Ma che cos’è il Matrimonio per il “Popolo della Famiglia”?  –  di Cristiano Lugli

Dalle dichiarazioni di un esponente del PdF emerge una grande confusione di idee sul concetto stesso di famiglia. Ci agita inutilmente nell’ “azione” se ci si scorda che il nostro primo compito è servire e amare interamente Gesù Cristo.

di Cristiano Lugli

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zlabirintiLa chiarezza ai giorni nostri non è mai abbastanza, e sicuramente il vuoto senso politico che i partiti oggi esprimono smuove qualche buona anima a sperare qualcosa da chi, molto timidamente, prova a non allinearsi del tutto con il carroccio laical-comunista che governa sopra il collettivo mentale della società, specie quella italiana.

Sono stati spesi fiumi di parole su Riscossa Cristiana per parlare dell’ibrido nato dalla scissione Adinolfi-Amato dal Comitato “Difendiamo i  nostri figli”. L’operazione Popolo della Famiglia, auto-demolitasi alle ultime elezioni amministrative, è stata la speranza di tanti cattolici – e non – inclini alla macchina malminorista del Family Day, che si aspettavano forse qualcosa di più, perlomeno come percentuali di voto.
Non occorre ricordare, poiché già è stato fatto altre volte, quali sono stati i motivi che hanno lasciato spazio ad ogni tipo di dubbio e/o perplessità sul suddetto progetto politico, ma evidentemente si è anche capito che qualcuno continua a vedere nel partito di Adinolfi l’unica soluzione possibile o perlomeno comprensibile, davanti allo scenario macerato di una civiltà che non ha più nulla di cattolico, tanto meno gli uomini di Chiesa.
Qualcuno infatti suggeriva magnanimità verso un partito politico che avrebbe avuto nei suoi progetti “l’abolizione della legge 194 e del divorzio”. A parte il fatto che ambedue le posizioni risultano davvero poco credibili, a rinforzare le nostre perplessità sono proprio le malsane idee che regnano fra alcuni componenti del Popolo della Famiglia.

Recentemente il candidato sindaco Pdf di Bologna, Mirko De Carli, ha postato sul proprio profilo Instagram una notizia che ha davvero fatto accapponare la pelle: non tanto per i contenuti dello scritto, ma quanto piuttosto per l’audacia ed il coraggio con cui si è esposto pubblicamente, senza nessun tipo di vergogna e con una iattanza – si spera – inconscia, non voluta.

De Carli ha scritto:

Si può lottare per qualcosa solo se ci si crede veramente. Io e A. U. ( nome della consorte ) lo abbiamo fatto in questi anni dando tutto del nostro amore per la buona battaglia. Ora offriamo il nostro essere sposi al mondo. Ci siamo sposati prima in Comune per rendere plastico ed evidente quanto ci sia bisogno di nuove famiglie, quanto ci sia bisogno di matrimoni e non di unioni civili e quanto ci sia bisogno di cristiani innamorati fino in fondo della loro fede al punto di viverla pubblicamente senza reticenze“.

Ora, viene da chiedersi veramente a quale ideale di “matrimonio” si riferisca il Nostro, a quale tipologia di “nuove famiglie” e soprattutto a qual modello di fede da vivere “pubblicamente e senza reticenze”. Un discorso di questo tipo, in una civiltà veramente cattolica, avrebbe ottenuto l’unico risultato di dare grande scandalo in foro esterno, non certo le barcate di “like”che il suddetto post ha incassato, da un gran numero di (sedicenti) cattolici.

Dunque ci si chiede: forse che cristianamente questo tipo di scelta “civile” possa rendere un buon esempio alla famiglia che, se non fondata su Sacramento e morale cattolica, torna ad essere una semplice unione naturale e pre-cristiana?

Ovviamente no. E non solo, unirsi prima civilmente è pure causa di grave peccato, e a dirlo non è il sottoscritto ma il Catechismo della Santa Romana Chiesa:

411. Gli sposi cattolici possono anche compiere il Matrimonio civile?

Gli sposi cattolici non possono compiere il Matrimonio civile nè prima nè dopo il Matrimonio religioso: che se lo osassero anche con l’intenzione di celebrare in appresso il Matrimonio religioso sono dalla Chiesa considerati pubblici peccatori.”

Pur considerando le varie dispense annesse con sempre maggior frequenza dal Concilio Vaticano II in poi, questi moniti non possono essere aboliti e mai soprattutto verranno superati: è infatti la natura stessa del Matrimonio, elevato a Sacramento per volontà di Nostro Signore Gesù Cristo, a impedire sotto pena grave che questo sia sentenziato anzitutto civilmente, e quindi da una pseudo autorità che non ha nessun poter di vincolare soprannaturalmente due persone. Nel merito di tale pericolo si pronunciò veracemente Pio XI nell’importante Enciclica “Casti Connubii“.  Riferendosi all’atto civile specificò infatti l’insidia celata dentro ad esso, confermando invece la grandezza delle nozze cristiane:

La qual natura religiosa del matrimonio e la sublime sua significazione della Grazia e dell’unione fra Gesù Cristo e la Chiesa, richiede dai futuri sposi una santa riverenza per le nozze cristiane e un santo amore e zelo perché il matrimonio che stanno per contrarre, si avvicini il più possibile al modello di Cristo e della Chiesa.” 

Non contento il nostro De Marchi rincalza la dose illuminandoci su quali saranno i prossimi passi di questo matrimonio che potremmo definire “work in progress”. Nello stesso post infatti dice anche:

Non ci fermiamo qui: in Grecia ad agosto faremo il rito ortodosso ( A**** è ortodossa ) e ad ottobre quello cattolico (con testimone un vero amico come Mario Adinolfi) . Tre piccoli segni di una coppia che sente sulla propria pelle il senso autentico della parola ‘matrimonio’ “.

zzzzpdfmglAnche queste ultime dichiarazioni appaiono veramente degne di nota, in quanto traspare una palese confusione sul senso del matrimonio che, se non è cattolico – e uno che si dichiara tale dovrebbe saperlo – ha già tutti i presupposti per essere considerato “non buono”, se pur valido.

Nel caso in questione si potrebbe dunque riassumere così l’importanza che viene data alla Chiesa di Cristo, ai suoi sacramenti e alla romanità di essa: si inizia dal Comune, per dare l’esempio che vi è bisogno di ‘matrimoni’ (?) e non di unioni civili, poi si procede dando spazio agli scismatici, come che tutto fosse lecito e regolare (tanto ci si presenta con il permessino dell’ordinario di turno ) e poi, giusto infine, si fa il terzo step, che più che step è un vero e proprio non-sense, contraendo doppio (triplo?) matrimonio con rito cattolico.

Verrebbe da ridere cari amici, se non vi fosse da piangere, e se non fosse che siamo davanti ad esponenti di un partito che vorrebbe salvare la famiglia dai tentacoli del mondo invertito.

Ma sempre per non volermi ergere a maestro di Cattolicesimo, rimando volentieri i lettori alle parole di S.S. Pio XI:

“Molto mancano su questo punto, e talora mettono in pericolo la loro salvezza eterna, coloro che, senza gravi motivi, contraggono matrimonio misto. Da siffatti matrimoni misti il provvido amore materno della Chiesa distoglie i fedeli per gravissime ragioni, come risulta da molti documenti compresi in quel canone del Codice di diritto canonico, dove si legge: « La Chiesa con ogni severità vieta dappertutto, che si contragga matrimonio tra due persone battezzate, delle quali una sia cattolica, l’altra appartenente a setta eretica o scismatica; se poi vi è pericolo di perversione del coniuge cattolico e della prole, il matrimonio è vietato dalla stessa legge divina » Ed anche quando la Chiesa si induce, attese le circostanze dei tempi, delle cose e delle persone, a concedere la dispensa da queste severe disposizioni (salvo il diritto divino e rimosso con opportune guarentigie, quanto è possibile, il pericolo di perversione), non può non avvenire, se non difficilmente, che il coniuge cattolico abbia a risentire qualche danno da siffatto matrimonio. Da esso infatti non raramente deriva nei discendenti una luttuosa defezione dalla religione, o almeno il cadere facilmente nell’indifferenza religiosa, vicinissima alla incredulità ed alla empietà. Inoltre, in questi matrimoni misti, è resa molto più difficile quella viva unione degli animi, la quale deve imitare il mistero dianzi ricordato, cioè l’arcana unione della Chiesa con Cristo. Verrà a mancare facilmente la stretta unione degli animi, la quale, com’è segno e nota distintiva della Chiesa di Cristo, così dev’essere distintivo, decoro ed ornamento del coniugio cristiano. Infatti suole sciogliersi o almeno rallentarsi il vincolo dei cuori, dove è diversità di pensiero e di affetto circa le cose più alte e supreme dall’uomo venerate, cioè nelle verità e nei sentimenti religiosi. Quindi viene il pericolo che languisca l’amore tra i coniugi e ne vadano in rovina la pace e la felicità della famiglia, la quale fiorisce principalmente dall’unità dei cuori. E così, già da tanti secoli, l’antico diritto romano aveva definito: « Il matrimonio è la congiunzione dell’uomo e della donna nel consorzio di tutta la vita e nella comunicazione del diritto divino ed umano » ( Modestinus, in Dig.; lib.23,2; De Ritu nuptiarum, lib. 1, Reg. ).”

La Chiesa sostanzialmente ha dunque sempre sconsigliato i matrimoni misti, denunciandone i pericoli che si celano dietro ad una sostanziale diversità di vedute, “alla diversità di pensiero e di affetto circa le cose più alte e supreme dall’uomo venerante“, la quale porta certamente divisioni di cuori, se questi sono trasportati ad avere finalità trascendenti.

Un esempio potrebbe essere quello legato alla Vergine Santa e Madre di Dio, della quale gli ortodossi  negano il dogma dell’Immacolata Concezione, affermando che la Vergine sarebbe stata concepita con il peccato originale, ma che poi sarebbe stata purificata al momento del concepimento del Verbo Incarnato.

A tale stregua, per comprendere meglio la pericolosità dei matrimoni misti in candide vestigia ecumeniche – quindi non solo con ortodossi – è interessante ascoltare le parole di San Luigi Maria Grignion de Montfort nella splendida opera de “Il trattato della  vera devozione a Maria“:

Chi non ha Maria come Madre, non ha Dio come Padre. Perciò i non credenti, gli eretici, gli scismatici,ecc…, che hanno in odio, o disprezzano, o sono indifferenti verso la Vergine Santa, non possono avere Dio come Padre, anche se lo pretendono, perché non hanno Maria come Madre: se infatti l’avessero come Madre, la tratterebbero con amore e onore, come un vero e degno figlio ama naturalmente e onora sua madre, che gli ha dato la vita.”

Queste importanti ammonizioni sono ovviamente valide per tutti, ma in particolare per chiunque pensa che sia possibile il connubio tra fede cattolica e qualsivoglia altra visione delle cose, eretica, scismatica, atea o agnostica che sia.

Che dire, non ce ne voglia Mirko De Carli, e non ce ne voglia nemmeno l’intero Popolo della Famiglia: qui non è un problema di persone, qui il problema è di natura assolutamente ideologica. Manca propria tutta intera la chiarezza che ogni buon cattolico dovrebbe avere, e del senso del Matrimonio, e del senso di Famiglia con la “F” maiuscola; si spiattella agli amici la propria visione assurda di Matrimonio e lo si fa ergendosi a paladini e difensori di un confusionario progetto a difesa della famiglia.

Il problema d’altronde è sempre il medesimo: si vuole combattere in difesa della cosiddetta famiglia naturale, come se questa fosse l’essenza e lo scopo del suo essere tale, dimenticandosi invece che l’unico modello che possa veramente esistere, con scopi e fini ben precisi e voluti da Dio stesso è la sacrosanta FAMIGLIA CATTOLICA. Solo con questa si potranno sconfiggere le nefandezze profilate dal mondo moderno, per eccellenza anticristico. Solo in questo modo si potrà ricostituire un barlume di luce e di speranza nella grottesca notte buia degli ultimi secoli: non è infatti la “famiglia naturale” che dà dignità alla famiglia cattolica, quanto piuttosto l’esatto contrario.

Orbene, siamo in tempi di pieno libertinismo, siamo davanti ad una massa di eredi di quel fu Cattolicesimo che ha lasciato tanti papa-boys tra cui quelli del Pdf, tanti figli della “Dignitatis Humanæ” e di “Nostra Ætate“. Di chi meravigliarsi, dunque? La morfologia del Matrimonio è mutata da quando la chiesa vatican-secondista ha volutamente deciso di rivoluzionare la filosofia dell’essere che da sempre l’ha contraddistinta, affidata alla grandezza di San Tommaso d’Aquino, il Doctor Angelicus che con il Suo pensiero e la Sua scuola ha sempre scavalcato i due errori che nel tempo si sono contrapposti: il fideismo e il naturalismo.

I papa-boys di Giovanni Paolo II, come già detto fautori del Pdf, hanno infatti continuato l’opera che a tutti ricorda la grande difesa della famiglia ( “Familiaris Consortio” prima fra tutte ) , ma che in realtà ha rimosso la filosofia dell’essere, ha paragonato come eguali i fini del Matrimonio, senza distinguere i primari dai secondari, ed ha infine ideato una nuova corrente filosofica di stampo modernista: il personalismo.

Non ci sarebbe nulla di strano, se non fosse che ancora tanta confusione regna nell’elettorato italiano cattolico, che in procinto e con il presentimento di essere arrivati ad uno stadio terminale senza ritorno, si aggrappa a chi predica male e razzola ancor peggio. Il caso di cui si è parlato qui sopra non vuole infatti essere un insignificante attacco personale, ma piuttosto un monito per chi ancora avesse dei dubbi sulle confuse e pericolose idee che si  camuffano fra i meandri di un partito che usa dichiararsi cattolico.

Il matrimonio genera figli ed è quindi opportuno un cenno all’educazione dei giovani, perché lo stesso problema si può certamente ripresentare nell’istruzione da dare ad essi, viste le spaventose e sempre meno nascoste follie promosse nella scuola pubblica. Correre ai ripari cercando di eliminare o sormontare il problema gender vuol dire iscrivere il proprio figlio, tutt’al più, ad una scuola diocesana, privata, ma questo comporta tutto un altro tipo di rischi da non sottovalutare. Proprio come nel caso del confusionario modello di famiglia presentato, le scuole diocesane a cui si ricorre mantengono tutto intero il problema educativo; si rischia di mettere il figlio in mani di chi – alcuni in malafede altri probabilmente no – vedrà corretto proporre un modello d’istruzione basato sull’ingerimento costante di pillole solubili di Amoris Lætitia, un vero e proprio anticoncezionale contro il Cattolicesimo,  voluto da una chiesa che “deve essere in cammino, alla ricerca della Verità”, riscontrando poi che non si è certamente davanti ad un fenomeno allotropo, non avendo questo “cattolicesimo ad personam” la stessa autentica derivazione del Cattolicesimo tradizionale.

I rischi saranno dunque ancora più imponenti, e il presupposto sarà quello di mettere la crescita spirituale e morale del proprio figlio di fronte a un bivio molto arduo, trovandosi sballottato fra due correnti di tipo opposto: quella voluta dai genitori, cattolici, autentici fedeli della Santa Chiesa, e quella dei modernisti più scellerati, che si adoperano per creare nuovi operatori sociali per la chiesa onlus che vorrebbero.

L’unica soluzione possibile oggi allora è, come già detto in altre occasioni, non la ricerca di un assetto volto a tappare momentaneamente i buchi, ma l’identificazione in qualcosa che possa essere intenzionalmente retto su fondamenta sicure: scuole veramente cattoliche, gestite da famiglie veramente cattoliche. L’impresa è certamente grande, e vista così potrebbe risultare utopica, ma se ci si pensa attentamente non si può negare che oggi urge impegnarsi in questo, prima di qualsiasi altra cosa.

Il nemico è troppo forte, ha oramai troppi tentacoli ovunque e l’unico modo per resistere è proprio creare piccoli nuclei di resistenza cattolica, come diceva poco tempo fa lo stesso dott. Gnocchi, nuclei che si applichino in ciò che ora è più che mai minato e sconvolto, sradicato da ogni basilare valore spirituale ed umano.

Per fare ciò è quindi sempre più doveroso affermare, con forza e decisione, che la fede tutta intera, retta ed amorosa verso la Santa Romana Chiesa deve avere il primato su ogni cosa.

Il fine di questa tremenda battaglia contro il Demonio che vuole distruggere la famiglia non è quello di salvare la famiglia naturale per un vago amore di essa, come vorrebbe la costola staccatasi dal già difettoso Family Day, ma servire ed amare Gesù Cristo interamente, con fedeltà implicita verso la Sua Santa ed Immacolata Sposa. “Nihil amori Christi prœponere” insegna San Benedetto nella Regola, e solo così ogni coraggioso atto in contrasto al vile mondo potrà trovare la sua ragion d’essere, e forse anche l’aiuto divino per creare una resistenza vera e pronta a tutto pur di difendere la “Verità che tanto ci sublima“, per dirla come Dante.

Non possiamo, cari amici, vendere per così poco un tesoro talmente grande come il Depositum fidei tramandato nei secoli dalla Tradizione; non possiamo e non dobbiamo arrampicarci sui scivolosi specchi predisposti da chi tenta di contrastare il Male con gli stessi mezzi del Male. La virilità cattolica è qualcosa di grande, di molto più grande e va riscoperta e rievocata tramite quel bisogno ancestrale che, volente o nolente, risiede in ognuno di noi.

Mai mi si toglieranno dalla mente quelle soavi e sublimi parole che il compianto Mario Palmaro soleva dire a dispetto di questi tempi, di questa classe politica, e mai più che ora dovremmo sentire il bisogno di farle pienamente e nuovamente nostre:

” (…) Se i primi cristiani, di fronte alla prospettiva di bruciare un po’ di incenso alle divinità pagane o all’imperatore, avessero ragionato come ragionano questi politici cosiddetti cattolici, noi oggi non saremmo cristiani. Ma per non bruciare un po’ di incenso questi cristiani si sono fatti sbranare dai leoni. Questa è la sequela di Cristo. Questa è la storia della Chiesa. Questo vuol dire essere cristiani. Questo ci è richiesto.”

10 commenti su “Ma che cos’è il Matrimonio per il “Popolo della Famiglia”?  –  di Cristiano Lugli”

    1. Dove l’ avvocato Amato sia compromesso con la Cei, me lo dica cara Anna Maria.
      Forse parla come Galantino ? ( Bagnasco conta zero).
      Avessi io il suo coraggio, di tenere conferenze perennemente sabotate dalla sinistra, violenta e leninista, che la polizia argina male, eseguendo gli ordini di quel voltagabbana di Alfano.
      Su Adinolfi – non ostante sia il benianimo di Costanza Miriano – invece ho molte perplessità.

  1. Gentile signor Cristiano, vista la presenza nel PdF di questo Mirko De Carli, potrebbe suggerire verso quale altro partito orientare, eventualmente,il voto?

    1. Cristiano Lugli

      Carissimo Sig. Fausto, Le rispondo volentieri! Prima però vorrei fare una serie di contro domande: ma è per forza necessario trovare qualcuno a cui dare il voto? Voglio dire, qualcuno ci obbliga a trovare qualcosa di meno peggio, votato al male minore, a cui dare una possibilità? Credo piuttosto che proprio questa sia la cosa da evitare. Forse che la democrazia abbia portato buoni frutti? Forse che la devastazione di una civiltà gerarchica ci debba far sentire in colpa se non andiamo a votare? Passando al voto: ciò che mi sento di consigliare è un bel voto alla Santa Vergine, una bella Consacrazione alla Madre dell’Incarnata Sapienza. Le consiglio davvero, con il cuore, di procurarsi “Un segreto di felicità” dove potrà trovare la preparazione di 30 giorni per Consacrarsi a Maria SS. con il finale atto scritto dal Montfort. Questo, caro Fausto, è l’unico voto che dovremmo emettere in tempi così bui, dove la classe politica intera collassa sempre più sul diabolico pavimento democratico.
      Un caro saluto!

  2. Questo “”formato PDF”, caro Lugli, è vun po’ come lo specchio di come sia il cattolico bello e rinnovato: aperto al mondo,non rinchiuso negli angusti stereotipi, diciamo anche un po’ osé, quel tanto che basta per non mostrarsi bigotto, ma poi davvero cristiano, uno che non può fare a meno di sposarsi in chiesa, anche se il/la consorte è di un’altra religione, che tanto ci sono le opportune dispense e tutto va bene lo stesso: usciti di chiesa, però, ognuno resta se stesso e chissà se ci si ritorna più e come si educheranno i figli? Ne conosco una di coppia simile: pressoché atea. Tutto pare vada ben. Ma andrà bene al Padreterno?

  3. Personalmente, dopo anni e anni nei quali sono andato a votare trattenendo i conati di vomito, ora grazie al popolo della famiglia posso tornare a dire la mia anche nella cabina elettorale. Stando a posto con la mia coscienza. Che siano in tanti o in pochi poco importa. E’ e sarà l’unico voto possibile per quanto mi riguarda.

  4. Leggo nell’articolo che “in agosto faremo il rito ortodosso e in ottobre il rito cattolico” e pongo la domanda: farà in tempo il De Marchi a sposarsi col rito cattolico dato che in ottobre il signor Bergoglio alias “papa” celebrerà lutero e magari fonderà chiesa cattolica e chiesa protestante insieme? Conviene anticipare i tempi finchè rimane qualcosa di cattolico nei riti della Chiesa.

  5. “Mettono in pericolo la loro salvezza eterna”…. Già, perché c’è ancora qualcuno che ne parla? Conoscete sacerdoti che vi parlano dell’aldilà? C’è ancora qualcuno che sa cosa sono i Novissimi? Provate a chiederlo ad un ciellino, per esempio. Esiste solo l’aldiqua, il qui e ora, al massimo un aldilà con un bel inferno vuoto. Quindi perché porsi il problema?

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