PADOVA. LA PROCESSIONE DEL SANTO E I TREDICI PAGGETTI. NELLA TRADIZIONE, UNA SERENA BARRIERA AL CONFORMISMO NEOPAGANO – di Elisabetta Frezza

Attenzione! Questa non è la piccola cronaca di un piccolo evento locale. E’ la testimonianza di come sia viva nei cuori la Tradizione, l’attaccamento alla Vera Fede, il desiderio di salvare la propria identità e le proprie radici. Mentre tutto ci sembra crollare attorno, testimonianze come queste ci richiamano alla speranza, perchè il Signore non cessa mai di amarci e trova proprio nei cuori semplici i più pronti ad accettare il Suo Amore. Buone notizie quindi dal Veneto: non praevalebunt!

PD

 

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PADOVA. LA PROCESSIONE DEL SANTO E I TREDICI PAGGETTI. NELLA TRADIZIONE, UNA SERENA BARRIERA AL CONFORMISMO NEOPAGANO

di Elisabetta Frezza


In un Veneto ultimamente oltraggiato da manifestazioni blasfeme, che gridano contro la natura umana e contro la legge divina (e che addolorano oltremodo per la condiscendenza di chi in certe diocesi ha responsabilità pastorale) si apprezzano, ancor più di sempre, le espressioni autentiche della devozione popolare che affondano le loro radici nella tradizione e trasmettono il senso rassicurante della continuità tra le generazioni.

La grande processione di sant’Antonio da Padova, il Santo per antonomasia, nel giorno della sua festa il 13 giugno, richiama pellegrini da ogni dove ed è vissuta dagli stessi padovani con partecipazione affettuosa, commossa e commovente.

Moltissimo si potrebbe dire della imponente devozione antoniana, che ha avuto nel 2010 un picco significativo con l’ostensione del corpo del venerato santo, capace di richiamare in Basilica un numero impressionante di fedeli. Nelle giornate piovose di quel febbraio in cui ci si poteva raccogliere in preghiera innanzi alle reliquie, la fila si formava di primissima mattina snodandosi per la via di accesso al sagrato fino al Prato della Valle e proseguiva ininterrotta per dissolversi a sera inoltrata.

Questo richiamo potente non subisce flessioni, com’è stato evidente anche quest’anno nel giorno della festa più importante. Il che suona consolante in un tempo in cui, per molti versi, il mondo appare davvero capovolto, e la sua ragione sovvertita in un lampo.

Da vari anni seguo la processione avendo il privilegio, grazie ai miei figli, di stare dietro le quinte nella preparazione di un suo tratto caratteristico. Infatti, tra le figure rappresentative nelle principali celebrazioni liturgiche di Sant’Antonio ci sono i tredici paggetti della Basilica. Il tredici è il numero ricorrente nel culto del Santo, ripreso anche per la schiera dei piccoli chiamati a essere custodi delle sue sante reliquie, con tanto di spada. Furono proprio i bambini, si dice, i primi a diffondere la notizia della morte di Antonio il 13 giugno 1231 scendendo per le strade della città.

Il merito di perpetuare la presenza dei fanciulli nelle cerimonie solenni, sempre tanto apprezzata a giudicare dall’assalto dei fotografi e dai moti di ammirazione della gente, spetta a una religiosa delle Piccole Ancelle del Sacro Cuore, suor Massimiliana, maestra d’asilo nella vicina scuola Opera monsignor Liviero. È lei che più di vent’anni fa ha raccolto questo compito affinché la tradizione non andasse perduta: con cura e passione sistema gli abiti e li prepara per le ricorrenze, convoca i suoi ex allievi per vestirli, severamente istruendoli perché il portamento sia impeccabile, all’altezza della loro funzione. I bambini rispondono immancabilmente con gratitudine, manifestando tutto l’orgoglio di indossare quegli indumenti preziosi che profumano di storia, di festa, di devozione. E serbano nel tempo il ricordo incancellabile della loro parte, il senso profondo dell’appartenenza a una religione che è viva perché radicata in una tradizione che la perpetua e la nutre. Oltre e a dispetto di qualsiasi insulto.

 

GALLERIA DI IMMAGINI – I TREDICI PAGGETTI

(clicca sulle fotografie per ingrandirle)

 

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