Quel che succede all’anima dopo la morte – di Mons. Marcel Lefebvre

Tratto da “Itinerario Spirituale. Seguendo San Tommaso d’Aquino nella sua Somma teologica”, di Mons. Marcel Lefebvre – ed.  Ichthys

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Capitolo X – I fini ultimi – (B)

Proviamo, con l’aiuto di San Tommaso, a precisare un po’ l’insegnamento della Chiesa su ciò che la Provvidenza ha previsto dopo la morte.

È bene per il sacerdote, che ha cura di anime, conoscere bene l’Aldilà, vivere con la mente nell’Aldilà e potere così istruire esattamente i moribondi o i parenti e gli amici di coloro che muoiono. Non è forse uno dei principali doveri vegliare accanto ai fedeli nelle loro ultime ore quaggiù, illuminarli, incoraggiarli, prepararli con gli ultimi sacramenti, con le preghiere degli agonizzanti e poi accompagnare le loro spoglie all’altare del Sacrificio e infine al cimitero? In tali occasioni, quanti insegnamenti preziosi possono esser dati a coloro che attorniano il defunto!

(Le novità conciliari in questo campo sono scandalose per la fede dei fedeli e rasentano l’eresia: le cerimonie lasciano intendere che tutte le anime sono salve, anche i peggiori nemici del cattolicesimo hanno accesso in chiesa, sono ammesse le urne dei corpi cremati, i sacerdoti non accompagnano più i defunti al cimitero. Il Purgatorio è ignorato, rendendo le preghiere e i suffragi per i defunti incomprensibili. Eppure è questa un’altra manifestazione della fede della Chiesa che tocca i fedeli).

Che succede nel momento preciso in cui l’anima è, in un certo qual modo, espulsa da un corpo che non si trova più nelle condizioni di essere animato?

San Tommaso, appoggiandosi del resto sulle parole stesse di Nostro Signore, pensa che le anime, secondo lo stato in cui si trovano, raggiungano da se stesse i luoghi che sono ad esse destinati, alla maniera dei corpi che raggiungono i loro luoghi attratti dalla forza di gravità. Le anime in stato di grazia e delle quali la carità è perfetta, raggiungono il Cielo e vi godono subito la visione beatifica, in attesa del completamento di felicità che loro apporterà la risurrezione dei corpi. Le anime in stato di grazia, ma la cui carità è menomata e imperfetta a causa dei peccati veniali, e che hanno ancora da espiare le pene dovute ai peccati già perdonati, vanno in Purgatorio. Le anime ancora afflitte dal peccato originale, ma senza peccati personali vanno al Limbo e saranno private della visione di Dio, pur godendo di una felicità naturale. Le anime in stato di peccato grave, prive della carità, raggiungono l’inferno per sempre, in attesa della resurrezione dei loro corpi, la qual cosa sarà un motivo supplementare di sofferenza.

Tre luoghi sono definitivi: il Cielo, il Limbo, l’Inferno, e nessun suffragio, nessuna preghiera, nessuna buona azione, nessuna intercessione, può modificare lo stato delle anime che vi si trovano. È perciò chiaro che tutte le preghiere, i suffragi, le indulgenze, le elemosine consigliati e realizzati dalla Chiesa per i defunti non hanno altro scopo che il sollievo e la liberazione delle anime del Purgatorio, le quali non possono far più niente per se stesse. Per questo è necessario insistere sul fatto che l’esistenza del Purgatorio è un articolo di fede. È eretico colui che nega il Purgatorio. Se il Purgatorio non esistesse, tutto ciò che la Chiesa, dalla sua origine, ha fatto o ha chiesto di fare in favore delle anime defunte sarebbe senza fondamento.

Certamente, le anime del Purgatorio si avvicinano progressivamente al Cielo e saranno liberate dopo la loro purificazione, ma i suffragi della Chiesa militante possono aiutarle efficacemente a essere liberate più rapidamente, soprattutto con l’offerta del Santo Sacrificio della Messa. Tuttavia le anime del Purgatorio, animate dalla carità, possono intercedere per noi. Esse lo faranno tanto più ardentemente quanto più noi andremo in loro soccorso.

Se vogliamo conformarci allo spirito della Chiesa cattolica dobbiamo avere una vera devozione verso le anime del Purgatorio, nel quale molto verosimilmente soggiorneremo noi stessi, più o meno a lungo (ce lo auguriamo perché questo sarà il segno della nostra elezione). Se potessimo conoscere la santità e l’incomparabile purezza di Dio, non ci meraviglieremmo del fatto che Egli scopra in noi delle imperfezioni che non sono convenienti alla santità della Santissima Trinità.

Non ci dilungheremo sul Limbo dove si trovano le anime che hanno solo il peccato originale, che sono senza peccato personale. Queste anime sono prive della Visione beatifica, ma, pur sapendosi nell’incapacità assoluta di goderne, non ne soffrono; questa è l’opinione di San Tommaso e della maggioranza dei dottori[1]. È importante poter rispondere ai genitori non colpevoli della morte del loro bambino, avvenuta prima che abbia potuto essere battezzato. Ma, di contro, quale responsabilità per le madri che praticano l’aborto e per coloro che vi contribuiscono! Per questi crimini, come non temere in questo mondo e nell’altro la maledizione di Dio?

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[1] Cfr. P. Lachat, Somme Théologique de Saint Thomas, T. XV, pag. 480, q. XXI.

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fonte: Sito della Fraternità San Pio X

1 commento su “Quel che succede all’anima dopo la morte – di Mons. Marcel Lefebvre”

  1. perché,perché non ci sono più preti che predicano queste cose??? …..ormai le prediche domenicali sono farcite di accoglienza dei migranti e di panegirici al vescovo di Roma!!!

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