Proponiamo ai cattolici di buona dottrina e di buona volontà di associarsi all’iniziativa della “Lega cattolica per la preghiera di riparazione” che nasce in questo momento con il fine di restaurare i lineamenti della Chiesa di sempre attraverso un mezzo ascetico che discende dalla spiritualità e dalla devozione del Sacro Cuore
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Questo appello è pubblicato anche su:
– Una Vox
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“E allora che cosa facciamo?” chiedono molti bravi cattolici dopo aver toccato con mano la crisi in cui versa la Chiesa dei nostri giorni. “E tu che cosa fai?” dicono altri, magari provocatoriamente, sottintendendo che non basta toccare con mano e lamentarsi.
In effetti, non basta. Non ci si può solo lamentare davanti allo svuotamento del deposito della fede, ai temerari aggiornamenti della teologia e della filosofia, ai cedimenti morali, agli abusi liturgici, alla devastazione dell’ascetica e della devozione, al rinnegamento della Tradizione.
Al cospetto di un simile spettacolo, riassumibile nell’esiziale concetto di “apertura al mondo”, il cattolico ha il dovere di agire, e di agire da cattolico.
Per questo, attraverso “Riscossa Cristiana”, intendiamo lanciare un’iniziativa rivolta ai tanti che chiedono sconsolati “E allora che cosa facciamo?”.
Se la Chiesa sta cadendo a pezzi, bisogna metterci mano e ricostruirla: ripararla. E ripararla mentre molti, troppi, pastori continuano nella loro opera demolitrice. Con pazienza e tenacia sostenute dalla virtù della speranza, bisogna recuperare tutto ciò che di buono, venerabile e santo gli altri gettano e ricollocarlo al suo posto. E bisogna farlo allo scopo di restituire alla Sposa di Cristo le sembianze che ha mantenuto nel corso dei secoli, ora così invise ai molti nemici che stanno fuori e ai troppi nemici che stanno dentro.
Bisogna riparare consapevoli che chiunque lo può fare con frutto e con merito senza inventarsi nulla di stravagante. La teologia, la spiritualità, l’ascetica e la devozione gettate da tempo nella discarica di una fede fuori moda forniscono ai cattolici di buona volontà uno mezzo semplice ed efficace: la pratica della preghiera di riparazione, che al termine di questo appello spieghiamo come può venire applicata alle drammatiche condizioni in cui versa la Chiesa.
Chiunque aderisca a questa iniziativa deve essere consapevole che si deve ripartire dalle fondamenta e che lo si fa senza contare sull’accorrere delle folle. Saranno solo le piccole aggregazioni, o addirittura i singoli fedeli, a iniziare questo lavoro. Poi, quando la Provvidenza lo vorrà, si vedranno i frutti.
Per questo, attraverso Riscossa Cristiana, proponiamo ai cattolici di buona dottrina e di buona volontà di associarsi all’iniziativa della “Lega cattolica per la preghiera di riparazione” che nasce in questo momento con il fine di restaurare i lineamenti della Chiesa di sempre attraverso un mezzo ascetico che discende dalla spiritualità e dalla devozione del Sacro Cuore.
Come supporto organizzativo, oltre a Riscossa Cristiana, c’è una piccola associazione sorta due anni fa in Lombardia e Veneto che si chiama “Confraternita del Sacro Cuore di Gesù e del Cuore Immacolato di Maria”, detta anche “dei Sacri Cuori”, di cui fanno parte i firmatari di queste righe. Si tratta di un piccolo gruppo di cattolici consapevoli che solo l’integrale ritorno alla Tradizione dottrinale e liturgica segnerà la fine della crisi. Tra le pratiche ascetiche di questa Confraternita volte al ripristino della Tradizione c’è l’offerta di sofferenze, sacrifici e preghiere in riparazione dei danni provocati alla Chiesa da parte degli uomini di Chiesa, ecclesiastici e laici: questo è, in sostanza, quanto si intende proporre su scala più ampia attraverso la “Lega cattolica per la preghiera di riparazione”.
Sul piano operativo, non è nulla di complicato. Chiunque, da solo in gruppo con altri fedeli, può aderire all’iniziativa scrivendo all’indirizzo di posta elettronica legariparazione@email.it. In questo modo potrà segnalare la sua adesione e riceverà informazioni su eventuali attività già in atto nella sua zona; oppure potrà segnalare la disponibilità a fare da punto di riferimento sul territorio. Sarà compito e cura degli organizzatori allacciare e tenere i contatti tra coloro che aderiranno.
Quest’opera di raccordo è importante anche perché bisogna che i molti cattolici decisi a non cedere non si sentano isolati pensando di essere gli ultimi superstiti di un naufragio o convincendosi di essere dei pazzi in un mondo di sani. Questi cattolici sono dei naufraghi, se si vuole tale questa immagine, ma non sono soli: ve ne sono molti di più di quanti possano immaginare. Ma, soprattutto, non sono dei pazzi: è solo che in tempi di follia, la salute mentale sembra merce da manicomio.
Al proposito di saldare i legami che andranno formandosi grazie a questa iniziativa, tutti coloro che aderiranno sono invitati venerdì 1° maggio 2015 alla prima giornata della “Lega cattolica per la preghiera di riparazione” in programma a Linarolo, in provincia di Pavia.
Attraverso Riscossa Cristiana, che terrà nella sua Home Page uno spazio dedicato all’iniziativa sarà possibile seguirne gli sviluppi e trovare materiale per la formazione.
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Paolo Deotto
Alessandro Gnocchi
Sia lodato Gesù Cristo
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La preghiera di riparazione
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“O Dio, che nella tua misericordia ti sei degnato di elargire i tesori infiniti del tuo amore nel Cuore del Figlio tuo, trafitto per i nostri peccati, concedi che, rendendoGli il devoto omaggio della nostra pietà, possiamo compiere anche l’ufficio di una degna riparazione”
Con queste parole la Liturgia della Chiesa prega nella colletta della festa del sacro Cuore di Gesù. Riepilogando brevemente i motivi e gli effetti della morte in croce di Nostro Signore, essa conclude invitando ogni fedele a unirsi al Divino redentore esercitando dignae satisfactionis officium. In questo senso, l’orazione pare ricalcare molto fedelmente quanto il Sacro Cuore di Gesù ebbe a dire alla monaca visitandina S. Margherita Maria Alacocque davanti alla SS. Eucarestia nel giugno del 1675:
“Ecco il Cuore che ha tanto amato gli uomini, che non ha risparmiato nulla fino a esaurirsi e a consumarsi, per testimoniare loro il suo amore; e per riconoscenza ricevo dalla maggior parte ingratitudine a causa delle irriverenze e dei sacrilegi e a causa della freddezza e del disprezzo che hanno per me in questo Sacramento di amore. […] Questo, mi disse, mi è più doloroso di quanto ho sofferto nella mia Passione. Se essi ricambiassero un poco il mio amore, stimerei poca cosa quello che ho patito per loro e vorrei, se possibile, soffrire ancora di più. Ma essi non rispondono che con indifferenza e rifiuti a tutte le mie premure nel far loro del bene. Almeno tu dammi il piacere di supplire alla loro ingratitudine, tanto quanto ne sarai capace”.
Ecco così chiaramente espresso il principio meritorio della riparazione il quale, associando gli uomini all’espiazione e alla soddisfazione infinite che Gesù Cristo ha offerto sulla croce, tende a compensare, colmare gli oltraggi resi alla gloria di Dio a causa del peccato degli uomini. Quanti sono oggi i peccati degli uomini, laici ed ecclesiastici! In modo particolare, quale mancanza di adorazione verso la Verità rivelata, sotto ogni forma: tradimenti nell’esposizione dell’immutabile dottrina; abusi nelle celebrazioni liturgiche; irriverenza; indifferenza verso la Regalità di Nostro Signore; omissioni colpevoli di apostolato; e molto altro. La Sposa di Cristo e suo Corpo Mistico, la Chiesa, si trova a essere spesso sfigurata nella sua compagine visibile proprio a causa del peccato dei suoi figli. Non si può restare indifferenti a tutto ciò: Nostra S. Madre Chiesa soffre e noi abbiamo il dovere di medicare le sue piaghe, per quanto ci è consentito, attraverso l’offerta di sacrifici e preghiere che ne affrettino il risanamento.
Se l’Uomo-Dio Gesù Cristo venne a riparare il peccato dell’uomo contro Dio stesso compiuto dai protoplasti ingannati dal demonio (peccato infinito in quanto rivolto direttamente contro l’immensa maestà divina), l’uomo, redento dal Sangue Prezioso del Figlio di Dio, in unione a Cristo stesso e alla sua Chiesa, può contribuire anch’egli alla riparazione dei peccati che ancora sono perpetrati contro il suo Cuore divino. Ogni battezzato, partecipando in maniera limitata al sacerdozio di Cristo attraverso il carattere sacramentale (vd. S. Th. III pars q. 63 a. 3), è chiamato e reso idoneo a offrire al Cuore misericordioso di Gesù atti riparatori in stretta unione alla Passione di Cristo.
Certamente, poiché Gratia supponit naturam, sarà necessario che ciascuno, secondo il proprio stato, vada fino infondo alla sua propria autorità compiendo gli atti commisurati e conseguente a essa al fine di difendere e diffondere il regno sociale di Cristo. Contro il “principe di questo mondo” oggi più che mai scatenato come leone ruggente (cfr. 1Pt 5, 8). Ma vano sarebbe ogni sforzo senza l’unzione della Grazia. E se quest’ultima ci è conferita efficacemente in via ordinaria attraverso i Sacramenti, i sacrifici offerti a Nostro Signore con devozione e retta intenzione, otterranno una novella infusione di Grazia santificante nell’anima, che conferirà singolare pregnanza a ogni buona azione.
Pertanto: ripariamo! Affrettiamo il trionfo della Chiesa di Cristo: torni quanto prima a risplendere della luce del suo Signore nelle parole e nella vita dei suoi figli, perché il mondo creda.
Cor Iesu Sacratissimum, adveniat Regnum tuum!
Come praticare la preghiera di riparazione: ogni venerdì (possibilmente), dopo aver detto l’Atto di Offerta “Cuore Divino di Gesù” ponendo come intenzione “in riparazione dei peccati contro il vostro Cuore sacratissimo”, recitare il S. Rosario a cui far seguire le Litanie del S. Cuore di Gesù con relativa orazione. Nei limiti delle possibilità, questa pratica si faccia davanti al SS. Sacramento o comunque si sosti almeno un quarto d’ora davanti al tabernacolo in adorazione ed espiazione. In caso di particolare necessità, verranno suggerite ulteriori forme di riparazione e di penitenza, secondo il principio dell’agere contra.