Monsignor Lefebvre nelle parole di Don Mario Faggi  –  di Pucci Cipriani

di Pucci Cipriani

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Ho preso ormai l’impegno di pubblicare tutti gli scritti del caro don Mario Faggi (1917 – 2015), scomparso il 22 luglio scorso (clicca qui e qui) che, a mano a mano, saltano fuori dal mio archivio e, proprio ieri, ho ritrovato la recensione a un libro di Mons. Lefebvre : “Itinerario spirituale” (seguendo San Tommaso d’Aquino nella sua Summa Teologica) – Ed.Ichthys, pagg. 110, euro 12,00  (rivolgersi al Priorato Madonna di Loreto di Rimini – tel. 0541727767 o cliccare qui) –  apparsa su “Controrivoluzione” N.67-68 del luglio 2000.

Ricordo che don Mario considerava Mons. Lefebvre un Santo, un grande Santo, perseguitato e calunniato ma che in futuro, dopo l’apostasia, sarebbe stato preso ad esempio e portato sugli Altari, come simbolo della purezza della Fede e della Dottrina. Secondo don Faggi, che seguiva con interesse e amore l’opera di Monsignore, era stato il vescovo Francese a conservare la S. Messa cattolica, la S. Messa di sempre e di tutti, avversata e odiata da tutti gli eretici. Quando lo incontrai , poche settimane prima della sua morte, gli raccontai, come facevo ogni anno, della Marcia per la Vita che si era tenuta a Roma e, sia pur ridendo, anche del tentativo di boicottaggio, in campo nazionale e in campo locale, ad opera di alcuni figuranti di poche doti e di molte ambizioni, uniti nei loro meschini giuochi in un carnevalesco “Patto del Nocciolato”…e lui di rimando : “il tradimento, la mancanza di fedeltà, la viltà, fanno sempre male, specie quando vengono da chi si credeva amico ma bisogna perdonare…pensi a tutto quello che ha dovuto sopportare un Santo come Mons. Lefebvre”.

Ma ecco la recensione al libro fatta da don Mario Faggi:

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zzzzitinerariospiritualeIn poche ore mi sono letto e poi riletto ancora , l’ultimo libro, scritto dal venerato Mons. Lefebvre, donatomi dall’amico Pucci Cipriani, e ne sono rimasto affascinato. Un piccolo libro, di poco più di cento pagine, condito qua e là di spunti polemici, ma contenuti e veritieri, che fotografano con fermezza e dolore l’attuale crisi della Chiesa.

Ma pieno di dottrina e profonda spiritualità, che ci fanno capire come Monsignore fosse un bravissimo teologo e, quel che più conta, un’anima santa e piena di amor di Dio e di zelo per la salvezza delle anime.

Vorrei trovare le parole più adatte, per spingere molti miei confratelli e anche molti laici a leggere e meditare questo libro.

Ne troverebbero immenso beneficio. E’ un condensato della Verità della nostra Santa Fede, a cominciare dall’esistenza di Dio e del mistero fondamentale della SS. Trinità e del nostro amabilissimo Salvatore Verbo – Incarnato, prendendo a guida di questo luminoso saggio la Summa di San Tommaso, raccomandata e proposto tante volte dai Sommi Pontefici.

Via via che scorrono le pagine con meraviglia crescente, ci si accorge che Monsignore non solo conosce la materia che tratta,ma ne è così padrone che con poche parole e chiarezza espone le verità più sublimi, come per esempio, nelle pagine 89 e seguenti dove si tratta dei Novissimi, dieci paginette dove c’è di tutto: la morte, non vista con terrore ma come passaggio da questo mondo effimero, al mondo spirituale, e poi l’aldilà.

Il Paradiso con la sua gioia e gloria incomparabili, graduati a secondo i meriti: il limbo, per i bimbi morti senza battesimo, che non avranno la visione beatifica, ma godranno di una felicità naturale, e il purgatorio con le sue pene purificatrici, e i suffragi per esse, e poi l’inferno, questo atroce abisso, con le sue pene eterne e la sua disperazione…e mi fermo qui e vorrei far notare: le ultime due pagine del libro e cioè 106 e 107 trattano questo argomento: “La scelta provvidenziale di Roma come sede di Pietro e i benefici di questa scelta”.

No, no, Monsignore non si è staccato da Roma, no, non è uno scismatico, né uno scomunicato! L’hanno colpito sì, anzi l’hanno ucciso (moralmente) e a me piace ravvisarlo nel vescovo vestito di bianco, del quale si è parlato nei giorni passati, carico della Croce del suo martirio, alle spalle, con frecce avvelenate l’hanno trafitto. Ma verrà, è nell’ordine delle cose e della Provvidenza, il giorno del trionfo della Verità. (Don Mario Faggi)

6 commenti su “Monsignor Lefebvre nelle parole di Don Mario Faggi  –  di Pucci Cipriani”

  1. Ringrazio Pucci Cipriani per questa bella testimonianza. Certamente aveva ragione da vendere Don Mario Faggi quando diceva che Mons. Lefebvre era un grande Santo, perseguitato e calunniato ma che in futuro, dopo l’apostasia, sarebbe stato preso ad esempio e portato sugli Altari, come simbolo della purezza della Fede e della Dottrina.

    Solo gli stolti, gli eretici, i modernisti gli apparetenenti alle false religioni, i falsi cattolici coloro che sono in malafede negano un’evidenza così lapalissiana.

  2. Nella mia ignoranza lo ritenevo veramente uno scismatico dato che venne scomunicato: leggevo poco della Chiesa e mi fidavo delle poche notizie che arrivavano da tg e clero.In questi ultimi 3 anni ho fatto una rivoluzione copernicana aprendo finalmente gli occhi su una realtà ben diversa. Con amarezza estrema vedo ora le cose ribaltate. Certamente in parrocchia predicavano grandi eresie, certamente il vescovo le appoggiava ma ritenevo i pontefici estranei a ciò. Sto leggendo in questi giorni un libro giuridico su quanto avvenne a Mons.Lefebvre e ho raggiunto la stessa conclusione di Don Faggi. Era un Santo alla pari di San Atanasio anche lui scomunicato e poi santificato. Leggendo i comportamenti dei Papi da Paolo VI a Giovanni Paolo II al card.Ratzinger (il libro è di quel periodo), nonchè della Curia vaticana, mi rendo conto della Santa ingenuità di Monsignore che veramente li ha sempre ritenuti autentici e trattati come..

  3. continua) trattati come tali. A me sembra ora di un ‘evidenza estrema che la richiesta a Mons Lefebvre di accettare la dottrina conciliare (erano disposti a lasciargli la Messa tradizionale) è molto chiara di quanto ciò significa. Egli difendeva la Tradizione e la Sacra Scrittura che si opponevano alla dottrina conciliare. Perciò non poteva accettare la dottrina conciliare. Per questo soltanto fu perseguitato. Era fedele a Gesù, un vero Apostolo.

    1. Grazie per la segnalazione…. ahimè avevo già avuto modo di conoscere codesto “apologeta” e me ne sono ben guardata di leggere ciò che scrive. Il puzzo della malafede si sente lontano un miglio…..

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