MEMORIAE TRADERE. IL “COMPASSATO” MONTI E LA GLORIOSA STORIA DEL COMUNISMO – di Pucci Cipriani

MEMORIAE TRADERE. Rubrica del sabato, a cura di Pucci Cipriani

sabato 26 gennaio 2013


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IL “COMPASSATO” MONTI E LA GLORIOSA STORIA DEL COMUNISMO

di Pucci Cipriani

 

 

Non c’è che dire il Gonnellino in Loden ha battuto ogni record: in poco più di un anno otto milioni di poveri, stato di polizia fiscale, gente alla disperazione, quando non alla “canna del gas”(non solo metaforicamente)…un governo che ha tolto al nostro Paese ogni sovranità popolare e una corsa verso il “Grande Fratello” allorché il Grembiulino affermò una volta impadronitosi(senza elezioni e senza consenso popolare)del potere: “Cambierò il modo di pensare degli italiani”: Già con il Ministero della Verità (ricordate Orwell?)…per non parlare della Fornero(al quale prudenzialmente venne messa la museruola) che volava abolire il genera maschile e femminile…

Ma ancora ci mancava il “clou” del Venerabile Monti :la gloriosa storia del Comunismo…proprio ora che tutti i vecchi rappresentanti ne hanno preso le distanze, da Napolitano che, stavolta con accenti sinceri e toccanti, rinnegò il Comunismo, a Walter Veltroni: “Io non sono mai stato comunista!”.

No, il professore venerabile rivendica la gloriosa storia del Comunismo(anche se la dichiarazione risale a prima della bancarotta della banca che fu del PCI, del PDS e, ora, di quello che rimane del PD)e lo fa di fronte a milioni di spettatori, senza contraddittorio(come fa sempre) e lo fa senza se e senza ma, soprattutto senza vergogna…sarebbe come se Berlusconi rivendicasse la gloriosa storia del Nazismo, proprio nel giorno della memoria del genocidio del martoriato popolo ebraico…immaginate voi quello che sarebbe successo.

Ma Monti, al servizio della Trilateral e dei Bildelberg ,nella sua lotta affannosa a una poltrona, non importa quale purché importante (“Franza o Spagna purché se magna”),si può, permettere, novello Omero, di cantare le lodi della gloriosa storia del Comunismo.

Giorgio Israel, famoso saggista e Docente Universitario(ma lui, a differenza di Monti che ha scritto solo su giornali compiacenti, ha al suo attivo importanti pubblicazioni scientifiche)ha chiosato su f.b. : “Dice Monti: ‘Il PD ha una storia gloriosa, dalla quale si è andato gradualmente affrancando’. Ma se era ‘gloriosa’ perché ‘affrancarsene’? Delle due l’una: o Monti non sarebbe in grado di superare uno dei famosi test di logica del suo caro Ministro Profumo, oppure ci sta prendendo tutti in giro.”

Anche noi vogliamo contribuire, con il Loden, alla gloriosa storia del Comunismo rievocando fatti ed immagini che forse sono sfuggiti a Grembiulino…

 

Rinfreschiamogli la memoria:


GALLERIA DI IMMAGINI

 

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In posa davanti al fotografo, un partigiano comunista uccide un prigioniero legato a un palo. Il suo volto è facilmente riconoscibile, ma chi s’è mai curato di aprire nei confronti del figuro un procedimento giudiziario? Clicca qui per leggere una bellissima intervista di Stefano Lorenzetto…..in cui si dimostra come sia impossibile documentare tutta la “gloriosa storia del Comunismo”.

 

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Di fronte a questa foto è impossibile trattenere le lacrime. Questa bambina si chiama Giuseppina Ghersi e ha tredici anni; a scuola fece un bel tema che la maestra spedì al Capo del Governo. Mussolini rispose congratulandosi per il componimento. I partigiani la preleveranno da casa e dopo averla “rapata” la marchiano con una M (Mussolini) in fronte, quindi la portano in un improvvisata prigione e la seviziano(l’autopsia certificherà che la piccola aveva un occhio spappolato, alcune dita delle mani spezzate ed ecchimosi in tutto il corpo),violentandola, a decine, più volte. La bambina cade in coma e viene finita a revolverate. Una mano pietosa coprirà il suo corpo nudo con una coperta. Non perdetevi le foto e la storia di Giuseppina Ghersi cliccando qui

 

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Piane di Monchio(Reggio Emilia),10 aprile 1945.Il Servo di Dio Rolando Rivi di sedici anni fu prelevato da casa dai partigiani comunisti: nonostante i consigli dei superiori del Seminario, che per prudenza era stato chiuso momentaneamente, e quelli dei genitori, non aveva voluto togliersi la talare, erano ancora lontani i tempi del “libera tutti” aperti dal Conciliabolo. Rolando Rivi sapeva che la sua veste era un Sacramentale e ne volle fare un simbolo di testimonianza. Dai carcerieri rossi(che Monti senz’altro vorrà citare nella storia delle glorie del Comunismo)dopo due giorni di prigionia e di sevizie (alla mattanza partecipò anche una donna)gli fu tolta la veste talare e Valerio fu denudato, quindi costretto a scavare una fossa e “giustiziato” in odio alla Fede cattolica. Prima di morire come testimoniò uno dei carnefici Rolando volle baciare la sua veste. Da anni ormai, sul luogo del Martirio, è un pellegrinaggio continuo di fedeli che vogliono rendere omaggio a questo giovinetto martire. Molte sono state le grazie segnalate al postulatore della causa di beatificazione.

 

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C’è un libro, una sorta di martirologio, sui preti trucidati dai comunisti, un libro che racconta le varie storie scritto dal giornalista di “Avvenire” Roberto Beretta: “Storia dei preti uccisi dai partigiani” (Piemme editore- 2005).Certi di contribuire alla “gloriosa storia del Comunismo” noi pubblicheremo le foto di alcuni di quei martiri uccisi dai partigiani rossi. Da sinistra(con il saio francescano)Padre Sigismondo Damiani, ex cappellano militare, eliminato dai da comunisti slavi a San Genesio di Macerata l’11 marzo 1944;don Aldemiro Corsi, parroco di Grassano(Reggio Emilia),assassinato nella sua canonica con la domestica Zefferina Corbelli da partigiani comunisti la notte del 21 settembre 1944;don Giuseppe Jemmi ucciso a Felina(Reggio Emilia) il 19 aprile 1945.

 

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Da sinistra. Don Sperindio Bolognesi, parroco di Nismozza (Reggio Emilia),ucciso dai partigiani comunisti il 25 ottobre 1944;don Luigi Manfredi, parroco di Budrio(Reggio Emilia),fulminato nella sua canonica dai partigiani comunisti il 14 dicembre 1944 per aver deplorato gli eccessi a cui si abbandonavano nella zona i guerriglieri rossi; don Dante Mattioli, parroco di Coruzzo(Reggio Emilia),prelevato dai partigiani rossi la notte del”11 aprile 45 non fece più ritorno.

 

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Nella foto il fulgido eroe Salvo D’Acquisto. Ecco un personaggio che si dovrebbe portare, nelle nostre scuole, come esempio della vera Resistenza: il Servo di Dio vicebrigadiere dei Carabinieri Salvo D’Acquisto che a Palidoro, dopo un attentato dei gappisti comunisti, dette la propria vita in cambio di 22 ostaggi innocenti. Ma questo genere di eroi non servono, forse, al “compassato” professore per una sua storia delle glorie del Comunismo.

Alla Memoria del vice brigadiere dei Carabinieri Salvo D’Acquisto il Luogotenente Generale del Regno, con Decreto Motu Proprio del 25 febbraio 1945, conferì la Medaglia d’Oro al Valor Militare con la seguente motivazione:

“Esempio luminoso di altruismo, spinto fino alla suprema rinunzia della vita, sul luogo stesso del supplizio, dove, per barbara rappresaglia, erano stati condotti dalle orde naziste 22 ostaggi civili del territorio della sua stazione, non esitava a dichiararsi unico responsabile d’un presunto attentato (non presunto: l’attentato c’era stato, col classico stile gappista: colpire e poi lasciare i civili alla mercè della rappresaglia tedesca, NdR) contro le forze armate tedesche. Affrontava così da solo, impavido, la morte imponendosi al rispetto dei suoi stessi carnefici e scrivendo una nuova pagina indelebile di purissimo eroismo nella storia gloriosa dell’Arma”.

 

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Un italiano assassinato dai partigiani comunisti al quale, prima di “infoibarlo”, avevano strappato gli occhi, servendosi di un cucchiaio acuminato come “leva”…ancora nel 1996 i postcomunisti quando si parlava di questi orrori rispondevano seccati: “Ma parliamo di cose serie!”. Ancora  però non c’erano i Grembiulini che parlavano di storia gloriosa del Comunismo.

 

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Il riconoscimento di alcuni cadaveri di quello sterminio ,per decenni dimenticato, perpetrato dai comunisti in Venezia Giulia, Istria e Dalmazia e che dal 1943 al 1947 era costato la vita a oltre 20mila italiani. Tra questi cadaveri tre alunni del seminario di Zara, nudi, con le mani legate con il filo spinato, la corona di spine in testa e i genitali in bocca.

 

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Era ancora vivo quest’italiano quando, prima di gettarlo nella foiba, fu evirato dai comunisti.

 

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L’assassino Ivan Motika(in giacca e cravatta).Finalmente processato negli anni 90,grazie anche alla strenua battaglia di Nidia Cernecca alla quale Motika aveva ucciso il padre. Prelevato dal suo ufficio il padre della Cernecca venne lapidato dai partigiani comunisti che, dopo, gli tolsero i denti d’oro e con la testa del morto improvvisarono una partita di calcio. Ottimo materiale per testimoniare la gloriosa storia del Comunismo cantata dal Loden rosso.

 

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Un altro assassino comunista, ora scomparso, Mario Toffanin.

 

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Nel 1972,il 12 maggio, fu ucciso a Milano, per ordine di Sofri e Pietrostefani, da un commando di Lotta Continua(Marino e Bompressi) il Commissario di polizia Luigi Calabresi, profondamente religioso, fervente cattolico, che subì prima un’infame campagna di linciaggio nella quale si distinse il giornale “l’Avanti!” e, naturalmente, “Lotta Continua”. Ma la sua fu La Croce di Cristo che continuava e continua ancora a dare “scandalo”. L’omicidio del Commissario Capo Luigi Calabresi segnò l’inizio della lotta armata in Italia.

 

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Fuori dalle Università e dalle fabbriche si distribuiscono opuscoli che sono vere e proprie liste di proscrizione con i nomi e cognomi, gl’indirizzi, il numero di targa, le foto dei “fascisti” o presunti tali. Inutile dire che i nomi che apparivano in questi opuscoletti criminali erano potenziali bersagli dei gruppi armati. A Firenze(mi conferma il mio amico Felice De Matteis che a Pistoia fu fatta la stessa cosa)fu pubblicato un libriccino a cura di “Lotta Continua per il Proletariato”(suppl al n.14 del quotidiano “Lotta Continua” Dir.Resp.Fulvio Grimaldi Reg.Trib.Roma n.,14442 de 13-31972)dal titolo “Al Bando i Fascisti: rapporto sullo squadrismo nella zona di Firenze-Prato-Pistoia).Naturalmente queste liste venivano fatte per “sentito dire” e si mescolavano nomi  effettivamente compromessi con personaggi il cui unico peccato era quello di militare o di simpatizzare per un partito di Destra quale era il MSI. Il libello in questione era dedicato :”Al compagno Marino da lungo tempo nelle galere borghesi per aver ucciso il fascista Falvella”. Nel detto opuscolo si afferma perentoriamente che “I fascisti non hanno diritto all’esistenza”, conseguentemente…mettetevi all’opera per far fuori la “feccia”. Le liste di proscrizione potrebbero essere un ottimo suggerimento per il Loden: si potrebbero stilare, ad esempio, con l’aiuto del redditometro, elenchi di presunti evasori che così, potrebbero essere esposti al pubblico ludibrio e alla gogna…ci pensi il Loden rosso.

 

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I “bravi ragazzi” della Volante rossa sfilano in corteo a Milano. La Volante rossa, squadra d’assalto del Partito Comunista, spadroneggiò a Milano dal 1945 al 1949. Comandata da Giulio Paggio (“Tenente Alvaro”), aveva sede nella Casa del Popolo di via Conte Rosso 12, a Milano. Il processo in Corte d’Assise iniziò nel 1951 e si concluse con 23 condanne, di cui 4 all’ergastolo. I reati contestati furono: omicidio, sequestro di persona, devastazione, costituzione di banda armata, rapina e altri minori. Tre dei condannati all’ergastolo (Paggio, Finardi e Buratto) fuggirono in Cecoslovacchia. Furono poi graziati dal loro correligionario Sandro Pertini, presidente della Repubblica dal 1978 al 1985.

 

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Anche queste sono immagini della “gloriosa storia” comunista. Il giudice Mario Sossi, col volto tumefatto. Aldo Moro, rapito e poi assassinato. Entrambi vittime delle Brigate Rosse, bande di malviventi avvelenati dal morbo marxista. Le Brigate Rosse hanno rivendicato 86 omicidi. La maggior parte delle vittime erano agenti di Polizia, Carabinieri, magistrati e uomini politici. A questi vanno aggiunti i ferimenti, i sequestri di persona e le rapine compiute per “finanziare” l’organizzazione. Per la televisione le Brigate Rosse erano “sedicenti”, per Sandro Pertini erano “nere”, per i comunisti erano “compagni che sbagliano”…

 

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Il pluriomicida Cesare Battisti (condannato all’ergastolo per 4 omicidi) sorride beato. Il Brasile lo ospiterà amorevolmente, negando l’estradizione. Anche Battisti ha scritto una pagina di quella “gloriosa storia” che tanto commuove il Loden. Perchè non candidarlo nella “Lista per Monti”?

 

ccpp

Caro Loden, la “gloriosa storia” comunista è tutta qui: violenza, sopraffazione, omicidio. Quando parli, ragioni? O pensi sempre che chi ti ascolta sia cretino e beva tutto ciò che dici?

 


 


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