Il dibattito in corso nel mondo politico e sui media circa il disegno di legge Cirinnà presenta alcuni aspetti di natura più generale rispetto alla sua materia specifica, nel senso che provoca una riflessione sulla capacità delle formazioni che si collocano in un’area di Centrodestra di rimanere, nel tempo, ferme nella difesa dei propri valori. Ferme, cioè senza cedere alle sollecitazioni degli avversari politici e delle agenzie culturali che a questi si riconducono.
Ebbene, diciamo subito che questa capacità appare modesta e insufficiente. Posizioni che sembravano fermissime vanno rapidamente franando, si riducono a frammenti di ciò che erano. Il fronte arretra e si abbandonano all’avversario, senza combattere, importanti contrafforti. Si resiste a difendere esclusivamente quei valori e quei principi che sembrano facilmente difendibili perché la loro violazione da parte della sinistra e del fronte liberal – radicale pare di una tale enormità da suscitare una comune riprovazione. Senza pensare che, arretrando senza controbattere sotto i colpi della propaganda avversaria, ciò che oggi sembra di una gravità assoluta verrà presto sdoganato, e principi che sembravano intoccabili appariranno materia opinabile.
Senza pensare, inoltre, che i principi che si vogliono difendere fanno parte di un’unità organica, e che il cedimento di uno mina la solidità di tutti gli altri.
Senza pensare, infine, che non ci sono conquiste e vittorie che appagheranno un avversario il quale mira alla distruzione di tutti i valori e di tutte le istituzioni che si rifanno a un sano principio di realtà, e che ogni arretramento non verrà considerato come una ragionevole e stabile mediazione, ma come il punto di partenza per un ulteriore balzo in avanti.
Se ora, abbandonata la metafora bellica, torniamo a riflettere sul ddl Cirinnà, il suo iter e le sue premesse ideologiche e politiche, ritroviamo facilmente l’atteggiamento debole e rinunciatario che è sopra tratteggiato. Vediamo di seguito come, nel mentre proponiamo qualche considerazione sui contenuti del ddl.
Diciamo subito che le cosiddette “unioni civili” costituiscono anche nella forma meno nociva, cioè quando riguardano coppie eterosessuali, nient’altro che un matrimonio depotenziato o, se vogliamo, un’alternativa irresponsabile al matrimonio. Si tratta infatti di un istituto in cui si assumono i diritti-doveri connessi al matrimonio, ma non le responsabilità che questo vincolo comporta, responsabilità che deriva dal suo essere un impegno forte, duraturo, potenzialmente perpetuo in termini umani. E a chi obbiettasse che comunque lo stesso matrimonio civile non è indissolubile dal dicembre 1970, si deve rispondere che in ogni modo esso conserva profili formali e sostanziali assai più consistenti della cosiddetta “unione”: basta pensare che per sciogliere il matrimonio civile rimane necessaria una precedente fase di separazione oggetto di una sua specifica vertenza giudiziale, laddove per porre fine all’unione civile è sufficiente una dichiarazione di fronte all’ufficiale di stato civile.
Parliamo dunque di un vincolo che implica gli stessi diritti di chi contrae un matrimonio (scelta del regime patrimoniale, diritto di successione, subentro nel contratto d’affitto, pensione di reversibilità, adozione e affido di minori, educazione della prole, concessione della residenza in Italia al membro straniero dell’unione, legge 106, ecc.) ma che rispetto a quest’ultimo comporta un impegno labile e prontamente revocabile. Si deve dunque tenere fermo che, se l’unione civile senza l’estensione agli omosessuali sarebbe un mostriciattolo abbastanza insignificante, esso andrebbe comunque respinto anche in questa forma, perché ogni modello alternativo alla famiglia intesa come stabile unione di un uomo e di una donna indebolisce quest’ultima, facendo lunghi passi sulla strada del disimpegno, dell’individualismo sterile, della disgregazione sociale. Ebbene questa è la prima trincea sulla quale attestarsi, quella più esposta, quella che – a quanto sembra – trova ormai pochissimi difensori.
D’altra parte è altrettanto vero che – per parlar chiaro – tante forze politiche non si sarebbero mobilitate per partorire tale mostriciattolo: era al riconoscimento delle unioni fra omosessuali che si mirava, ma per ottenere questo si doveva passare, onde evitare ovvie contestazioni in nome del principio costituzionale di eguaglianza, dalle unioni “etero”. Ebbene va detto che, se le unioni civili tra eterosessuali sono di per sé nocive, quelle tra omosessuali sono perniciose perché contraddicono un dato di natura, e nel medio – lungo periodo produrrebbero vaste lacerazioni sul tessuto sociale già sdrucito. Non ci soffermiamo, qui, sulla argomentazione di questo assunto, poiché l’obbiettivo di questo documento è altro, ma non dubitiamo che chiunque non abbia sugli occhi il velo dell’ideologia concorderà sul punto. Peccato che anche questa partita sembri trovare, tra le formazioni di centrodestra, pochi giocatori disponibili. Si sente sempre più spesso parlare, anche dalle nostre parti, dei “diritti” degli omosessuali, mentre a nostro avviso questi consistono sostanzialmente nell’essere rispettati come persone e nel non subire discriminazioni professionali.
Dove la destra sembra ricompattarsi – ma solo parzialmente – è su due punti che conseguono all’”unione civile” estesa agli omosessuali, cioè la cosiddetta “stepchild adoption” (cioè l’adozione del figlio naturale o adottivo del partner, anche omosessuale) e l’utero in affitto. Questa trincea sembra presidiata. Ma sembra soltanto, se è vero che il carismatico presidente di un grande partito di area ha recentemente lasciato ai suoi parlamentari una libertà di voto che sembra concernere anche questo punto. Sembra soltanto, perché in realtà, abbandonate le due precedenti, essa è oggettivamente indifendibile.
Quanto alla stepchild adoption, il suo stralcio dal testo di legge, qualora quest’ultimo fosse approvato, sarebbe solo temporaneo. Infatti la magistratura non tarderebbe a introdurlo nell’ordinamento a colpi di sentenze, argomentando che due istituti analoghi come il matrimonio e l’unione civile non possono contemplare un trattamento differente quanto all’adozione. E così, istituzionalizzata la coppia omosessuale, vedremmo riconosciuto anche il suo diritto al pupo.
Infine un riferimento alla surrogazione di maternità, comunemente detta “utero in affitto”: la proibizione da parte della legge 40 potrà essere facilmente aggirata. Poiché non risulta che il maschio, sia pure omosessuale, sia in grado di partorire, basterà a uno dei partner recarsi in un paese estero in cui la pratica sia legale, tornare in Italia col figlio così concepito, partorito e adottato fuori dai confini. In questi casi l’orientamento della magistratura italiana è tanto per cambiare aperturista, cioè tendente al riconoscimento della genitorialità da parte della coppia omosessuale, come attestano almeno un paio di sentenze (Tribunale dei minori di Roma e Corte d’Appello pure di Roma). E pensare che le unioni civili non ci sono ancora: si può ben immaginare, nel caso malaugurato in cui il ddl venisse convertito in legge, che l’adozione da parte delle coppie omosessuali diventerebbe la regola, essendo il giudice italiano il battistrada del legislatore.
Dunque non resta che operare affinché le forze di Centrodestra non facciano sconti al ddl Cirinnà, respingendolo in blocco. Non si può, all’interno di questo testo legislativo, sceverare il grano dal loglio: è tutto loglio, perché concettualmente è un tutto organico, dove ogni passaggio è la conseguenza di un altro. E non ci si può lavare la coscienza sostituendo all’adozione l’”affido rinforzato” o introducendo consimili astruserie che nulla cambiano del succo della questione.
Una destra pavida, o peggio una destra che imita la sinistra, non è utile alla nostra Patria. Non sappiamo se questa battaglia, che ha il suo inizio ideale il 30 gennaio prossimo col “giorno della famiglia” a Roma, noi la vinceremo. Ma sappiamo che se la iniziamo con una ritirata essa sarà persa prima di combattere.
28.01.2016
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Alfonso Indelicato
Consigliere comunale di Fdi – AN a Saronno
10 commenti su “Non cedere di un passo. Appello al Centrodestra nell’imminenza della discussione del ddl Cirinnà – di Alfonso Indelicato”
Ce ne fossero tanti di “indelicati” nei Consigli comunali e in Parlamento.
” Appello al centrodestra ” ….. ma esiste ancora ?
La destra è solo un fantasma politico. La soluzione potrebbe consistere in un partito cattolico tradizionalista,ma è soltanto una utopia.
Sono d’accordo pienamente con Indelicato. Il problema però è che i “pulpiti” dei media cartacei e televisivi non fanno che catechizzare il popolo italiano per convincerlo che due più due fa cinque. Il massimo dell’assurdità, insomma. Auguriamoci e preghiamo perché l’afflusso al Circo Massimo di Roma sia al di là delle più rosee aspettative. Ma non dimentichiamo che la battaglia contro questo diabolico inganno sarà comunque durissima!
Ormai ci sono dibattiti quasi serali su tutte le reti.
Come al solito faccio zapping e si sentono opinioni condivisibili,ad esempio di Salvini,
ed altre allucinanti.
Stasera a Piazza Pulita, Costantino della Gherardesca ha detto una cosa molto molto
saggia e condivisibile al 1000%, cioè ha detto, FINALMENTE !!!!!: perché le adozioni
non vengono rese più facili ed accessibili?
C’era anche Formigoni, ovviamente d’accordo, che ha dato delle cifre importanti.
Perché nessuno ne parla???
Né destra né sinistra?
Potrebbe essere una soluzione per molti problemi anche se certamente non per tutti.
Mentre si battaglia per un orrore nuovo in aguato ci si dimentica in parte degli altri orrori già esistenti in Italia e che andrebbero aboliti: aborto e divorzio: non c’è salvezza per la famiglia voluta da Dio finchè non si scacciano anche l’aborto e il divorzio. A marzo poi non arriva l’ondata pro eutanasia? Non c’è più pace per chi ha ancora una coscienza, ci vogliono fiaccare.
Speriamo in un intervento dal cielo, molto meglio una punizione fisica che viene compresa da tutti, che un martirio spirituale che comprendono e sentono solo i cattolici (cattolici non modernisti si intende) mentre molte anime ingannate, fiaccate, rese ignoranti dal nulla modernista camminano allegramente verso l’Inferno.
Sono d’accordo con Mah! Un cattolico deve esprimersi solo in questo modo.
Si..l’intervento del cielo ci sarà ma..credo che sarà di “purificazione”. L’abominio della trasgressione e del contro-natura è entrato nel contesto sociale, morale, civile,…ed ora anche religioso , perchè non si sentono quasi mai – forti – “voci del magistero della Chiesa ” che apertamente condannino tali ideologie perverse. Invece si attua l’astenzione il ripiego al politically correct. Cosa dovrà dire ns Signore Gesù Cristo : non avete protetto e salvato il mio gregge,..mercenari, lupi vestiti da agnelli, avete venduto ai nemici coloro che IO ho riscattato con il mio Prez. Sangue,.rinnegatori e traditori , le mie pecore si sono perse..lontano da Me. Se leggiamo le pagine dell’Apocalisse,.. possiamo riconoscere il segno di questi tempi : abominio della desolazione, perdita della fede e della morale d ‘ intere popolazioni e nazioni della terra. Volgiamo lo sguardo e la nostra preghiera,,continua , alla Madre di Dio.
Grazie Alfonso per l’articolo.
Tocca a noi ora combattere senza cedere di un passo … contro la Cirinnà ed i soliti oppositori.
Dobbiamo convincerci che la chiesa conciliare ci ha consegnato agli storici nemici della Chiesa.
Se per caso esistesse un centrodestra (non pagano) che batta pure mille colpi!
La foto riporta la casa semidistrutta a fianco del Sacrario di Fagarè della Battaglia (TV)
http://www.museobonifica.sandonadipiave.net/index.php?l=italiano&cat=93&art=157
Nel 1923, il muro nel quale si trovava la scritta vene rimosso e riposizionato a lato del nuovo monumento ai caduti.
http://www.sezioneanatreviso.it/index.php?option=com_content&view=article&id=301:il-sacrario-di-fagare&catid=46:prima-pagina&Itemid=11
Nel Sacrario si trovano i resti di 10.543 soldati caduti, di cui, 1 un soldato austroungarico, 1 un tenente U.S.A. (lunico militare statunitense caduto in Italia).
I resti dei soldati italiani, noti e ignoti, appartengono alla III Armata, comandata dal Duca d’Aosta.
Vedendo in TV un servizio sul Family Day ho intravisto una signora che aveva un cartello con la scritta: “Il matrimonio gay offende Gesù”. La semplicità e il rigore teologico espressi in quelle poche parole mi ha commosso. Perchè per un vero cattolico, qualunque “unione” (tra etero ed omo) che non sia sancita dal sacramento del matrimonio non può piacere a Gesù (e alla Sua Chiesa), semplicemente perchè è un peccato. E nessun cattolico può accettare uno stato che legalizzi qualunque tipo di unioni peccaminose. Semplicissimo, no? Eppure quanti politici sedicenti cattolici (maturi, adulti, immaturi et cetera) e (peggio ancora) quanti uomini di Chiesa hanno il coraggio e la fede per proclamare e difendere questa verità disarmante nella sua semplicità?