PER FARE CHIAREZZA – di Federvita Piemonte, a tutti i MpV e i CAV, in vista dell’Assemblea di Palermo del 24/25 marzo 2012

11 Marzo 2012

PER FARE CHIAREZZA – di Federvita Piemonte

fonte: sito di Federvita Piemonte

 

In vista dell’assemblea ordinaria di Palermo, particolarmente importante perché rinnoverà il consiglio direttivo del MpVI, riteniamo doveroso portare a vostra conoscenza i fatti sconcertanti accaduti in Piemonte.

 

A tutti i MpV e i CAV, in vista dell’Assemblea di Palermo del 24/25 marzo 2012

In vista dell’assemblea ordinaria di Palermo, particolarmente importante perché rinnoverà il consiglio direttivo del MpVI, riteniamo doveroso portare a vostra conoscenza i fatti sconcertanti accaduti in Piemonte.

La vicenda inizia il 20 marzo 2010, nel corso del direttivo nazionale nel quale la presidente di Federvita Piemonte, Marisa Orecchia, viene rimproverata dal presidente Casini per aver firmato, assieme ad esponenti di Alleanza Cattolica e del volontariato piemontese, il “Patto per la vita e la famiglia” con Roberto Cota, candidato alla carica di governatore della regione Piemonte. Con tale patto Cota si impegna, se eletto, a tutelare i valori non negoziabili, vita, famiglia, libertà di educazione. In particolare si impegna a favorire l’ingresso dei volontari pro life nei consultori familiari e a sostenere economicamente le maternità problematiche.

La settimana successiva, il 27/3 il responso delle urne darà la vittoria a Cota il quale manterrà fede al patto firmato. Oggi, in Piemonte, esiste una delibera della Regione che consente l’accesso dei volontari pro life nei consultori ed è in discussione, in commissione Bilancio, un progetto per l’erogazione di 250 euro mensili per 18 mesi alle donne che rinuncino all’aborto.

Il motivo per cui Carlo Casini avrebbe rimproverato la presidente di Federvita Piemonte per aver concluso il patto con Cota risiederebbe nella mancanza di “ un preventivo accordo con la Federazione Nazionale, marcando, così, la sua (di Federvita Piemonte) autonomia in una materia assai delicata nella quale la linea del Movimento è sempre stata quella di inviare un messaggio ai candidati e di rendere note le risposte in modo da orientare il voto degli elettori, non quella di stringere veri e propri patti elettorali (verbale del direttivo nazionale del 19/20 marzo 2010)”.

Non è difficile tuttavia ascrivere la contrarietà del presidente Casini al fatto che in quella tornata elettorale il suo partito, l’UDC, sosteneva contro Roberto Cota la candidata uscente, la radicale Bresso, colei che per prima in Italia aveva introdotto nell’ospedale Sant’Anna, l’aborto chimico mediante RU486, che aveva offerto una clinica piemontese in cui uccidere Eluana Englaro, che aveva osteggiato la libertà di educazione riducendo il buono scuola etc. etc.

Subito dopo tali “rimproveri”, nel corso dello stesso direttivo del 19/20 marzo 2010, vengono elevate contro Federvita Piemonte due accuse, ripescate da fatti non proprio recenti:

  1. essere state commesse irregolarità nelle elezioni del direttivo di Federvita Piemonte, avvenute nel maggio 2009 (quasi un anno prima)

  2. l’appartenenza di alcuni membri di Federvita Piemonte al Comitato Verità e Vita (membri per altro del Comitato Verità e Vita dalla sua costituzione, nel febbraio 2004).

Accuse pretestuose, ovviamente, la prima delle quali, secondo una precisazione avvenuta in seguito, riguardante il presidente di un CAV che avrebbe votato non avendone diritto in quanto non iscritto nell’indirizzario nazionale del MpVI, e lasciata in seguito cadere per la sua evidente inconsistenza.

A seguito di tali accuse tuttavia, sostenute soprattutto dai quattro membri del direttivo nazionale provenienti dal Piemonte, Boero, Larocca, Tibaudi e Vergani, tre dei quali – la precisazione non è inutile – non erano stati eletti, pur essendosi candidati, nelle votazioni del direttivo regionale in questione, il presidente Casini incaricava il collegio dei provibiri di “accertare come si è realmente svolta“ l’ elezione tenutasi nell’assemblea della Federazione Piemontese, e di “esporre in un rapporto” la propria valutazione in relazione all’adesione ed al sostegno della Federazione Piemontese all’ Associazione denominata Verità e Vita” (lettera del collegio dei probiviri alla presidente di Federvita Piemonte).

Dopo di ciò prendeva avvio contro Federvita Piemonte, un impressionante escalation di misure, mosse anche con il pretesto di un articolo pubblicato da un giornalista di Libero dal titolo “La vendetta di Carlo Casini: chi stava con Cota alle elezioni deve andarsene” della pubblicazione del quale si accusavano, senza peraltro alcuna prova, membri di Federvita Piemonte e del Comitato Verità e Vita. Non sarà inutile puntualizzare che il dissidio tra Federvita Piemonte e il MpVI era ormai di pubblico dominio, essendo state diffuse on line lettere del presidente Casini e di Marisa Orecchia e che dunque chiunque poteva prenderne spunto per articoli e commenti.

Il 3 luglio 2010 Carlo Casini veniva a Torino per “incontrare fraternamente CAV e MpV per rimuovere taluni fraintendimenti“. Né il direttivo regionale né la presidente, in quanto tali, erano stati informati dell’iniziativa. Non essendo tuttavia riuscito nel tentativo che, in tutta evidenza, era quello di rimuovere presidenza e direttivo del Piemonte, Carlo Casini deplorava nel successivo direttivo nazionale del 25 luglio “ il tono aggressivo ed eccitato di alcuni membri di Federvita Piemonte nei confronti del Presidente” i quali avevano difeso con fermezza la loro libertà di opinione nei confronti di leggi ingiuste oggi in vigore in Italia, quali la 194, la 40 e di quella in discussione sulle DAT, nonché la loro libertà di aderire ad altre associazioni pro life, nella fattispecie al Comitato Verità e Vita. Lo stesso direttivo nazionale emetteva un comunicato nel quale ascriveva tout court la responsabilità dell’articolo apparso su Libero al Comitato Verità e Vita e deliberava che gli organi direttivi di Federvita Piemonte dichiarassero “secondo verità la dissociazione da quelle posizioni del Comitato Verità e Vita che sono contrapposte e incompatibili con le linee operative del Movimento per la Vita italiano, posto che la contraria decisione significherebbe dissociazione dal Movimento per la vita, con le conseguenze previste dallo statuto”.

Un capolavoro di democrazia, di rispetto per la libertà di opinione e per le persone nonché per lo statuto stesso del Movimento per la Vita che non prevede affatto l’incompatibilità di appartenenza a più associazioni pro life, né uniformità di pensiero circa i modi, le linee, le strategie da mettere in atto per la tutela della vita e la promozione di una cultura adeguata a ciò conseguire. Che non prevede affatto, in poche parole, la rinuncia dei suoi membri al pensiero, né l’appalto dello stesso al presidente Casini.

Il Consiglio direttivo nazionale del 23/24 ottobre 2010 dava un altro giro di vite:

  • decideva che non è conciliabile l’assunzione simultanea di cariche direttive nel MPVI e nel Comitato Verità e Vita perché può procurare “confusione sui contenuti rilevanti di impostazione nell’attività soggettiva” (sic!), mentre evidentemente non reputava inconciliabile la carica di presidente nazionale del MpVI con quella di membro di un partito che si allea con i radicali quando è conveniente.

  • Incaricava tre ispettrici, Bruna Rigoni, Mimma Guelfi, Giuliana Zoppis, di visitare CAV e MpV del Piemonte, richiedendo la sottoscrizione della dichiarazione della propria fedeltà al MpVI, che nessuno aveva mai messo in dubbio, nonché “di non aver parte nell’associazione Verità e Vita” la quale è evidentemente da considerarsi il principale nemico dei pro life da cui prendere doverosamente le distanze, pena l’espulsione dal MPVI.

Ma perché tanta determinazione contro il Comitato Verità e Vita?

Conserviamo tra le nostre carte la risposta di un esimio Cardinale italiano ad un associato ad entrambe le associazioni, Movimento per la Vita e Verità e Vita, che gli chiede come deve comportarsi. Scrive il Porporato ”Continui pure il suo impegno per la vita. Sia Comitato Verità e Vita sia Movimento per la vita sono impegnati per la difesa della vita concepita e non ancora nata” .

Mentre la presidente di Federvita Piemonte, per porre fine ad una situazione di conflitto, rassegnava le dimissioni dalla carica di vice presidente di Verità e Vita, avevano inizio le ispezioni, fra l’amarezza di persone che, votate al volontariato per la vita, vedevano mettere in dubbio la loro fedeltà, e lo sconcerto per minacce più o meno velate di vedersi privare del contributo per i Progetti Gemma. Molti dunque decidevano di sottoscrivere, altri rifiutavano decisamente quella che percepivano come una violenza alla propria libertà di opinione.

Il Direttivo nazionale del 22 Gennaio 2011 deliberava il commissariamento di Federvita Piemonte, la cui assemblea ordinaria avrebbe dovuto essere amministrata da un esponente della giunta esecutiva del MPVI. Atto giuridicamente illegale essendo FederVita un organismo autonomo e sottoposto unicamente alla decisioni dell’assemblea dei propri aderenti.

All’assemblea regionale del 12 marzo arrivavano a Torino il presidente Casini e le tre ispettrici.
Durante l’assemblea Carlo Casini tentava di ribaltare la situazione di ferma opposizione ad un atteggiamento persecutorio persistente ed immotivato, facendo proporre dal consigliere Tibaudi una mozione che avrebbe azzerato il direttivo in carica sostituendolo con un comitato che avrebbe indetto nuove elezioni. L’assemblea a larga maggioranza votava invece la relazione della presidente Orecchia, respingendo nella sua piena autonomia e libertà la mozione presentata da Tibaudi. Casini abbandonava la riunione.

Fallito il tentativo di espropriare l’assemblea di Federvita Piemonte dei propri legittimi poteri decisionali, cosa illecita, come dovrebbe sapere, da magistrato, il Presidente Casini, in quanto nessun organo esterno può intervenire nella vita di un organismo autonomo, sovrano in quanto iscritto al registro regionale del volontariato ai sensi della legge 266/91, si decide di usare altre vie.

Al direttivo nazionale del 21 Maggio 2011 una decina tra CAV e MPV gravitanti attorno agli accusatori (Boero, Larocca, Tibaudi, Vergani) notifica la sua uscita da Federvita Piemonte (non si potrebbe perché a norma di statuto nazionale, le associazioni federate al nazionale devono far parte anche della federazione regionale, ma tant’è, per far fuori Federvita Piemonte tutto va bene).

Subito dopo il presidente Casini dà lettura della lista di proscrizione preparata in precedenza, un elenco comprendente MpV e CAV che avevano rifiutato di sottoscrivere la dichiarazione proposta dalle ispettrici e che non erano in regola con il pagamento della quota annuale alla federazione nazionale, i quali vengono espulsi dal MPVI.

Nell’elenco sono comprese associazioni della prima ora, che lottano per salvare bimbi da più di trent’anni, associazioni che hanno fondato e gestiscono case di accoglienza, il CAV e il MPV di Casale, guidati fino alla sua morte, avvenuta da poco più di tre mesi, da Giuseppe Garrone, benemerito fondatore di SOS Vita, promotore delle culle per la vita, e di tante altre iniziative per la vita. Ma nulla conta: bisogna cancellare Federvita Piemonte.

E voila, il gioco è fatto. Viene stilata in fretta la mozione secondo cui
Il Consiglio Direttivo Nazionale ritiene necessaria una nuova assemblea elettiva che tenga conto della realta` emersa sia dai colloqui sopra ricordati sia dalle prese di posizione di numerose associazioni locali.
Delibera quindi che tale assemblea venga svolta entro il 30 giugno 2011 sulla base dell’elenco delle associazioni aderenti alla Federazione Nazionale che verrà comunicato dalla Segreteria Nazionale. Incarica pertanto Mimma Guelfi, Bruna Rigoni e Giuliana Zoppis di convocare tale assemblea entro la data sopra indicata.

Inutilmente l’assemblea straordinaria di Federvita Piemonte dell’11 giugno 2011 dichiara che:

  1. È illegittima la dichiarazione di decadenza di 15 MpV e CAV piemontesi dalla Federazione nazionale, in quanto nessuno di essi ha avanzato tale richiesta, né ha mai messo in atto iniziative o attività non conformi agli scopi statutari della federazione nazionale (art. 11, comma 2).

  2. Esiste già in Piemonte una federazione regionale di MpV e CAV, costituitasi il 16 novembre 1991, la cui attività e le cui linee di azione sono state approvate a larghissima maggioranza ancora nell’assemblea ordinaria del 12 marzo 2011, presente l’on. Casini. Il nuovo soggetto che fosse pertanto costituito nel corso della riunione convocata in data 18 giugno 2011, da parte delle associazioni (MpV e CAV) partecipanti a tale riunione – anche a seguito dei reiterati e pressanti inviti che per telefono in questi giorni li hanno raggiunti, o per il timore di essere esclusi in futuro dalla fruizione del Progetto Gemma – si configurerebbe altro dalla Federazione regionale Piemonte e valle d’Aosta fondata il 16 novembre 1991, ONLUS ai sensi della legge 266/91.


L’assemblea di Federvita Piemonte, deplorando vivamente la situazione venutasi a creare a seguito di accuse mai dimostrate riguardanti presunte irregolarità nelle ultime elezioni del direttivo e difformità rispetto al MpVI nel perseguire gli obiettivi statutari, fa presente che la costituzione di un nuovo soggetto, durante la riunione indetta da una sedicente commissione, creerebbe un’insanabile spaccatura all’interno del Movimento per la Vita, sia regionale che italiano della quale respinge fermamente ogni responsabilità.

A nulla valeva: il 18 giugno 2011 a Torino il presidente Casini fondava una seconda federazione di Movimenti per la Vita e Centri di Aiuto alla vita e continua a tutt’oggi a martellare con telefonate e lettere coloro che sono rimasti fedeli a Federvita Piemonte, affinché la abbandonino. Ogni commento è inutile.

I MPV e CAV espulsi, facendo ricorso contro l’espulsione, scrivevano:

Intendiamo pertanto ribadire ancora una volta la nostra assoluta fedeltà agli ideali ed ai valori presenti con chiarezza inequivocabile nello Statuto del nostro CAV/ MpV, e nello Statuto del MpVI e il nostro impegno perché ogni nuovo essere umano trovi amore, accoglienza, tutela anche attraverso una legislazione idonea ad accogliere, non a produrre e selezionare la vita nascente ed a selezionare la vita terminale.

E’ questa consapevolezza del valore della vita umana che ci induce a considerare la legge 40/2004 e l’attuale proposta sul “testamento biologico” incompatibili non solo con i nostri principi, con il nostro Statuto, con lo Statuto del MpVI, ma anche con la storia del MpVI, incompatibili con la ragione stessa del nostro esistere come CAV (o MpV).

La fedeltà ai valori è prioritaria rispetto alle strategie, semmai queste ultime devono essere coerenti agli ideali ed ai valori che si professano. Il ruolo attivo svolto dal MpVI nel promuovere e sostenere la legge 40/2004 sulla fecondazione artificiale e l’attuale analogo impegno sul disegno di legge sulle DAT, costituisce una “linea operativa” e strategica in palese contrasto con i valori e principi dello Statuto e con l’impegno storico del MpVI.

Le ricadute culturali di questa strategia del compromesso sono devastanti: confondono il delitto con il diritto, avvalorano la tesi che il fine giustifica i mezzi, consentono al mondo dell’informazione ed ai laicisti di presentare la fecondazione assistita e il testamento biologico come vittorie “oscurantiste” dei pro life, generano disorientamento o assuefazione anche nel mondo cosiddetto pro file.

Voi ci chiedete “fedeltà alla strategia”, noi vi chiediamo fedeltà ai valori. Sono queste le dichiarazioni di volontà che noi ci impegniamo ad osservare e perseguire, che costituiscono il senso e la ragione al nostro impegno quotidiano per la vita umana e per la dignità della persona, con l’amarezza e la sofferenza di chi vede sacrificato l’ideale in nome della strategia.


La risposta che giunge dalla presidenza nazionale è negativa: solo rinunciando alla propria opinione si può far parte del Movimento per la Vita italiano!

Ancora due precisazioni doverose, prima di concludere.
All’accusa che reiteratamente è stata rivolta contro di noi, in particolare contro la presidente Orecchia – che ha sempre agito in accordo con il direttivo di Federvita Piemonte – di non aver voluto consegnare al collegio dei probiviri il materiale relativo alle elezioni regionali del maggio 2009, ripetiamo ancora una volta quanto più volte abbiamo dichiarato anche per iscritto che:

  • Il materiale relativo alle elezioni del direttivo di Federvita Piemonte riguarda soltanto Federvita Piemonte, associazione ONLUS di diritto, ex lege 266/91 e pertanto l’accesso agli atti di tale elezione può essere consentito solo ai membri dell’assemblea di tale associazione.

  • Tutto il materiale relativo alle stesse elezioni è disponibile in visione per chiunque ne faccia richiesta e che ne abbia titolo (presidente di CAV, di MPV appartenente a Federvita Piemonte o suo delegato), ai sensi della normativa vigente. Da rilevare che nessuno degli aventi diritto, neppure coloro che avevano elevato le accuse di irregolarità e che, a maggior ragione, ne avrebbero avuto motivo, ha mai fatto richiesta di controllare tale materiale!

Occorre aggiungere tuttavia che il direttivo di Federvita Piemonte avrebbe forse potuto passare sopra a queste ragioni obiettive, se non fosse subito apparsa evidente dalla contestuale richiesta ai probiviri di “esporre in un rapporto” la propria valutazione in relazione “all’adesione ed al sostegno della Federazione Piemontese all’associazione denominata Verità e Vita”, la determinazione della Presidenza di colpire duramente i membri della federazione piemontese in quanto membri anche del Comitato Verità e Vita.
Quanto alla reiterata accusa rivolta alla presidente Marisa Orecchia di aver rifiutato “un incontro chiarificatore e pacificatore con il Movimento per la Vita Italiano quando abbiamo fissato presso la Conferenza episcopale italiana, alla presenza di un rappresentante della CEI , un colloquio” ( Lettera di Casini a Orecchia ), era già stato risposto al presidente Casini che “ la questione, lungi dall’essere di natura ecclesiale, riguarda il Movimento per la vita al suo interno. Perché di questo si tratta. Di una questione interna al Movimento per la Vita” (Lettera di Orecchia a Casini).

Abbiamo voluto mantenere tale linea, nonostante alcuni eminenti Prelati siano stati informalmente messi al corrente su quanto stava accadendo all’interno del Movimento per la Vita e sulla caccia alle streghe che vi si stava conducendo. Soltanto quando sono andate diffondendosi voci secondo le quali “Casini sta con la Cei e allora quelli di Federvita Piemonte sono fuori del Magistero” abbiamo ritenuto doveroso informare ufficialmente la Gerarchia, nella persona dell’arcivescovo di Torino, presidente della CEP, Mons. Nosiglia il quale ha ricevuto in udienza l’intero direttivo di Federvita Piemonte che gli ha consegnato un corposo dossier con tutta la documentazione intercorsa tra MPVI e Federvita Piemonte. E’ stato altresì informato il Cardinale Bagnasco, presidente della CEI. Ad entrambi i prelati verrà altresì fatto pervenire questo documento.

E siamo alla conclusione.

Perché questa lunga lettera che sicuramente sorprenderà e addolorerà molti tra coloro che si impegnano e lottano per la promozione della tutela della vita e che considerano, come noi, il MPVI la loro casa?

Perché crediamo che ci sia, nel MPVI un profondo e improcrastinabile bisogno di rinnovamento.

Crediamo che non sia serio buttare via due anni nel perseguire con indicibile accanimento persone che lavorano per la vita, trattandole come nemici da sbaragliare.

Crediamo che i nemici siano altrove: la cultura della morte, come l’ha definita il Beato Giovanni Paolo II, avanza e in questi anni è stato fatto proprio poco per arginarla.

Il Movimento per la vita ha bisogno di una presidenza e di un direttivo che gli ridiano slancio, vigore, non di una presidenza e di un direttivo che per due anni consacrano le loro forze ad affastellare mozioni contro chi ha sempre lavorato con impegno e con tenacia, affermando con le parole e con i fatti, l’amore per la vita dell’uomo.
Troppo spesso abbiamo visto un Movimento più preoccupato di ottenere vittorie politiche, accontentandosi di leggi di compromesso, che non di incidere profondamente nella cultura e nelle coscienze con posizioni limpide e coraggiose in grado di suscitare nuovo entusiasmo nel popolo della vita e di trascinare la società nella consapevolezza che la vita umana è sempre e in ogni circostanza sacra e inviolabile.

Per questo vi abbiamo scritto. Nelle mani di chi andrà all’assemblea di Palermo (sede non proprio adatta per incentivare le presenze) sta la possibilità del cambiamento.
Affidate, con il vostro voto, il mandato di condurre il MPVI per i prossimi tre anni a persone libere, coraggiose, amanti della verità. A persone che non antepongano la ricerca della loro immagine e del loro prestigio al bene del nostro Movimento.

Il Consiglio Direttivo di Federvita Piemonte

Marisa Orecchia
Giovanni Ceroni
Luigi Cipolla
Maria Paola Tripoli
Noemi Maria Spoto
Matteo Bevilacqua
Donatella Timossi

I membri di Federvita Piemonte, riuniti in assemblea ordinaria a Torino, il 10 marzo 2012, approvano all’unanimità il presente documento.

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