Parliamo di Catechismo. Le domande dei lettori, le risposte della nostra catechista/8

Alcune indicazioni su come usare il testo del Catechismo di san Pio X nel primo anno di catechismo.

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Uno spazio su Riscossa Cristiana per rispondere ai lettori che desiderano consigli pratici e metodologici per dare ai loro figli l’indispensabile preparazione sulla Dottrina cattolica.

Chi desidera porre domande, lo può fare inviando una mail a info@riscossacristiana.it, con oggetto: “Catechismo”. Preghiamo gli amici lettori di inviare lettere brevi, che trattino di argomenti di interesse generale. Nei limiti del possibile si darà risposta a tutti.

PD

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Ricordiamo a tutti la possibilità di scaricare gratuitamente il Catechismo di San Pio Xcliccando qui

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zzzzXtfncllAlcuni lettori ci chiedono indicazioni su come usare il testo del Catechismo di san Pio X nel primo anno di catechismo. Penso che il semplice racconto delle nostre lezioni di catechismo domestico che si svolgono sul tavolo della nostra cucina con due bambine e due mamme (all’ occasione anche una nonna), possano essere di aiuto a qualcuno. Questa cronaca continuerà in successione durante l’anno catechistico in corso.

Le bambine sono due, hanno 7 e 8 anni ed entrambe non sono digiune di religione e questo è molto di aiuto alla comprensione dei misteri della nostra fede. Molti genitori non parlano mai di Dio ai bambini piccoli nel timore che non possano capire e su questo argomento torneremo presto, perché vale davvero la pena di approfondire alcuni stratagemmi che fin dall’età dell’allattamento si possono usare per tenere stretti i pargoli al cuore di Gesù. Dopo aver passato l’estate a leggere e rileggere il Catechismo di San Pio X e a consultare la sua spiegazione (Spiegazione del Catechismo di San Pio X. Per i catechistidi Padre Dragone), per essere sicura di non sbagliare mi sono confrontata con chi questo testo lo usa quotidianamente e lo scorre con la facilità e la velocità con cui io faccio la torta di carote per i miei figli. In questo modo mi sono fatta un’idea delle tappe fondamentali da ripercorrere nel primo anno, quello che di consueto dovrebbe preparare i bambini alla Prima Santa Confessione e Prima Santa Comunione (e non il contrario come abbiamo appreso si usa fare in alcune diocesi, roba da far rivoltare nella tomba il Santo Curato d’Ars). Mi sono detta: perché non condividerlo con i nostri lettori che si sono dimostrati tanto interessati  alla costruzione di piccole roccaforti della cristianità, ove i capi e i loro occupanti sarebbe auspicabile non procedessero per conto proprio ma, come invita il caro Padre R.T. Calmel  (Breve apologia della Chiesa di sempre), – alla cui figura mi sono sinceramente affezionata – “…non si ignorino e comunichino fra loro”? Comunichiamo, dunque!

Nel Catechismo di San Pio X che, come ho detto parecchie volte, contiene tutte le domande di un vero cattolico con le sue risposte, si può davvero iniziare dall’inizio.

Sorprendente! Dato che nei catechismi sproloquianti delle conferenze episcopali, se volessimo iniziare dall’ultima pagina e, come i gamberi, tornare alla prima pagina da settembre a giugno, oppure anche il contrario, non cambierebbe proprio nulla ai fini della consueta, finale confusione del fanciullo e del suo smarrimento totale, dato che in questi libercoli vige la filosofia del minestrone ove i pochi  ingredienti sopravvissuti alla censura sono ben frullati e mescolati al fine di farli ingurgitare senza poterne riconoscere la loro originale essenza. Singolare poi, lo stupore quasi stralunato di tanti prelati di fronte alla grande fuga di giovani fedeli dopo la Cresima! I bei tempi di Don Bosco, quando i sacerdoti riconoscevano (forse non proprio tutti ma la maggior parte si) le armi che il mondo suole utilizzare per sedurre le anime e le combattevano a costo della vita, sono passati.

Ma sul tavolo della cucina di casa si può ancora agire indisturbati, aprire ai quattro venti (si fa per dire) il Catechismo di sempre e leggerlo ai ragazzi, spiegarlo con begli esempi e disegni da conservare nel tempo, poi riscrivere le domande sul quadernino e impararle a memoria, con buona pace di tutti.

Sulla memorizzazione ci siamo già soffermati, ma è bene ricordare che, nonostante sia caduta in disuso anche a scuola, chi l’ha provata a catechismo (e sono in pochi), ne garantisce l’efficacia contro l’ignoranza religiosa, non prima di aver spiegato bene anche con esempi ciò che si deve poi memorizzare. Ma non solo: dato che nella memoria si deposita la conoscenza, in età adulta accadrà più facilmente di recuperare la fede, avendola magari per qualche tempo lasciata sedimentare. In questo caso il catechismo domestico aiuta molto perché le mamme hanno tempo e il tempo aiuta.

Nel calcare questa via non potremo mai fare a meno dell’aiuto di un sacerdote, dato che poi a lui affideremo i nostri bambini quando sarà venuta l’ora di accostarli ai sacramenti ed è bello che loro possano conoscerlo e fidarsi di lui. In più, sarà di aiuto anche per noi, dato che, accanto a loro, un cammino di fede finiremo per farlo anche noi.

I primi incontri si sono concentrati su Dio e le sue grandezze: prima di tutto chi è Dio, dove si trova, che cosa ha fatto e fa per noi e perché. Su questo primissimo punto si alimenta la vita stessa del catechismo, dato che per imparare ad amare occorre conoscere l’oggetto del nostro amore, la sua essenza, le sue peculiarità, la sua bellezza, che in questo caso è infinita. Poi si passerà alla Creazione nella sua immensa e misteriosa vicenda e alle figure di Adamo ed Eva con il Peccato Originale. Questo è il momento in cui è importante che il bambino senta la grande bellezza e l’incrollabile verità di quello che si sta apprestando ad imparare. Dico sempre alle bambine che la storia di Dio e dell’uomo è vera e realmente accaduta in ogni suo particolare, perché non pensino di ascoltare una delle tante leggende e storie che spesso ascoltano nel tempo libero. Personalmente penso che più questa convinzione si radica nei loro cuori, più saranno vaccinati contro le scemenze evoluzionistiche che studieranno a scuola. Da piccola mi è accaduto proprio questo: i miei genitori sono stati chiarissimi su questo punto e la storiella della scimmia che raddrizza la schiena fino a diventare uomo non ha su di me attecchito per niente. Nel mio cuore era scritto a Chi appartenevo e sentirmelo avallare dall’autorità paterna non ha fatto che radicarlo definitivamente. Non posso dimenticare il punto interrogativo disegnato sulla fronte dei ragazzi del catechismo quando parlo della Creazione: come può la scuola continuare a dare indicazioni parallele e discordanti sulle nostre origini, nelle ore di scienze e religione (ammesso che nell’ora di religione si parli ancora di Creazione)? Per quanto tempo ancora dovremo sopportare che i nostri figli vengano presi per dei babbei che non si pongono alcuna domanda? Ai catechisti e ai genitori cattolici è data l’imperdibile occasione di urlare dai tetti la verità e di farla riconoscere ai ragazzi attraverso il canale privilegiato della grazia! Quando poi non volessimo proprio spingerci oltremodo nella questione raccontando loro che l’evoluzionismo è fallito da tempo per dimostrazione degli stessi scienziati.

Più avanti, allora, sarà ancor più facile, per loro, non cadere  nella trappola di strambe e variegate esegesi delle Sacre Scritture, in cui tanti teologi si sono sbizzarriti riguardo la veridicità dei contenuti della Bibbia.

Tornando a noi, in seguito si potrà passare a spiegare il mistero della Trinità e dell’Incarnazione (che sono poi le buone basi per scoprire i Misteri principali della nostra fede, da approfondire l’anno successivo). Quindi, finalmente, Gesù e la Madonna. Sul libricino “Alla scuola di Gesù” questo percorso corrisponde ai primi 11 capitoli e sul Catechismo di San Pio X alle prime 25 domande.

La sfida più grande consiste nel suscitare nei loro animi un sincero sentimento di amore, nonché timore di Dio. L’amore e il timore di Dio sono aspetti di una stessa medaglia, non così lontani tra loro come si possa pensare (il neo-catechismo ha abolito questo duplice aspetto per buonismo cronico, sortendo diversi effetti negativi) perché rispecchiano entrambi un sentimento di profondo rispetto che supera la mera paura della punizione, ma è timore di offendere e far soffrire un Padre tanto buono. E’ un aspetto delicato di cui vale la pena di avere la massima cura, per non infondere paura di Dio, ciò cui ambisce il demonio.

Tutto questo avverrà sempre con l’esempio, oltre che con la cultura. Solo vedendo noi inchinati e sinceramente concentrati mentre preghiamo, solo ascoltando il nostro tono di voce mentre parliamo di Lui, solo guardando immagini veramente artistiche e belle e recitando preghiere nobili potremo far nascere nei loro cuori un profondo sentimento religioso. Non dimentichiamo che con il Battesimo abbiamo ricevuto il dono della fede e questa è una grande mano che Dio ci dona e che ci solleva di molto nel lavoro di trasmissione e di insegnamento della dottrina: siamo fatti per Lui e con la grazia del Battesimo abbiamo ricevuto il grande dono di comprenderlo e poi da adulti eventualmente anche di trasmetterlo.

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Alcuni esempi di belle immagini che corredano il Catechismo

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2 commenti su “Parliamo di Catechismo. Le domande dei lettori, le risposte della nostra catechista/8”

  1. Splendido e vero.
    Ormai i miei figli, che comunque sanno, avendo appreso in famiglia la Fede, hanno superato l’età del catechismo, ma se tra una decina d’anni avremo la grazia di essere nonni, con mia moglie non mancheremo di educare alla vera Fede i nipoti con questo unico e vero Catechismo.
    Grazie di cuore.

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