di Piero Nicola
La notizia è di qualche giorno, ma non può essere invecchiata.
“Confesso che è una mia lacuna, che non so cosa sia” risponde il Soccorritore dell’Italia in crisi politica e in emergenza finanziaria, a una domanda rivoltagli da Lucia Annunziata sulla massoneria. “So di non essere massone”. E soggiunge: “ Non so come valutare i massoni, come accorgermi che uno è massone”.
Un autentico membro della setta, proibita dalla Chiesa ai suoi fedeli, non se la sarebbe cavata altrimenti. A suo tempo, la P2 fu dichiarata deviata, e la massoneria ufficiale ha più volte rivendicato il suo buon nome, arrivando a protestare d’essere sempre stata vicina alla Religione e persino alla Chiesa, talvolta ingrata; tuttavia l’appartenenza alla loggia ha conservato un che di sospetto, di consorteria per scopi reconditi e dell’alta finanza. Nell’aria circolano accuse in tal senso, provenienti da varie parti, all’indirizzo dello stesso Monti. Sicché gli è convenuto fare lo gnorri. E quelle battute dell’intervista hanno un vago sapore di copione prestabilito.
Egli ha detto bene affermando che, per uno estraneo al giro dei grembiulini iniziatici, è difficile individuare l’affiliato. La setta è segreta per sua natura, per costituzione. E inutilmente la si vorrebbe spacciare per una società alla luce del sole, mostrando la sua faccia esterna. Però che egli sia ignaro dell’essenza e degli scopi di tale associazione (qualsiasi sodalizio deve averne) appare incredibile. Ed è tanto più stupefacente in quanto il professore, navigato nelle acque dei consessi economici e politici europei, mostra d’essere cattolico; la domenica, si reca alla messa con la sua legittima consorte. Possibile che egli ignori la storia della Chiesa in lotta contro le organizzazioni di liberi pensatori, che con le loro mene sotterranee ottennero di vessarla e minacciarla, per non parlare delle scomuniche fulminate ai suoi figli entrati nelle logge? Possibile che gli sia sfuggito lo smascheramento, messo in atto dai Pontefici, della massoneria dalle sembianze filantropiche?
Domande retoriche. Per quanto si sia voluto, specie ultimamente, imbrogliare le cose, l’esistenza storica delle sette segrete è arcinota, la logica impone che esse non possano essere scomparse, e la massoneria ne costituisce l’esempio eminente. Il libro di storia delle medie parla delle vendite dei carbonari. La cospirazione politica, dietro il paravento di banchi e ceste di carbone, veniva da un filone di cospirazioni; quella dei patrioti ne era soltanto un aspetto grossolano e particolare. Il filone proseguiva con un vasto organismo occultato e potente, forte della maggior forza conferitagli dalla segretezza. Poiché la malizia sta nel mondo, perché non dovrebbe avvalersi dei mezzi illeciti? Queste cose i Papi le dissero a chiare lettere.
Ma il professore dei professori si professa candido, non senza un pizzico d’ironia. Circa il subodorare la presenza di un frammassone, di seguito dichiara: “È una cosa che per una persona abbastanza banale e concreta risulta un po’ evanescente”.
Siccome Gelli e la P2 vennero giudicati una sciagura per lo Stato, anche un ingenuo, uno sprovveduto, dovrebbe stare almeno in guardia verso un’altra P2, sempre possibile. Viceversa, l’olimpico Mario (per la verità, un tantino umbratile dopo gli ultimi avvenimenti) sdogana la massoneria come una cosa dalla manifestazione impalpabile, una cosa di leggenda, priva di consistenza.
In questo modo, se egli non vi ha niente a che fare, tuttavia le ha reso un bel servizio.