di Piero Laporta
La stampa libera approfitta del naufragio della Costa Concordia, proprietà dell’angloamericana Carnival Corporation, per distrarre l’opinione pubblica dal fiasco politico del governo. Ciò detto, continuare a menare il torrone col comandante Francesco Schettino fellone è fumo negli occhi non più sopportabile.
Per cominciare, è giustissimo elogiare l’ufficiale della capitaneria di porto Francesco Maria De Falco che ha scudisciato Schettino, ma occorre una leggina che vieti di usare la parola eroe quando qualcuno svolge il suo lavoro. Visto che a tutti è piaciuta la performance militare di De Falco, allora si faccia un’inchiesta seria come usava un tempo nelle caserme, fino a Nassirya. Diciamo questo perché anche a Nassirya si tentò di gettare la croce addosso ai comandanti senza interrogarsi minimamente sulle responsabilità della proprietà, cioè lo Stato maggiore e il ministro della difesa. Gli articoli di ItaliaOggi contribuirono a raddrizzare la rotta dei processi. Il caso della Costa Concordia è apparentemente più semplice perché le responsabilità di Schettino sembrano conclamate. Occorrerà nondimeno appurare due o tre cosette. Primo. Com’è stato selezionato, reclutato e formato questo Schettino? Secondo. Come sono stati selezionati, reclutati e formati gli altri comandanti della Carnival Costa? Terzo. Quali sono state le disposizioni sinora impartite dalla Carnival Costa per le rotte turistiche sotto costa? Quarto. Quante volte la Costa Corcordia ha seguito rotte analoghe a quell’ultima fatale e quante volte la Carnival Costa fu informata? Quinto. Quali sono le disposizioni che ha impartito la Carnival Costa per la formazione e l’addestramento del personale di bordo delle proprie navi in caso di emergenza? Sesto. Com’è stato formato e selezionato il personale di bordo sia ai fini del comportamento in emergenza sia per comunicare nelle varie lingue coi passeggeri? Settimo. Qual era la quantità, la disponibilità e la reperibilità dei materiali di salvataggio sulle navi Carnival Costa? Se una sola di queste domande non avesse una risposta soddisfacente Carnival Costa sarebbe corresponsabile, le autorità competenti dovrebbero ritirare ogni licenza di esercizio e lo stato italiano dovrebbe costituirsi parte civile. Poi crocifiggiamo, se è il caso, anche Schettino.