MEMORIAE TRADERE. CIVITELLA DEL TRONTO, L’ULTIMO BALUARDO. “A NOI LA BATTAGLIA, A DIO LA VITTORIA!” – di Don Bruno Lima

MEMORIAE TRADERE. Rubrica del sabato, a cura di Pucci Cipriani

sabato 16 marzo 2013

 

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CIVITELLA DEL TRONTO, L’ULTIMO BALUARDO. “A NOI LA BATTAGLIA, A DIO LA VITTORIA!”

di Don Bruno Lima

 

per leggere il precedente articolo su Civitella del Tronto, CIVITELLA DEL TRONTO, L’ULTIMO BALUARDO. “NON MI ARRENDO”. LA RESISTENZA ALL’INVASIONE MASSONICO-RISORGIMENTALE DEL REGNO DEL SUD: “VIVA ‘O ‘RRE”, CLICCA QUI

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Ogni anno, da quaranta anni, gli uomini della Tradizione si ritrovano sulla Rocca della “Fedelissima” Civitella del Tronto e da venticinque anni si svolgono, sempre in quel paese carico di memorie, i Convegni dottrinali della Tradizione, la costante è che, ogni anno, da quaranta anni a Civitella viene celebrata la S. Messa in rito romano antico, la Messa di sempre, la Messa cattolica e quindi questa eroica Fortezza è un simbolo di continuità storica nella Tradizione: “Tradidi quod et accepi”.

 

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A MARZO DI OGNI ANNO A CIVITELLA ANNUALE INCONTRO DEL TRADIZIONALISMO CATTOLICO

Anche quest’anno ripercorriamo quella strada antica che ci conduce alla imperiosa fortezza di Civitella del Tronto, pellegrini di oggi che si arrampicano sulle pendici di un colle della memoria straziata ma per noi quanto mai viva e palpitante.

E’ come se la vista di quelle mura affacciate tra cielo e terra  ci consenta un contatto ravvicinato con qualcosa che ci è molto caro, quasi potessimo tendere le nostre mani a quei soldati del Sud, ultimi difensori del Regno benedetto di un Re giovinetto (Francesco II, Dio Guardi) candido come quel giglio che superbo sfidava il nemico al garrire delle sue bandiere.

Non si tratta di un etereo romanticismo di pochi cantori  fiabeschi legati  ad una ritualità del passato remoto, piuttosto siamo coscienti che riaffiora in noi il grido mai soffocato di chi trovò la morte nella battaglia per l’onore e per la fede violata.

Ritornando a Civitella raccogliamo il messaggio intramontabile della lealtà, affermiamo il primato della dignità, cantiamo la speranza cristiana che ci sostiene nella testimonianza della Verità.

Il feroce stallone piemontese ha cambiato la storia delle genti del Sud -e non solo- defraudandole della loro fierezza, privandole per interminabili decenni dell’autentico ricordo del loro passato, imponendo una retorica deviata che malignamente ne ha tramandato la volontà di autodenigrazione legata all’errato convincimento di non aver saputo tenere il passo con gl’infidi cugini nordisti.

Sappiamo in realtà che così tante fandonie sono state la beffa più perfida dopo le angherie, i torti, le ruberie e il terrore portatoci in dono dai “liberatori”.

Ma chi mai li ha chiamati questi lanzichenecchi infranciosati servi della plutocrazia massonica anglo-gallicana!

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Da allora, da quel lontano e infame 1860, c’è ancora molta gente di scarsa cultura e indubbio squallore, popolani e borghesucci e intellettuali disonesti -poveretti!- che coltivano la convinzione di un Sud riscattato dal Nord.

Si è diffuso da quei giorni il germe infetto di una sorta di patetica teoria razziale tutta italica.

Che squallido orizzonte è mai questo!

Hanno in troppi dimenticato o forse non hanno mai saputo che le fortune sardo-piemontesi e dell’Italia che verrà a seguire tutto devono alla conquista del Mezzogiorno, assorbendone le popolazioni alla politica guerrafondaia di un piccolo staterello alpino avido del sangue dei vinti, persecutore della Chiesa, nemico delle fortune meridionali.

Durante la traversata a bordo del “Messaggero” , piccolo avviso della Marina delle Due Sicilie, che lo portava da Napoli a Gaeta, il 6 settembre 1860, il Re Francesco II(D.G.)ebbe a pronunziare quelle parole profetiche che la storia ci ha tramandato:” ai napoletani rimarranno solo gli occhi per piangere.”

E purtroppo non ci resta ancora oggi che riconoscere l’amara verità di quell’espressione sofferta dell’eroico, giovanissimo Monarca, che con il cuore colmo d’affetto rimembriamo riconoscenti.

 

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Le umiliazioni e i viaggi della speranza che i figli del Sud affamati patiranno da quel momento, trasmigrando oltreoceano o nel gelido Nord della Penisola, saranno il triste segno di questa sorte avversa ereditata con i fatti del 1860.

Lungi da noi l’intento di spargere odio. Ancora una beffa dopo la frode di quel di’; nessuno però ci tolga il diritto di rivendicare la verità storica e di rendere omaggio ai nostri caduti, ai nostri maggiori, alle nostre nobili origini.

Il massacro dei popoli del Sud fu lo scenario che accompagnò la conquista di un Regno florido e tranquillo. Si arrovellino pure gli storiografi da strapazzo ad inventare le loro elucubrazioni libertarie, parlassero piuttosto di una guerra civile tra italiani, quella di più grosse proporzioni prima del 1943-1945.

Qualcuno a dire il vero l’ha fatto , ma non appartiene naturalmente agli alti(o bassi secondo i punti di vista)ranghi dell’accademia impellicciata che, impunita, fa il lavaggio del cervello agli studenti con le tesi scontate e ammuffite per una stratificazione dei consensi maldestramente imposti.

Pucci Cipriani, Coordinatore dell’ANTI89 e Fondatore dei Convegni di Civitella, lui che è toscano verace, ha il grande merito della riscoperta di questi luoghi come punto di partenza per affrontare un cammino di rivendicazione storica cosciente e appassionata.

Ci rallegriamo che Sua Altezza Imperiale e Reale l’Arciduca  Sigismondo d’Asburgo-Lorena, Granduca di Toscana, abbia voluto riconoscere a Pucci Cipriani  le innumerevoli benemerenze insignendolo “motu proprio” dell’Alta Onorificenza di Cavaliere dell’Ordine dinastico (nobilitante)di San Giuseppe.

Abbiamo perduto Pino Tosca, Storico del Sud, ma la sua opera coraggiosa continua in Davide e Stefano, le sue nobili frecce, e in tutti quei giovani del “Centro Adsum” di Modugno che ne hanno preso il testimone.

Ci ha lasciati anche Leonisa Bayard de Volo, signora del Ducato di Modena; il consorte Avvocato Giovanni Tatoni , con la sua presenza e la sua testimonianza ce ne rende più palpabile il ricordo.

(….) Civitella  è ormai per sempre il centro principale della Tradizione cattolica italiana, radunando di anno in anno tanti studiosi di talento, molti giovani generosi e cultori della storia vera. Muovendo la riflessione scientifica dalla considerazione delle nostre radici, vogliamo dare un apporto costruttivo alla società presente, nella convinzione che la memoria tradita e la religione profanata sono due mali da cui rifuggire a ogni costo.

Siamo finalmente giunti in cima alla Rocca, entriamo nella chiesa di Sant’Jacopo che ospita le spoglie mortali dei valorosi combattenti delle due Sicilie, s’impone ora un commosso silenzio e il pensiero dell’eternità ci invita alla preghiera.

Il perdono cristiano tuttavia non è disgiunto dalla sete di giustizia, restituendo a ciascuno il suo, almeno in termini di seria critica storica.

Arrivederci a Civitella.

(Cfr: Don Bruno Lima in “Controrivoluzione” n.95-98 di dicembre 2003-luglio 2004; articolo di fondo)

 

GALLERIA DI IMMAGINI

(archivio Pucci Cipriani – clicca per ingrandire)

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1987. Incontro della Tradizione a Civitella; Salita alla Rocca per la celebrazione della S. Messa in rito romano antico: don Emanuele du Chalard e Pucci Cipriani.

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Gli oratori e il pubblico del Convegno della Tradizione del 1987.

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La sera il gruppo folk di Ruggero Mancinelli esegue i canti della Tradizione.

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Venerdì 8, sabato 9 e domenica10 marzo 1991. Incontro della “Fedelissima” Civitella del Tronto. Cartolina commemorativa del Venerabile Pio IX. Omaggio al Papa-Re.

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A cominciare dal basso a sinistra in senso orario: tavolo della presidenza con don Giorgio Maffei, il professor Roberto de Mattei e il professor Massimo de Leonardis; sopra, in piedi, il professor Danilo Castellano dell’Università di Udine; in alto in piedi Gianandrea de Antonellis. Queste tre prime foto si riferiscono al Convegno del 1994. Quella sotto, in cui si nota da sinistra S.E. il dottor Bruno Tarquini Procuratore di Teramo, don Marco Nelly, Superiore della Fraternità San Pio X in Italia e il prof. Massimo de Leonardis è stata scattata al Convegno del 2006.

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Invito per il Convegno di Civitella del Tronto del 1996 sulle Insorgenze antigiacobine in Italia.

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Due personaggi davvero “storici” : il Cappellano dell’ANTI89 don Giorgio Maffei e il Vicario Episcopale di Benevento S.E. padre Antonio M. Di Monda, o.f.m.

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Convegno del marzo 2002. Omaggio a HENRI du VERGIER Marchese de la ROCHEJAQUELIN (a sin.), trucidato, in combattimento, dai banditi rivoluzionari repubblicani, il 18 ottobre 1793, a 22 anni, mentre era a capo della Grande Armata Cattolica e Reale della Vandea Martire. Al tavolo dei relatori, da sinistra don Michele Simoulin, don Giorgio Maffei, Pucci Cipriani e Massimo de Leonardis.

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Convegno della Tradizione del 2003 : “L’Italia e l’Europa fra Tradizione e Modernità”

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Cartolina commemorativa del Convegno del 2003 fatta da Alfio Krancic.

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Civitella del Tronto ha messo d’accordo l’Onorevole Mario Borghezio, intento a leggere “Il Brigante” e i meridionalisti di Gino Gianmarino, intento a leggere “La Padania”.

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Civitella 2010.Processione alla Rocca ,con la recita devota del Santo Rosario, preceduta dalla Croce e dal Cappellano don Pierpaolo M. Petrucci, Superiore della Fraternità San Pio X.

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Civitella 2010: Daniele Chirico.

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Civitella 2010. Gruppo ricordo.

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CONVEGNO DELLA TRADIZIONE A CIVITELLA DEL TRONTO: “1813-2013: DALL’EUROPA DELLE NAZIONI ALL’EUROPA DELLE BANCHE”.  Venerdì 8, sabato 9 e domenica 10 marzo 2013. Partenza processionale dall’hotel “Fortezza” per la Rocca con in mezzo il cappellano don Mauro Tranquillo, F.S.S.P.X.

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La classe 3° E del Liceo Classico “Melchiorre Delfico”  di Teramo con il Prof. Cerrata.

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Foto ricordo del 2013l davanti al pennone dove è stata alzata la Bandiera eroica del Regno del Sud.

 

PER ASCOLTARE L’INNO DELLA VANDEA, CLICCA QUI

Pino Tosca, compositore dell’Inno, fu sempre presente, fino all’anno della sua morte, ai raduni di Civitella

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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