Marcia per la Vita 2015. Intervista a Virginia Coda Nunziante

Mancano meno di cinque mesi alla prossima Marcia per la Vita, che si terrà a Roma domenica 10 maggio 2015. Abbiamo chiesto a Virginia Coda Nunziante, portavoce della Marcia e da anni organizzatrice instancabile di questo evento, di fare con Riscossa Cristiana il punto della situazione.

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zzvrgnRiscossa Cristiana: Cara Virginia, dal 2011 – quando si fece a Desenzano la prima marcia – alla quarta marcia, tenuta lo scorso 4 maggio a Roma, è stato un impressionante crescendo di adesioni, fino ad arrivare agli oltre quarantamila partecipanti della scorsa edizione. Possiamo già fare una previsione per il 2015?

Virginia Coda Nunziante: E’ sempre difficile fare una previsione attendibile per eventi del genere, dal momento che le variabili che possono incidere sul numero dei partecipanti sono molte e difficilmente controllabili. Certo è che noi del Comitato per la Marcia lavoriamo proprio al fine di favorire un sempre maggior afflusso di persone alla manifestazione, soprattutto cercando di far tesoro delle esperienze passate. Ad esempio, per la prossima edizione abbiamo deciso di cambiare l’orario di partenza della Marcia, spostandolo dalla mattina alle due del pomeriggio, con l’idea che tale cambiamento possa favorire una partecipazione ancora più grande.

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RC: Al di là dei numeri, che comunque parlano da soli, possiamo in poche righe spiegare “cos’è” la Marcia?

VCN: Con la Marcia per la Vita ci proponiamo essenzialmente di far emergere dall’oblio politico, culturale e mediatico in cui per decenni è stato relegato, lo scandalo dell’aborto di stato. Come sappiamo, ogni giorno centinaia di bambini non nati vengono uccisi con crudeltà negli ospedali italiani in nome di un inesistente diritto di scelta; come se queste creature innocenti non fossero esseri umani ma oggetti nelle mani delle loro madri e delle Istituzioni. L’aborto è pertanto una nuova forma di schiavitù in cui alla donna è dato per legge pieno potere di vita e di morte sull’innocente che porta nel grembo. Tale situazione è inaccettabile, al pari dell’assordante silenzio che avvolge il più grande genocidio della storia dell’umanità. Le migliaia di persone che prendono parte alla Marcia per la Vita squarciano, seppur per un giorno, tale muro di menzogne ed omertà, rendendo finalmente visibili coloro che per gran parte dell’opinione pubblica sono solamente dei rifiuti ospedalieri.

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RC: Da parte di alcuni lettori ci viene posta questa obiezione: mentre la Marcia di anno in anno vede un crescendo di partecipazione, a livello politico nulla è cambiato, e la legge 194 è sempre vigente e “intoccabile”. Non servirebbero quindi strumenti più incisivi?

VCN: Le guerre si vincono con buone strategie e molta pazienza. Non è ragionevole pensare di cogliere risultati significativi a livello politico in così poco tempo, soprattutto in un clima generale di attacchi sistematici alla famiglia ed alla vita, che arrivano non solamente dagli organismi nazionali ma anche e soprattutto da quelli sovranazionali. La Marcia per la Vita è divenuta oggi un evento internazionale che vedrà anche quest’anno convergere a Roma i rappresentanti delle maggiori organizzazioni pro-life del mondo. La Marcia però, come abbiamo sempre sottolineato,  non è un’associazione o un movimento, ma solo un punto di incontro, in cui confluiscono gruppi e  iniziative pro-vita che ci auguriamo sempre più numerose, in Italia e nel mondo.

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RC: Negli scorsi anni i partecipanti alla Marcia sono aumentati nonostante l’assenza dei “grandi movimenti” cattolici. Quest’anno la situazione è la stessa, o sono previste adesioni ufficiali di movimenti cattolici? E dalla gerarchia ecclesiastica sono già arrivate adesioni significative?

VCN: Stiamo lavorando anche in questo senso ma ciò non deve essere la nostra principale preoccupazione. La Marcia per la Vita si sta imponendo da sé, coi numeri e con la forza di attrazione che esercita nella comunità dei credenti. Anche in questo caso bisogna avere pazienza e di anno in anno vedremo certamente crescere le adesioni di movimenti e associazioni che per il momento non figurano nell’elenco. Ogni anno sono arrivate dalla gerarchia ecclesiastica delle adesioni significative e sono certa che anche quest’anno non mancheranno. Ma la Marcia per la Vita, benché promossa da cattolici, non è in alcun modo una iniziativa ecclesiale. Ciò che ci spinge ad agire è il nostro essere cattolici, coscienti del dovere che abbiamo di fronte a Dio e alla società nella quale viviamo, di essere coerenti con la nostra fede e di non poter accettare la violazione conclamata della legge divina e naturale. La Regalità sociale di Cristo è, per me personalmente, un ideale irrinunciabile.

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RC: Come si concilia questo ideale con la partecipazione alla Marcia di confessioni religiose diverse?

VCN: Bisogna partire dal presupposto che la Marcia è un evento, e non un movimento. Se fosse un movimento o un’associazione, la partecipazione di esponenti di diverse idee e religioni non sarebbe ammissibile, perché ne  falserebbe lo spirito. Ma i rappresentanti di religioni diverse che hanno partecipato negli anni precedenti alla Marcia, e mi auguro continuino a partecipare, non sono invitati sul palco ad esporre i loro principi religiosi o morali. Sono mischiati tra la folla, accanto a una quantità innumerevole di persone di cui non conosciamo l’identità e tra cui ci possono essere persone anche molto lontane dalle nostre idee. Ma noi non diamo loro la parola. Il Comitato è molto attento a non inquinare il messaggio essenziale che fin dall’inizio ha contraddistinto la nostra Marcia. No al’aborto, senza compromessi.

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zzmrc1RC: Il Comune di Roma lo scorso anno non ha fornito, a differenza degli anni precedenti, un supporto alla Marcia. Per quest’anno ci sono novità?

VCN: La situazione è in evoluzione, anche per la città di Roma, e non possiamo in alcun modo fare previsioni. Il Comune è una istituzione con cui dobbiamo interagire, come la Questura e la Prefettura, e il Sindaco di Roma non ha certo dimostrato di sposare la nostra causa …

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RC: Immagino che il lavoro organizzativo per un evento di tali dimensioni sia notevole. Su quali aiuti può far conto il Comitato per la Marcia? Un privato, come me, come uno dei nostri lettori, cosa può fare concretamente per aiutare l’organizzazione?

VCN: Non abbiamo sponsor, ma la Provvidenza ci ha fin qui aiutati. Il Comitato ha bisogno di ogni genere di aiuto, da quello economico a quello organizzativo, ma anche la preghiera, perché nulla può riuscire senza l’aiuto di Dio. Prepararsi alla Marcia significa anche farla conoscere. Diffondere l’evento della Marcia alle persone con cui entriamo in contatto, condividerlo sui social network, organizzare riunioni private o pubbliche sul tema della vita, organizzare un pullman dalla propria città, tutto può contribuire in maniera significativa. In ogni caso, chiunque voglia cooperare in qualsiasi modo alla buona riuscita della Marcia non esiti a contattarci, visto che tante gocce formano il mare ma una goccia non fa nulla senza le altre.

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RC: Cosa possiamo quindi dire ai lettori di Riscossa Cristiana per invitarli a partecipare alla Marcia per la Vita?

VCN: Partecipare alla Marcia non è importante solamente per centrare l’obiettivo che essa si propone, ossia giungere all’abrogazione della legge 194, ma anche per testimoniare il nostro impegno a difesa dei più deboli ed indifesi. La Marcia è pertanto una grande opportunità che la Provvidenza ci offre ed è quanto mai opportuno non lasciarcela sfuggire, per noi stessi, per i nostri fratelli più piccoli e meno fortunati e per la maggior gloria di Dio.

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Ringraziamo Virginia Coda Nunziante per la sua disponibilità e le sue chiare risposte. E per chiudere non ci resta che dire: l’appuntamento è a Roma, domenica 10 maggio 2015, alle ore 14.

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Invitiamo tutti i lettori a visitare il sito della Marcia per la Vita. Per contatti e informazioni, utilizzare l’indirizzo di posta elettronica info@marciaperlavita.it , oppure cliccare qui

4 commenti su “Marcia per la Vita 2015. Intervista a Virginia Coda Nunziante”

  1. Carla D'Agostino Ungaretti

    Non ho un carattere del tipo che si piange addosso, ma per l’ennesima volta devo dire quanto mi dispiace non avere venti o trent’anni di meno ed avere invece le articolazioni sinistrate! Perché sarei scesa in campo con tutte le mie forze per combattere quell’omicidio premeditato che, con gentile eufemismo atto ad edulcorarlo, viene chiamato IVG. Sì, premeditato, perché al pari dell’assassinio studiato e programmato a tavolino, ha l’aggravante della premeditazione che ne eleva l’efferatezza all’ennesima potenza.
    Con queste mie povere parole, voglio invitare tutti coloro che hanno forti e “volenterose” ginocchia a venire a Roma per partecipare alla marcia, rivolgendo un pensierino a me che potrò solo seguirla da casa pregando lo Spirito perché illumini questa povera umanità che, credendo di fare un’opera buona, si trasforma invece in assassina.

    1. Cara Carla, il Suo commento è da INCORNICIARE: ha descritto l’aborto in un modo a dir poco formidabile!
      “OMICIDIO PREMEDITATO”; “al pari dell’assassinio studiato e programmato a tavolino, ha l’aggravante della premeditazione che ne eleva l’efferatezza all’ennesima potenza”: sarebbe fantastico sentire queste frasi uscire dalla bocca dei nostri Pastori!

  2. Bravissima e valorosa la dott.ssa Virginia. Non conta affatto il placet di organismi politici. Brilla invece la Fede autentica di quanti, Consacrati o Laici, attraverso la loro libera adesione riaffermano il valore della Vita, senza paura né compromessi. Quella Vita così preziosa che non può essere perduta perché ” ….è costata troppo cara al nostro Signore Gesù …” secondo le parole di San Pio da Pietrelcina. Il Signore la benedica e doni a tutti i Suoi figli frutti abbondanti di Pace.

  3. cesaremaria glori

    La battaglia per la vita, equivalente alla battaglia per la salvaguardia della fede cristiana, è appena cominciata e giustamente, come afferma Virginia, non si possono attendere risultati di vittoria facile e a buon mercato. Sarà una battaglia lunga, combattuta in condizioni di manifesta inferiorità materiale e numerica. Sarà una guerra lunga ove le sconfitte potranno anche essere numerose e ripetute ma la guerra la vincerà chi avrà la fede più salda e la consapevolezza che la si combatte per Cristo e per il futuro della Chiesa e della collettività nazionale e generale. Siamo tornati ai tempi delle persecuzioni imperiali e non possiamo attenderci risultati liberatori a breve scadenza ma soltanto confortanti constatazioni di essere ancora vivi e presenti per continuare la lotta, una lotta di resistenza ad un nemico forte aggressivo e numeroso. La sorte della Chiesa in ogni tempo e in ogni luogo non può essere diversa da quella di Gesù quando era sulla terra,. Egli non venne per portare una pace buonista.

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