Marcia per la Vita: quest’anno è sotto la protezione della Santa Sindone – di Cristina Siccardi

Quest’anno la Marcia per la Vita si terrà in un giorno molto particolare, ovvero nella festa della Santa Sindone: il Sacro Panno che testimonia sia l’impronta della Morte di Gesù Cristo sia l’impronta della Sua Resurrezione. Nella Biblioteca Nazionale Universitaria di Torino è conservato l’Officium et Missa Sanctissimae Sindonis, un manoscritto membranaceo degli inizi del secolo XVI, proveniente dalla Libreria ducale di Casa Savoia e gravemente danneggiato nell’incendio che colpì la stessa Biblioteca nel 1904, contenente il testo del primo ufficio scritto dal domenicano Antoine Pennet e presentato al duca Carlo II di Savoia.

di Cristina Siccardi

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zsacra_sindone_03Questo ufficio venne approvato nel 1506 da Papa Giulio II, che fissò la festa liturgica della Sindone proprio il 4 maggio, giorno successivo alla festa della Santa Croce.Oltre al manoscritto in questa Biblioteca è conservata anche la Sindon Evangelica di Filiberto Pingone del 1581; si tratta della prima opera completamente dedicata alla Sindone e alla sua storia – dalla sepoltura di Cristo fino all’arrivo nel Duomo di Torino – redatta per presentare alla corte sabauda una preziosissima raccolta di testi e di documenti, divenuti oggi sconosciuti, fra i quali è presente la bolla di Giulio II che decreta la festa liturgica del 4 maggio.

Della presenza di Gesù nel mondo ci sono rimaste – al di là degli innumerevoli scritti (sia sacri che storici), delle innumerevoli opere artistiche, delle numerose testimonianze nei luoghi sacri dove visse, dove morì, dove resuscitò – le Sue reliquie: la Croce, gli strumenti del martirio, e tre Sacri Panni di identità certa (quello di Santa Veronica è, invece, di difficile collocazione): la Tunica di Argenteuil, il Sudario di Oviedo e la Santa Sindone di Torino. Eccezionale è il fatto che ormai è scientificamente rilevata la concordanza fra gli elementi che legano fra loro questi oggetti sacri.

La prima è conservata nella Basilica Saint-Denys di Argenteuil, nella periferia di Parigi. I soldati «dissero tra loro: Non stracciamola, ma tiriamo a sorte a chi tocca. Così si adempiva la Scrittura: “Si son divise tra loro le mie vesti e sulla mia tunica han gettato la sorte”» (Gv. 19, 23-24). La Tunica di Gesù ha avuto una storia molto travagliata; venne donata nell’800 dall’Imperatore Carlo Magno a sua figlia Teodorada, allora abbadessa del Monastero dell’Humilité-de-Notre-Dame di Argenteuil.

Dopo essere stata nascosta durante le invasioni normanne, è riuscita poi ad attraversare i momenti bui del Protestantesimo e della Rivoluzione francese, durante la quale è stata oltraggiata. Grazie a tecniche scientifiche di laboratorio, sempre più sofisticate, si sono scoperti moltissimi aspetti comuni con le altre reliquie menzionate. Interessantissimo a questo riguardo è il libro di Jean-Maurice Clercq, Les grandes reliques du Christ. Synthèse et concordances des dernières études scientifiques (François-Xavier de Guibert, Paris 2007), un eccellente saggio che riporta in maniera esaustiva le perfette concordanze scientifiche dei tre Sacri Panni, con illustrazioni e tabelle chiarificatorie.

I tessuti provengono tutti dalla Palestina; le macchie di sangue, presenti sui tre capi, corrispondono perfettamente fra di loro; i globuli rossi hanno una forma anomala, sia sferica che appiattita, indice di una sofferenza cellulare intensa, provocata da anemia e da disidratazione; il gruppo sanguigno è identico: AB, come pure il DNA (maschile, la cui formula cromosomica corrisponde a quella di un uomo semita, non arabo); conforme è la presenza di cristalli di urea (componente del sudore), di piattole (dovute all’ ultima notte trascorsa da Gesù in carcere), di pollini e di polveri.

Il Sudario di Oviedo è un telo di lino di dimensioni ridotte (circa 0,84 per 0,53 m) conservato nella Cámara Santa della cattedrale di San Salvador ad Oviedo, in Spagna. Secondo la tradizione cristiana e il Vangelo di san Giovanni questo telo sarebbe stato usato per avvolgere il capo di Gesù dopo la sua morte e sino all’arrivo al sepolcro, quando, come d’uso, era stato tolto prima d’avvolgere il cadavere nel lenzuolo; esso non porta impressa alcuna immagine, ma solo macchie di sangue. La Marcia per la Vita avrà quest’anno nella Sacra Sindone, simbolo del Dolore e della Vita Eterna, il suo sigillo di protezione.

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fonte: Corrispondenza Romana.

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