PERCHÉ IL VOTO A MAGDI ALLAM NON E’ SPRECATO – di Andrea Cavalleri

di Andrea Cavalleri

fonte: Libertà e Persona


 

mlNel mondo cattolico italiano serpeggia un falso ragionamento che consiste in questo: votare un programma ottimo, come quello di “Io Amo l’Italia” di Magdi Cristiano Allam, non serve a niente, perché tale partito non supererà la soglia di sbarramento del 4% e pertanto il voto equivarrà a un’astensione.
A tutti coloro che fanno questi calcoli politici da novelli Talleyrand, compreso il mio amico, intelligentissimo e validissimo filosofo, Giacomo Samek Ludovici, rispondo che al loro ragionamento manca un pezzo e, se considerassero meglio la parte mancante, probabilmente cambierebbero idea.
Oltre al fatto, ovvio, che partendo da simili pregiudizi si assicura la sconfitta di quello che, a loro stessa detta, è un ottimo partito, vorrei rispondere con un’altra domanda: “ma allora cosa voterete?”
Se partiamo dalla richiesta del Papa di ciò che dovrebbe contraddistinguere i movimenti cristiani, ovvero la difesa dei valori non negoziabili, non mi risulta che esistano partiti che se ne facciano carico tra quelli che possono aspirare alla maggioranza.
Anzi nelle ultime ore sono risuonate notizie curiose, ad esempio Casini su Twitter: “Per noi il matrimonio è quello tra uomo e donna, ma non siamo contrari all’introduzione di alcune tutele giuridiche per coppie omosessuali” (quindi no al matrimonio, che è una tutela giuridica, ma sì alle tutele giuridiche: dov’è la differenza?).
O ad esempio Berlusconi, che durante un’intervista in radio ha lasciato intendere che  sarebbe stato disposto ad aprire alle unioni tra omosessuali, salvo poi rimangiarsi la parola come al solito.
Di Vendola è inutile parlare, perché si sa.
È davvero un peccato che Berlusconi abbia fatto dietrofront, perché in questo modo resterà ancora un margine di incertezza su quello che è il vero modo di ragionare di questi pseudo politici: non proporre un programma che si reputa vantaggioso per il popolo e che si vuole realizzare per il bene comune, ma cercare di adattare i programmi al consenso, in modo da assicurarsi, ancora una volta, una fetta di potere.

A questo punto, però, accantonate le questioni di principio, subentra l’argomento degli argomenti: “bisogna fermare i komunisti!!!”, da cui la risoluzione di arroccarsi sul male minore. Quale inganno!
Gustave Thibon, in una pagina memorabile in cui tratta della libertà, definendola come il dipendere da ciò che si ama, mette in guardia dall’errore: “Non si tratta di investire ogni individuo di un’illusoria indipendenza: si tratta di creare un clima nel quale ogni individuo possa amare gli esseri e le cose da cui dipende. Se la nostra volontà di indipendenza non è dominata e diretta da questo desiderio di unità, siamo maturi per la peggiore schiavitù”. Sintetizzando il pensiero del filosofo francese, la libertà, non è una libertà DA, ma è una libertà PER. Di conseguenza le scelte non vanno fatte “contro” qualcosa, ma “per” un obiettivo che si reputa buono.
Altrimenti saremo ingannati e schiavizzati, come dimostra il nostro recente passato politico.
Nell’immaginario collettivo, i mali dell’Italia erano dovuti al governo del “malvagissimo Berlusconi” e allora, cacciato Berlusconi, sarebbe stata la rinascita, la liberazione!
I fatti hanno dimostrato che si è semplicemente caduti dalla padella nella brace, e il governo è finito nelle mani di Monti, il faccendiere dei banchieri, che, con la scusa di tenere i conti a posto, ha razziato le proprietà degli Italiani, ha regalato soldi alle banche (il gettito dell’IMU è stato totalmente impiegato per gli aiuti a Monte dei Paschi di Siena), ha portato la disoccupazione alle stelle e, alla fine, si scopre che ha peggiorato i conti a una velocità superiore a quella di qualunque altro governo degli ultimi vent’anni.
Allora i cattolici si sveglieranno, o preferiscono condurre battaglie di retroguardia e farsi strumentalizzare dagli arrivisti di turno, come accade ormai da parecchie tornate elettorali?
Non si sono accorti che il muro di Berlino è caduto ventiquattro anni fa?
Vogliono dividersi nella competizione tra due schieramenti che propongono un finto antagonismo tra radicalismo amorale e relativismo etico? Ma dove sta la grande differenza?
Non è meglio impegnarsi seriamente per far giungere in parlamento una voce che li rappresenti veramente, piuttosto che trovarsi totalmente privi di rappresentanza?

Se poi ci fossero dei cattolici che hanno bisogno per forza di un nemico per coalizzarsi, allora vi mostro qual è il nostro nemico, ve lo offro su un piatto d’argento: si chiama Europa.
Un’Europa che denigra l’Ungheria perché ha adottato una costituzione in cui nomina Dio e proclama la difesa della vita dal suo concepimento al suo termine naturale e che ha comunicato al governo ungherese che “una campagna antiabortista è incompatibile con i principi dell’Unione Europea”.
Un’Europa malthusiana che non si è fatta scrupolo di ricattare finanziariamente l’Irlanda affinché facesse concessioni abortiste.
Un’Europa paladina della teoria del “gender”, che vuole far riconoscere come “normale” ogni perversione sessuale.
Un Europa che moltiplica odiosi reati d’opinione, come quello di “omofobia” e che mostra ogni giorno di più il suo volto totalitario.
Perché le sue leggi, che chiama “direttive” così come le chiamava Robespierre, sono promulgate da burocrati non eletti da nessuno, che godono di immunità e segretezza dei propri documenti e che stanno moltiplicando enti direttivi, come il MES (fondo “salva Stati”) ed Eurogendfor (gendarmeria europea) al di sopra delle leggi e di ogni controllo democratico.
Un’Europa che tutela un sistema finanziario iniquo e sacrifica le persone reali e concrete in favore di un castello di carte, fatto per assicurare i privilegi di pochi e la schiavitù della miseria per molti. Se qualche cattolico si ricordasse quali sono i quattro peccati che gridano vendetta al cospetto di Dio, noterebbe che questa Europa li persegue tutti pervicacemente: l’omicidio volontario tramite l’aborto, il peccato impuro contro natura tramite teoria del gender ed omofobia, l’oppressione dei poveri tramite il sistema di indebitamento dell’euro e, infine, defraudare della giusta mercede chi lavora tramite la tassazione asfissiante che consegue al debito pubblico.
Eppure parecchi cattolici si chiedono se sia meno peggio votare Berlusconi o Bersani, quando entrambi hanno costantemente attuato un’agenda europeista di ferro e sempre senza chiedere, in alcun modo, un parere ai cittadini italiani.

Amici cattolici, basta farvi prendere in giro dagli imbonitori televisivi (che tali sono i cosiddetti politici tradizionali) è il momento di difendere la nostra identità e di sostenere chi la rappresenta.
Oltretutto in un momento, dominato dalla sfiducia (giustificata) nella politica, in cui un pochino di entusiasmo potrebbe smuovere larghe fette di quel vasto elettorato che, non sentendosi rappresentato da nessuno, propenderebbe per l’astensione.

Io Amo l’Italia, di Magdi Cristiano Allam, non solo prevede nello statuto la difesa dei valori non negoziabili, non solo ha un programma basato sulla centralità della persona, ma, a differenza dei sognatori di buoni propositi, indica anche il percorso concreto per poterli realizzare, che passa dal recupero delle sovranità perdute: monetaria e legislativa.
Ecco perché serve votare Magdi Cristiano Allam, ecco perché voterò Io Amo l’Italia.

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