di Piero Vassallo


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Veniamo subito al fatto. Ogni mese, la modesta pensione di un anziano è versata sul conto corrente della sua banca. Non molto denaro, ma liquido. La banca lo custodisce e, a richiesta, lo consegna al cliente. Il costo di tali operazioni è modico. Ma un indiscreto potrebbe dire che la banca incassa, il cliente paga (poco).

Di interessi (modici, nel caso) sul depositato non si parla. Ovviamente. La banca è un caldo marsupio, che si vuole di più? Il pensionato si rende conto di aver fatto un ragionamento terra a terra.

Si da il caso tuttavia che il modesto pensionato abbia un figlio il quale ha chiesto e ottenuto un mutuo per l’acquisto della casa e che l’occhiuta erogazione abbia un costo severo.

Il pensionato, pur non possedendo la scienza bocconiana, si rende conto che nella somma mutuata è possibile che siano incluse le briciole della pensione che egli lascia sul conto da un mese all’altro. Piccole cose, intendiamoci. Nessuna accusa alla banca innocente e benefica per definizione del chiarissimo professor Mario Monti bocconiano e nipote del mistico Raffaele Mattioli.

Solamente un appassionato di sottigliezze potrebbe sostenere che al pensionato il deposito costa (poco ma costa) e alla banca frutta perché può imprestarlo (forse insieme ad altre briciole) al figlio del pensionato a congruo tasso d’interesse.

Il pensionato non pensa di essere vittima di un piccolo abuso. Sotto il “giro” birichino esiste certamente una legge sana, firmata o approvata e avallata da un Presidente saggio, equo, solidale e rugiadoso. E buono ed eloquente. Non dice mai banalità. Il Presidente è lui, chi può darti di più?

Dice la coscienza democratica: non vorrai muovere i carri armati, cioè i cattivi pensieri, contro i sani principi dello stato di diritto così nobilmente e pacificamente rappresentato? Non siamo a Budapest, sai…

D’altra parte il pensionato, con l’aiuto del figlio commercialista, calcola e scopre che se la banca tenesse conto degli interessi sul denaro da lui depositato (come usava un tempo) alla fine avrebbe ottenuto l’accredito di una somma forse necessaria all’acquisto di un panettone da supermercato.

Vale la pena discutere e contestare le leggi intorno alla bontà della banca? Certo che no. Tanto più che il panettone contiene sostanze che, ingerite, si convertono nel micidiale colesterolo. Un sostenitore politico del professore Mario Monti gli dice: “Rifletti, la Banca pensa alla tua salute”.

Un mistero. Che i banchieri siano benefattori e redentori dell’umanità avvelenata dal colesterolo e dai trigliceridi?

Giuseppe, un corrispondente toscano di Vinicio Catturelli, telefona al pensionato perplesso e gli comunica che il colesterolo del panettone fa male ai clienti ma giova alla banca. Obietta il pensionato, preda del turbamento: Ma la banca mi vuole bene. E lo spiritaccio toscano: O grullo, la sodomia a fin di bene è un’invenzione dei sommi banchieri!

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