  membri di Federvita Piemonte, colpevoli di  aver organizzato  per il 24 gennaio  il convegno “L’inizio della vita- Luci ed ombre”, a Torino, alla clinica universitaria  di  ostetricia e ginecologia dell’ospedale sant’Anna. (CLICCA QUI per il programma completo del Convegno)

Colpevoli perché hanno osato occupare una sede universitaria, un ospedale, spazi pubblici che  devono essere evidentemente vietati alle manifestazioni  dei cristiani notoriamente fondamentalisti.

Vadano a farsele, se proprio ci tengono,  nelle sacrestie, nei loro recinti,  non vengano a contaminare “con la loro indecente scienza di antiabortisti” (sic) gli spazi pubblici.  Come osano entrare  all’ospedale sant’Anna? “Qui facciamo più  di  3.500 aborti all’anno, un terzo dei quali con la RU 486  di cui ci vantiamo di aver introdotto la sperimentazione in Italia – proclama    il ginecologo Viale, capo dei radicali piemontesi, chiedendo ai responsabili  della clinica universitaria di ritirare la concessione dell’aula – Che viene a fare qui, Federvita Piemonte?”

E non gli passa neppure per la testa che i numerosi medici, ostetriche, biologi,  tecnici di laboratorio che si sono inscritti al convegno, provenienti in gran parte proprio dal sant’Anna,  oltre che per lucrare i crediti ECM  che sono stati per l’occasione riconosciuti, siano  anche  desiderosi di ascoltare finalmente  l’altra campana, quella della vita. Dalla voce non di imbonitori  da strapazzo, ma da relatori provenienti da prestigiose  cattedre accademiche, autori di  centinaia  di pubblicazioni,  scienziati rigorosi, testimoni autorevoli.

Il convegno ha potuto aver luogo, secondo  i programmi,  grazie all’intervento della polizia che ha circondato l’ospedale sant’Anna, sbarrando  l’ingresso alla maggior parte dei dimostranti.  Solo uno sparuto gruppetto di ragazze che avevano colto l’occasione per saltare la scuola, è riuscito a filtrare  per  schiamazzare un po’ nei  corridoi. Tutto bene  quindi alla fine.

In breve due  considerazioni.

La prima:  gli spazi per i cristiani, per quanti avvertono ancora  la  voce  cogente del diritto naturale e  si rifanno all’antropologia personalista, sono sempre più ridotti. Il diritto di parlare,  di usare luoghi pubblici, di  essere interlocutori  delle istituzioni è loro sempre più spesso negato da una cultura intollerante e liberticida  pronta  al contrario  a riconoscere  a chiunque  le più sfrenate libertà e i più aberranti diritti.

La seconda considerazione riguarda quella che può sembrare una  piccola casuale irrilevante novità: l’accostamento  del titolo di omofobo a  quelli di cristiano  fondamentalista antiabortista e che invece non è per niente piccola né casuale né irrilevante. Antiabortisti omofobi: ripetuto continuamente e  a lungo, diventa quella che i linguisti chiamano una presupposizione linguistica, dove un termine richiama subito  automaticamente l’altro e  ne diventa indispensabile complemento.

Se e  quando  sarà approvata la legge Scalfarotto,  che come una spada di  Damocle pende sul nostro capo, se  reato  sarà  essere omofobi, reato sarà anche essere antiabortisti.  Aspettiamocelo.

 Nel frattempo aspettiamo anche  che coloro ai quali dovrebbe stare a cuore la sorte e il futuro dei  cristiani, presa  finalmente coscienza della situazione, facciano sentire anche la loro  voce.

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 Presidente di Federvita Piemonte

3 commenti su ““L’inizio della vita- Luci ed ombre”. Convegno, il 24 gennaio, al Sant’Anna di Torino – di Marisa Orecchia”

  1. Ebbene, se l’omofobia sarà reato, di questo reato mi macchierò, ripetutamente, scientemente, con gusto e siddisfazione di infrangere una legge stupida, voluta da stupidi non degni della qualifica di Homo Sapiens. Io reclamo il diritto di manifestare liberamente il mio pensiero, anche fuori dai canoni del politicamente corretto, e chiunque pretende di impedirmelo è un liberticida, non diversamente da uno Stalin o Hitler.

  2. Se con “coloro ai quali dovrebbe stare a cuore la sorte e il futuro dei cristiani” si intende le alte sfere del Vaticano, non credo possiamo aspettarci molto.

  3. Che il Buon Dio ci conceda di poter ancora liberamente far risuonare la Sua parola e che essa giunga benefica agli orecchi di coloro che sentono ma non ascoltano e che i loro occhi vedano finalmente ciò che finora hanno soltanto guardato. Grazie ai promotori del Convegno per il bene che fanno.

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