Il continuo martellamento sui temi economici, imposto alla stampa di regime dai poteri forti, fortemente impegnati a distruggere la Società, rischia di far passare sotto silenzio altre notizie, pur di eccezionale gravità. Siamo grati a Gianfranco Amato, che sulle pagine di Cultura Cattolica ha lanciato l’allarme per bloccare un disegno di legge, già approvato alla Camera, modificato in Senato, e che ora deve tornare alla Camera dei Deputati per l’approvazione definitiva. Se tale testo diverrà legge, prevedendo identico trattamento giuridico ai figli legittimi e ai figli naturali, renderà possibile il riconoscimento anche dei figli nati da rapporti incestuosi.
Sembrerebbe superfluo rilevare l’effetto devastante di una simile normativa, che “legalizza” comportamenti che si possono definire solo come bestiali. Purtroppo nulla è impossibile nell’attuale paurosa confusione intellettuale e morale in cui si trova la nostra Società.
DOBBIAMO FAR SENTIRE LA NOSTRA VOCE, CHIEDERE FERMAMENTE CHE NON VENGA APPROVATA UNA LEGGE CHE VA CONTRO OGNI NORMA NATURALE, CHE DEGRADA L’UOMO E DEVASTA LA FAMIGLIA.
Invitiamo tutti i nostri amici e lettori a leggere l’articolo di Gianfranco Amato e a sottoscrivere l’APPELLO che si trova su Cultura Cattolica, cliccando su http://www.culturacattolica.it/default.asp?id=17&id_n=30586
Ricordiamoci che di fronte alle nefandezze il silenzio diventa colpevole complicità.
PD
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IL PARLAMENTO SDOGANA IL TABU’ DELL’INCESTO
di Gianfranco Amato
fonte: Cultura Cattolica
Lo scorso 16 giugno il Forum delle Associazioni Familiari, il network cattolico che opera dal 1992 e oggi raccoglie l’adesione di una cinquantina di organizzazioni, ha emesso un allarmato comunicato stampa, con cui la Camera dei Deputati della Repubblica italiana viene fermamente invitata ad un ripensamento.
Questo il testo del comunicato:
Il Forum delle associazioni familiari esprime grande preoccupazione per il disegno di legge contenente «Disposizioni in materia di riconoscimento dei figli naturali», che, nell’affermare identico trattamento giuridico ai figli legittimi e ai figli naturali, rende possibile il riconoscimento anche dei figli nati da rapporti incestuosi.
Al testo già approvato dalla Camera il 30 giugno 2011, il 16 maggio 2012 il Senato ha aggiunto, tra altre modifiche, un nuovo testo dell’art. 251 C.C. che autorizza, seppur con il filtro valutativo del giudice, il riconoscimento del «figlio nato da persone tra le quali esiste un vincolo di parentela in linea retta all’infinito o in linea collaterale nel secondo grado» (cioè generati da padre con figlia, da madre con figlio, nonno con nipote, da fratello con sorella, tanto per intendersi), «ovvero un vincolo di affinità in linea retta» (suocero con nuora, suocera con genero).
Nessuno ha rilevato la gravità di questo disegno di legge che torna ora alla Camera per l’approvazione definitiva.
Ammettere il riconoscimento dei figli incestuosi è un grave vulnus alla concezione della famiglia come convivenza ordinata e strutturata, in cui l’istinto sessuale trova espressione all’interno della coppia e il rapporto tra generazioni ne è esente; per tutte le culture evolute l’incesto è un disordine inaccettabile ed è, nella stragrande maggioranza dei casi, frutto di violenza, fisica o psicologica.
Né può ritenersi che sia nell’interesse dei figli sapere, vedere certificata e pubblicamente conclamata la propria origine incestuosa: che percezione della famiglia, che educazione al rispetto di sé e dell’altro ne può derivare?
Il Forum auspica che i deputati sappiano evitare questo passo indietro nella convivenza civile.
In realtà il provvedimento che torna alla Camera dei Deputati per essere approvato costituisce un ulteriore devastante colpo di piccone all’istituto familiare. Del resto, la liberalizzazione progressiva dell’incesto è sempre stata vista come l’efficace grimaldello per far saltare il concetto di famiglia tradizionale, quella che qualcuno ha considerato una «gabbia anacronistica». Lo scriveva esplicitamente Jean-Paul Sartre in un articolo redazionale pubblicato sul n.12 della rivista Tout nel 1969: «Quanto alla famiglia, scomparirà (…) soltanto quando avremo cominciato a sbarazzarci del tabù dell’incesto (tra genitori e figli, tra fratelli e sorelle); la libertà deve essere pagata a questo prezzo».
In effetti, è dagli anni ’70 che esiste un tentativo ideologico di sdoganare il tabù dell’incesto in nome della liberalizzazione sessuale. Già l’attivista Shulamith Firestone, una canadese di origini ebraiche icona del movimento radicale femminista in quegli anni (fu tra i fondatori del New York Radical Women, del Redstockings, e del New York Radical Feminists) nel suo famosissimo best seller The Dialectic of Sex (1970), sintesi in salsa femminista delle idee di Sigmund Freud, Wilhelm Reich, Karl Marx, Frederick Engels, e Simone de Beauvoir, riteneva che con l’erosione della famiglia e l’eliminazione dei tabù relativi all’incesto ed alla repressione sessuale (considerati conseguenze inevitabili della vita familiare), sarebbe finalmente nato qualcosa di nuovo.
La psicosessualità al potere – secondo la Fireston – avrebbe dato vita ad un nuovo tipo di amore, un amore veramente libero, e con esso la possibilità di una vera felicità.
Più esplicito è stato lo psicologo Americano Wardell Baxter Pomeroy nel suo controverso libro A New Look at incest (1977), una nuova visione dell’incesto, in cui la teoria a favore dei rapporti sessuali tra consanguinei si spinge davvero avanti:
Possiamo registrare molte relazioni sessuali serene e reciprocamente appaganti tra padri e figlie. Questi possono essere occasionali o duraturi, ma non hanno alcun effetto negativo (…). L’incesto tra adulti e giovani può rappresentare un’esperienza capace di soddisfare ed arricchire (…). Quando sussiste una mutua e sincera attenzione per l’altra persona, piuttosto che un atteggiamento di egoistico possesso focalizzato sul proprio godimento sessuale, allora la relazione incestuosa può davvero funzionare perfettamente. L’incesto può arrivare ad essere una piacevole, innocua e persino arricchente esperienza.
Alquanto significativo, poi, è che il libro del dottor Pomeroy sia stato promosso e consigliato dall’International Planned Parenthood Federation (IPPF) – di cui lo stesso Pomeroy è stato prestigioso membro –, una potente organizzazione abortista mondiale con sede a Londra e presente in 189 Paesi, specializzata, fin dal 1952, nella pianificazione familiare (rectius contraccezione ed aborto), che riceve finanziamenti pubblici per progetti speciali dalla Commissione Europea e dal Fondo delle Nazioni Unite per la Popolazione, e che collabora con diverse istituzioni internazionali, tra cui l’UNICEF, l’Organizzazione Mondiale della Sanità, l’Organizzazione per lo Sviluppo e la Cooperazione Economica, e così via.
Questo il clima culturale e la potenza di fuoco che sta dietro chi sponsorizza la legalizzazione dei rapporti sessuali tra consanguinei.
Eppure l’incesto – il cui nome deriva dal latino in-castus, impuro – è pratica ripudiata pressoché da tutti i popoli di ogni latitudine, periodo storico e cultura, un tabù prevalentemente dettato dalla preoccupazione per la difesa della specie umana, in senso sociale piuttosto che biologico. Per questo la Chiesa cattolica, ad esempio, ha sempre condannato l’incesto per la sua intrinseca capacità di corrompere le relazioni familiari e segnare un regresso verso l’animalità. Ed è per questo che la società può ben difendersi con l’arma della sanzione penale.
Nel suo saggio Le strutture elementari della parentela (1949) l’antropologo e filosofo francese Lévi-Strauss affronta questo delicato tema legandolo alla relazione che corre tra l’esistenza biologica e l’esistenza sociale dell’uomo, ed arrivando ad affermare che «la proibizione dell’incesto costituisce il passo fondamentale grazie al quale, per il quale, e soprattutto nel quale si compie il passaggio dalla natura alla cultura». Quest’ultima affermazione la dice lunga sul passaggio evolutivo della società che i liberalizzatori dell’incesto intenderebbero propugnare. Perciò occorre sostenere l’appello lanciato dal Forum delle Associazioni Familiari e battersi perché la Camera dei Deputati riveda la propria posizione e non approvi il riconoscimento dei figli incestuosi.
Invitiamo tutti i nostri amici e lettori a sottoscrivere l’APPELLO che si trova su Cultura Cattolica, cliccando suhttp://www.culturacattolica.it/default.asp?id=17&id_n=30586