OLTRE LA DISSOLUZIONE, LA SANTITA’ DELLE FAMIGLIE – di Piero Vassallo

Veleni e contravveleni

 

di Piero Vassallo


 

lbIl realismo della visione e l’ottimismo della fede illuminano l’arduo cammino della speranza cristiana attraverso le scene della decomposizione occidentale.

Il realismo contempla, senza intromettere il roseo filtro della teologia progressista, la sciagura sociale ultimamente causata dall’a-teologia sessantottina.

L’ottimismo della fede scopre le ragioni della speranza, le testimonianze rese da persone che vivono nascoste nell’ordinaria santità delle famiglie e che la divina grazia esclude dalle pene agoniche della società gaudente.

Il realismo rifiuta le illusioni, che suggeriscono il compromesso con i decomposti pensieri della c. d. modernità, e denuncia l’emergenza di una disperata fuga dalla ragione: “Cultura della morte vuol dire una cultura di una vita senza senso, scrive mons. Luigi Negri nella lucida e coraggiosa introduzione al pregevole saggio di Lorenzo Betocchi, “Dio & famiglia. Analisi di una dissoluzione”, dove l’uomo non ha ragione per vivere, non è aiutato a scoprire la sua dignità“.

L’ottimismo vede la superiorità del bene quantunque disprezzato e combattuto dai poteri della disperazione.

Condotta con il sussidio di una perfetta conoscenza dei filosofemi a monte dei piaceri promossi dagli ispiratori della rivoluzione sessantottina, la ricerca di Bertocchi, proposta dalla casa editrice veronese Fede & cultura, dimostra, infatti, l’incombenza dell’irrazionalità e della tanatofilia sul festoso banchetto intitolato al demenziale imperativo  proibito proibire.

Augusto Del Noce ha dimostrato che la filosofia di Gramsci è “una sorta di marxismo diminuito, accompagnante il processo di dissoluzione della rivoluzione come sua involuzione borghese, condizione dell’affermarsi della nuova classe borghese“.

Al seguito di Del Noce, Bertocchi esamina i risultati ultimamente ottenuti dagli autori della riduzione del movimento marxista a partito radicale di massa, cioè a interprete del totalitarismo dell’estenuazione borghese e della dissoluzione libertina.

Ora all’origine dei furori che agitano la sinistra libertina sta una capovolta religiosità. Bertocchi sottolinea opportunamente l’azione del delirio gnostico nel pensiero dei libertini di ultima generazione: “La pretesa sarebbe quella che lo spirito resta puro, integro, salvo indipendentemente dall’uso del proprio corpo”.

A conferma della sua tesi Bertocchi cita un testo di Sant’Ireneo di Lione, in cui si specchia la virtù sbandierata dalla sinistra libertina: “Come l’oro gettato nella melma non perde il suo splendore, ma conserva la sua natura senza che la melma possa nuocergli. così gli gnostici – dicono – in qualsiasi opera materiale si trovino non possono riceverne danno o perdere la loro natura spirituale. Perciò i perfetti tra loro compiono senza scrupolo tutte quelle azioni proibite delle quali le Scritture asseriscono chi compie queste azioni non erediterà il regno di Dio“.

La fantasia religiosa propone la preferenza del pio disordine, celebrato nel partito radicale di massa, e il rigetto sdegnoso dei piaceri siluriani ai quali si abbandonano – furtivamente – esponenti della destra cinerea quali la Minetti, Fiorito e Bossi jr.

E’ tuttavia stabilito che la confutazione della mistica impostura e l’alternativa al corpo di morte non si possono trovare nelle officine politicanti, che hanno esaltato e praticato il disordine universale.

La risposta al partito della destra corrotta e imbecille non è la dissoluzione totalitaria. Nessuno può credere seriamente che la morale pederastica e tanatofila di Vendola sia un salutare e pio rimedio alle ingrassanti, squallide cene di Fiorito e/o alle esibizioni sculettanti della Minetti

L’incentivo a reagire (reagire, ecco una parola di cui urge ripristinare l’uso cattolico) è dato, invece, dalla lettura delle storie esemplari dei coniugi cattolici, che hanno affrontato eroicamente le prove della vita e le soffocanti dicerie dei non credenti.

Nelle famiglie integralmente cattoliche l’amore abbatte tutte le barriere, specialmente le barriere elevate dalla mistica divorzista, che incita alla continua ricerca del nuovo,  e conduce al dono di sé: “se non si è pronti alla rinuncia, al sacrificio, non si può parlare di amore, e se l’amore oltrepassa tutte le barriere non si capisce perché non oltrepassi quella del tempo. Questo basta a stabilire l’intrinseca stupidità del divorzio”.

Bertocchi propone e narra con vera maestria le vicende eroiche di alcune famiglie sante, nella quali possiamo cogliere le divine ragioni della speranza in anni segnati dalla disperazione dei soccorsi umani.

In special modo è avvincente la storia di Santa Gianna Beretta Molla, un medico che ha testimoniato a prezzo della propria vita, contro la schifosa mania obituaria che eccita la medicina abortista.

Il saggio di Bertocchi apre le finestre del cuore alla speranza che ha fondamento nel mistero degli eroi cristiani che sfidano la cultura di morte.


 

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