“My way”, un successo dalle molte facce e dalle molte vite

Forse non tutti sanno che una delle canzoni evergreen, “My way”, resa famosa da Frank Sinatra, ha avuto inizio in Francia nel 1967, quando il cantante e musicista Claude François originariamente la chiamò “Comme d’habitude”. In quella canzone, l’artista francese aveva voluto ricordare nel testo la conclusione di una storia d’amore che lui ebbe per qualche anno con France Gall (1947-2018), a sua volta cantante francese di successo. Claude François (1939-1979), prematuramente scomparso a causa di un incidente domestico, aveva condensato nella canzone Comme d’habitude (Come al solito)il tema di una coppia che viveva l’amore come una routine quotidiana, priva di slancio e di passione. Comme d’habitude Claude François – YouTube

Claude François

Fu il cantante canadese Paul Anka che nel 1968, trovandosi in Francia, l’ascoltò in televisione e volle acquisirne i diritti per la sua casa discografica statunitense. In precedenza, nel 1964, Paul Anka era stato apprezzato dagli italiani al Festival di Sanremo con il brano accattivante Ogni volta. Anka, già alla fine degli Anni ’50 era divenuto famoso per canzoni come Diana, Put your head on my shoulder che hanno contrassegnato un’epoca, al punto che la famosa e felice serie televisiva Happy Days riprendeva i temi musicali delle sue canzoni. Il cantante la propose a Frank Sinatra, dopo averla a sua volta interpretata.

Paul Anka

Se la melodia della canzone Comme d’habitude rimase la stessa in My way, furono i testi a essere completamente modificati. Non si trattava più della fallimentare conclusione di una coppia che stava vivendo l’atto finale di una storia d’amore, ma di un bilancio di un uomo che guardava e considerava la sua vita. Il testo era stato completamente modificato. https://www.youtube.com/watch?v=ZaKuDIlZ0KQ

Ed ora che la fine è vicina
Affronto l’ultimo sipario.
Amico mio, lo dirò chiaramente
Chiarirò le mie ragioni, di cui sono certo.
Ho vissuto una vita piena
Percorrendo ogni singola strada maestra
E soprattutto, più di ogni altra cosa
L’ho fatto a modo mio.
Rimpianti, ne ho avuti diversi
Ma comunque, troppo pochi per parlarne
Ho fatto ciò che dovevo
E l’ho portato a termine senza sconti.
Ho pianificato ogni rotta tracciata,
Ogni passo attento lungo la scorciatoia
E soprattutto, più di ogni altra cosa
L’ho fatto a modo mio.
Sì ci sono state volte, e sono sicuro che te ne sia accorto
In cui ho morso più di quanto potessi masticare
Ma ogni volta che ho avuto un dubbio
L’ho mangiato e l’ho sputato
Ho affrontato tutto a schiena dritta
E l’ho fatto a modo mio.
Ho amato, ho riso, ho pianto
Mi sono saziato e ho ricevuto la mia parte di sconfitte
E ora che le lacrime si placano
Trovo tutto così divertente.
Pensare che ho fatto tutto questo
E – posso dirlo – senza timidezza
“Oh no, oh no, non io
Io l’ho fatto a modo mio”.
Perché cos’è un uomo, che cos’è che ha?
Se non sé stesso, allora nulla.
Per dire le cose che sente veramente
E non le parole di uno che si inginocchia
La storia mostra che ho subito colpi
E l’ho fatto a modo mio!
Sì, era il mio modo.

A Frank Sinatra la proposta di Paul Anka di interpretare My way inizialmente non piacque, in quanto la considerava troppo autoindulgente e autoreferenziata. Fu la figlia di Sinatra, Nancy, a convincere definitivamente il padre, in quanto incarnava il mito americano del “self-made man”. La fortuna di My way è stata attestata dalle centinaia di interpretazioni che, da Elvis Presley a Luciano Pavarotti, dai Sex Pistols a Michael Bublé, hanno fatto conoscere la canzone in tutto il mondo.

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