Nello scrigno segreto del C’era una volta… – rubrica quindicinale di fiabe, curata e illustrata da Elena Manetti

Parte seconda: le fiabe regionali del Piemonte

I fiori sono esseri viventi e arricchiscono la nostra vita in questo mondo con la loro bellezza e/o il loro profumo.

Cari bambini, conoscete la storia della stella alpina? È una storia molto triste, ma piena di fascino e d’insegnamento, che ci fa capire che cos’è la vera fedeltà fra due persone.

 

 

 

Delicatissima è la leggenda della stella alpina che narrano i montanari del Cervino.

Una giovane della valle aveva sposato un montanaro gagliardo che, come tutti quelli del paese, conosceva e amava con tutta l’anima la sua montagna. Saliva spesso verso i ghiacciai, per cogliere il profumatissimo genepì, la pianta fortemente aromatica che serve ai liquoristi per fabbricare il famoso liquore dello stesso nome, e vi andava anche per dare la caccia alle marmotte, delle quali vendeva poi la pelle ai viaggiatori della città. I due sposi vivevano modestamente dei guadagni di lui, ma, poiché si volevano tanto bene, erano felici come due principi. Un giorno, il giovane sposo partì, come aveva fatto tante volte per la montagna, ma non fece più ritorno.

Invano, la moglie lo attese per tre giorni successivi: nessuno lo aveva visto sulla montagna e nessuno sapeva dare notizie di dove fosse andato a finire.

Allora la povera sposa prese sulle spalle il sacco anche lei e salì verso il ghiacciaio per veder di ritracciarlo. Scorse ad una ad una tutte le cime, esaminò le valli, cercò con l’occhio ansioso nel fondo di tutti i crepacci e finalmente lo rinvenne.

Ma, ahimè!, lo trovò morto, proprio fra due lastroni di ghiaccio.

Allora, affranta dal dolore, la povera sposa sedette sulla sporgenza della roccia e non pensò più a ritornare verso casa. Si mise a piangere ed a lamentarsi per tutta la sera e tutta la notte. All’alba, quando si imbiancò il cielo, i suoi capelli e le sue ciglia erano coperte di un velo di brina, come peluria d’argento.

«Signore,» disse la sposa, rivolgendo gli occhi al cielo «io non ho il coraggio di staccarmi da mio marito. Lasciatemi qui sulla balza di questa rupe, perché io possa vederlo sempre nel suo letto eterno di ghiaccio.»

Iddio ebbe pietà della sposa innamorata e la convertì nel fiore più caratteristico e più bello delle Alpi, la Stella Alpina.

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