RASSEGNA STAMPA – 16 – a cura di Rita Bettaglio

dall’Italia, dal Mondo  –  22 gennaio 2011

 

rass stampa

 

a cura di Rita Bettaglio

 

Data la rilevanza mediatica che le parole del Pontefice hanno assunto in asserita relazione al polverone scandalistico riguardante le frequentazioni private del Presidente del Consiglio, riteniamo utile riprodurre per intero le parole del Papa. Se trovate riferimenti al cosiddetto Rubygate, per favore segnalateli, perchè noi non riusciamo a trovarli.

Udienza di Benedetto XVI a dirigenti e agenti della questura di Roma

I principi etici su cui si fonda il diritto

Illustre Signor Questore,
illustri Dirigenti e Funzionari,
cari Agenti e Personale civile della Polizia di Stato!
Sono veramente lieto di questo incontro con voi e vi do il benvenuto nella Casa di Pietro, questa volta non per servizio, ma per vederci, parlarci e salutarci in modo più familiare! Saluto in particolare il Signor Questore, ringraziandolo per le sue cortesi parole, come pure gli altri Dirigenti e il Cappellano. Un saluto cordiale ai vostri familiari, specialmente ai bambini!
Desidero anzitutto ringraziarvi per tutto il lavoro che svolgete a favore della città di Roma, di cui sono il Vescovo, perché la sua vita si svolga nell’ordine e nella sicurezza. Esprimo la mia riconoscenza anche per quell’impegno in più che spesso la mia attività richiede da voi! L’epoca in cui viviamo è percorsa da profondi cambiamenti. Anche Roma, che giustamente è chiamata “città eterna”, è molto cambiata e si evolve; lo sperimentiamo ogni giorno e voi ne siete testimoni privilegiati. Questi mutamenti generano talvolta un senso di insicurezza, dovuto in primo luogo alla precarietà sociale ed economica, acuita però anche da un certo indebolimento della percezione dei principi etici su cui si fonda il diritto e degli atteggiamenti morali personali, che a quegli ordinamenti sempre danno forza.
Il nostro mondo, con tutte le sue nuove speranze e possibilità, è attraversato, al tempo stesso, dall’impressione che il consenso morale venga meno e che, di conseguenza, le strutture alla base della convivenza non riescano più a funzionare in modo pieno. Si affaccia pertanto in molti la tentazione di pensare che le forze mobilitate per la difesa della società civile siano alla fine destinate all’insuccesso. Di fronte a questa tentazione, noi, in modo particolare, che siamo cristiani, abbiamo la responsabilità di ritrovare una nuova risolutezza nel professare la fede e nel compiere il bene, per continuare con coraggio ad essere vicini agli uomini nelle loro gioie e sofferenze, nelle ore felici come in quelle buie dell’esistenza terrena.
Ai nostri giorni, grande importanza è data alla dimensione soggettiva dell’esistenza. Ciò, da una parte, è un bene, perché permette di porre l’uomo e la sua dignità al centro della considerazione sia nel pensiero che nell’azione storica. Non si deve mai dimenticare, però, che l’uomo trova la sua dignità profondissima nello sguardo amorevole di Dio, nel riferimento a Lui. L’attenzione alla dimensione soggettiva è anche un bene quando si mette in evidenza il valore della coscienza umana. Ma qui troviamo un grave rischio, perché nel pensiero moderno si è sviluppata una visione riduttiva della coscienza, secondo la quale non vi sono riferimenti oggettivi nel determinare ciò che vale e ciò che è vero, ma è il singolo individuo, con le sue intuizioni e le sue esperienze, ad essere il metro di misura; ognuno, quindi, possiede la propria verità, la propria morale. La conseguenza più evidente è che la religione e la morale tendono ad essere confinate nell’ambito del soggetto, del privato:  la fede con i suoi valori e i suoi comportamenti, cioè, non avrebbe più diritto ad un posto nella vita pubblica e civile. Pertanto, se, da una parte, nella società si dà grande importanza al pluralismo e alla tolleranza, dall’altra, la religione tende ad essere progressivamente emarginata e considerata senza rilevanza e, in un certo senso, estranea al mondo civile, quasi si dovesse limitare la sua influenza sulla vita dell’uomo.
Al contrario, per noi cristiani, il vero significato della “coscienza” è la capacità dell’uomo di riconoscere la verità, e, prima ancora, la possibilità di sentirne il richiamo, di cercarla e di trovarla. Alla verità e al bene occorre che l’uomo sappia aprirsi, per poterli accogliere in modo libero e consapevole. La persona umana, del resto, è espressione di un disegno di amore e di verità:  Dio l’ha “progettata”, per così dire, con la sua interiorità, con la sua coscienza, affinché essa possa trarne gli orientamenti per custodire e coltivare se stessa e la società umana.
Le nuove sfide che si affacciano all’orizzonte esigono che Dio e uomo tornino ad incontrarsi, che la società e le Istituzioni pubbliche ritrovino la loro “anima”, le loro radici spirituali e morali, per dare nuova consistenza ai valori etici e giuridici di riferimento e quindi all’azione pratica. La fede cristiana e la Chiesa non cessano mai di offrire il proprio contributo alla promozione del bene comune e di un progresso autenticamente umano. Lo stesso servizio religioso e di assistenza spirituale che, in forza delle vigenti disposizioni normative, Stato e Chiesa si impegnano a fornire anche al personale della Polizia di Stato, testimonia la perenne fecondità di questo incontro.
La singolare vocazione della città di Roma richiede oggi a voi, che siete pubblici ufficiali, di offrire un buon esempio di positiva e proficua interazione fra sana laicità e fede cristiana. L’efficacia del vostro servizio, infatti, è il frutto della combinazione tra la professionalità e la qualità umana, tra l’aggiornamento dei mezzi e dei sistemi di sicurezza e il bagaglio di doti umane quali la pazienza, la perseveranza nel bene, il sacrificio e la disponibilità all’ascolto. Tutto questo, ben armonizzato, va a favore dei cittadini, specialmente delle persone in difficoltà. Sappiate sempre considerare l’uomo come il fine, perché tutti possano vivere in maniera autenticamente umana. Come Vescovo di questa città, vorrei invitarvi a leggere e meditare la Parola di Dio, per trovare in essa la fonte e il criterio di ispirazione per la vostra azione.
Cari amici! quando siete in servizio per le strade di Roma, o nei vostri uffici, pensate che il vostro Vescovo, il Papa, prega per voi, che vi vuole bene! Vi ringrazio per la vostra visita, e vi affido tutti alla protezione di Maria Santissima e dell’Arcangelo San Michele, vostro protettore celeste, mentre imparto di cuore su di voi e sul vostro impegno una speciale Benedizione Apostolica.
(Fonte: L’Osservatore Romano – 22 gennaio 2011)

ISLAM – VATICANO
AL AZHAR CONTRO IL VATICANO: LE MESCHINITÀ E LA POLITICA
di p. Bernardo Cervellera

Roma (AsiaNews), 21/01/2011- La decisione di congelare il dialogo con il Vaticano da parte dell’università islamica di Al-Azhar, sembra a molti un fulmine a ciel sereno, che rischia di provocare uno scontro fra i cristiani e i musulmani nel mondo. Il dialogo – sempre amichevole – fra la Santa Sede e questo organismo di punta del mondo sunnita, durava infatti dagli anni ’90. Al suo andamento positivo ha senz’altro contribuito la personalità dell’imam del tempo, Muhammad Sayyed Tantawi, morto lo scorso 10 marzo 2010. Dal 19 marzo dello stesso anno, il successore è l’imam Mohamed Ahmed al-Tayyeb (v. foto). Proprio lui, lo scorso 1° gennaio, ha criticato Benedetto XVI per aver espresso solidarietà con i cristiani copti, accusandolo di “intromettersi” negli affari interni dell’Egitto.

In realtà le tensioni con Al-Azhar datano da prima di gennaio. In prossimità di un incontro che avrebbe dovuto tenersi in queste settimane, l’università islamica aveva chiesto che dalla delegazione vaticana venisse espulsa una persona: p. Khaled Akasheh, giordano, esperto di islam, membro del Pontificio consiglio per il dialogo interreligioso, che ha curato finora i rapporti con l’università islamica.

Mons. Akasheh è fra le persone più qualificate nel dialogo con l’Islam. Egli ha partecipato al Forum cattolico-islamico del 2008, seguito alla famosa Lettera dei 138 saggi musulmani al papa, e impegnato nel dialogo con le organizzazioni culturali e islamiche di Teheran.

Il Vaticano ha fatto notare che negli accordi previ per il dialogo è scritto che ogni delegazione ha diritto a scegliere con libertà i suoi membri. Ma Al-Azhar ha insistito che se non veniva cancellato quel nome, avrebbe interrotto il dialogo.

Le frizioni – e le minacce di congelare il rapporto – hanno perciò radici più lontane. Il motivo per cui Al-Azhar non vuole il p. Akasheh non è chiaro. E’ probabile che essi non vogliano nessuno che capisca l’arabo, che sia arabo, che capisca l’islam (mons. Akasheh conosce in profondità il Corano), per essere liberi, per non sentirsi giudicati (o presi in castagna).

Le critiche al papa, i suoi interventi di solidarietà alla comunità copta giudicati come “interferenza negli affari interni” dell’Egitto, appaiono quindi solo strumentali, un modo di coprire con alte motivazioni, motivazioni più meschine.

C’è però un altro elemento da considerare: il legame fra Al-Azhar e il suo tradizionale sostegno al potere politico egiziano. Hosni Mubarak, è un leader islamico moderato, desideroso di far avanzare il Paese verso la laicità – una richiesta fatta anche dai cristiani copti, discriminati di continuo a livello legislativo e sociale. A questo scopo, Mubarak procede da tempo all’emarginazione dal quadro politico degli integralisti, soprattutto dei Fratelli musulmani. Nel tentativo di determinare a suo favore le prossime elezioni presidenziali, Mubarak cerca di non scontentare il mondo musulmano. Le critiche al Vaticano hanno questo scopo: prendersela con il papa cristiano e occidentale, accarezzando le frustrazioni dei musulmani verso l’occidente (cosiddetto) cristiano. Al-Azhar si è accodata a questa strumentalizzazione.

Quanto peserà questa presa di posizione? E’ possibile che il resto del mondo musulmano segua la linea della “Splendente” università sunnita? A nostro parere non è probabile. Al Azhar, finanziata quasi in toto dall’Arabia saudita, è rappresentante di un islam molto tradizionale ed è visto da molte istituzioni islamiche come “troppo polverosa” e inattuale. Mentre in Tunisia e nel mondo arabo si lotta e si soffre per il futuro delle società medio-orientali, confrontandosi con i problemi legati ai diritti umani, alla democrazia, al dispotismo, all’economia e alla povertà, Al-Azhar ha preferito dire la sua solo precisando che l’islam è contrario al suicidio, condannando in qualche modo tutti quegli sventurati che si sono dati fuoco per la disperazione causata dalla povertà e dall’ingiustizia. Eppure, proprio il sacrificio di queste persone ha alimentato la rivolta che ha portato alla caduta di Ben Alì e sta scuotendo il Medio oriente.

(Fonte: AsiaNews)

CINA – USA: OBAMA-HU, FRA CENE E SORRISI, NESSUN PASSO IN AVANTI


Washington (AsiaNews), 20/01/2011- La Cina ha fatto “progressi enormi” sul tema dei diritti umani ma “c’è ancora molto da fare”. Lo ha detto ieri il presidente cinese Hu Jintao, in visita ufficiale negli Usa, nel corso di una conferenza stampa congiunta con il presidente Barack Obama. E in questa frase, sottolineano oggi gli analisti, “c’è il senso di una bilaterale in cui i due presidenti hanno deciso di non fare passi, né avanti né indietro”.

In effetti, le dichiarazioni ufficiali pre e post la cena di gala di ieri sera si sono distinte per la loro vaghezza. La Cina, ha detto Hu, “è sempre stata impegnata sul tema dei diritti, e ne riconosce e rispetta l’universitalità. Ma allo stesso tempo crediamo che sia necessario tenere conto i differenti contesti nazionali quando si parla di diritti umani”.

“La Cina – ha continuato – è un Paese in via di sviluppo con una popolazione enorme ed è anche un Paese in via di sviluppo in una fase cruciale di riforme. In questo contesto c’è ancora molto da fare sul tema dei diritti umani”. Le frasi sono state pronunciate in risposta al primo discorso di Obama, che aveva dichiarato: “La storia dimostra che le società sono più armoniose, le nazioni hanno più successo ed il mondo è migliore quando i diritti e le responsabilità di tutti i popoli sono rispettati. Inclusi i diritti universali di tutti gli esseri umani”.

Proprio il tema della “società armoniosa” è lo slogan con cui Hu Jintao ha condito la propria presidenza. In nome di questa armonia ha giustificato interventi drastici e violenti contro le proteste sociali nate per i più disparati motivi – dalle requisizioni forzate di terre alle violazioni alla libertà religiosa – e ha impedito ogni sviluppo dell’economia cinese in senso globale.

Tuttavia, il presidente americano ha deciso di usare toni morbidi con l’ospite: “Insieme abbiamo dimostrato che Stati Uniti e Cina, quando cooperano, possono ricevere sostanziali benefici. Fra di noi esiste una competizione amichevole”. Obama ha poi lodato il sostegno cinese al referendum per l’indipendenza del Sud Sudan e ha detto di aver apprezzato l’aiuto del presidente Hu nell’affrontare le tensioni nella penisola coreana e sul programma nucleare iraniano.

La visita di Hu a Washington sta però fruttando alcuni lauti contratti commerciali, che si aggirano sui 45 miliardi di dollari, compresa anche la vendita di 200 aerei Boeing. Secondo Obama, questo aiuterà a mantenere 250 mila posti di lavoro negli Stati Uniti.

Il presidente americano ha voluto sottolineare soltanto che in Cina devono esservi condizioni “eque” per gli uomini d’affari americani. “Il commercio – ha dichiarato – deve essere equo. Accolgo favorevolmente la crescente flessibilità della valuta cinese, ma devo dire che lo yuan rimane sottovalutato e servono ulteriori aggiustamenti nei tassi di cambio. Mi auguro che la valuta cinese possa essere guidata dal mercato”.Il mercato ha risposto oggi, ma non nel senso auspicato da Obama. Lo yuan è infatti salito solo di due punti base dal giorno precedente ad un record di 6,5883 rispetto al dollaro, secondo il China Foreign Exchange Trading System. Lo yuan si è apprezzato del 3,6% l’anno scorso, ma l’accelerazione dell’inflazione ha portato alcuni analisti a prevedere che il valore della divisa potrebbe crescere ulteriormente rispetto al dollaro quest’anno, mentre la Banca del Popolo di Cina (la Banca centrale) tenta di raffreddare le pressioni sui prezzi.

(Fonte: AsiaNews)


HOLY WOOD ACTING STUDIO: UNA PROPOSTA PER ATTORI COMPLETI

Culver City, Calif., 21/01/2011 (CNA, catholicnewsagency).- Il 28 marzo, un gruppo di insegnanti di recitazione ed altri professionisti dell’intrattenimento si unirà a guide spirituali e psicologiche per dar vita a una iniziativa del tutto nuova per Hollywood: si tratta di Holy Wood Acting Studio. Da Hollywood a Holy Wood, Sacro Legno.

Holy Wood Acting Studio aprirà le proprie porte ad attori che aspirino “a grandi ruoli sulla scena e nella vita.” La sede del nuovo studio si trova a Culver City nella contea di  West Los Angeles, nel “Heart of Screenland,” (Cuore della Terra dello Schermo) dove ci sono anche gli studios della Sony Pictures.

Nel proprio sforzo di riportare Hollywood ad una dimensione originaria, i fondatori del nuovo studio hanno cominciato dal nome, rispolverando il nome originale della città, che deriva da “holy wood”, sacro legno, della croce di Gesù.

La croce che molti attori portano, secondo Carlos Espinosa di Holy Wood Acting Studio, è il senso di vuoto che persiste nel cuore degli attori, e diventa sempre maggiore, nonostante il successo. Dietro alcuni dei volti più noti al mondo, egli vede una disperazione che gli ricorda la domanda di Cristo nel Vangelo: “A che giova all’uomo guadagnare il mondo intero, se poi perde la propria anima?”

Espinosa vede questa mancanza di realizzazione personale fuori del set nei drammi della vita personale degli attori, nella loro auto-indulgenza e miseria. Egli crede che tali tendenze distruttive abbiano molto a che fare col ruolo che ci si aspetta che gli attori di oggi impersonino, dal momento che recitano in fiction completamente fuori di ogni realtà e presentano una visione della vita eccitante ma spesso senza alcuna radice morale. In risposta a tutto ciò, Holy Wood cerca di cambiare sia il mondo dell’intrattenimento che la cultura dominante.

Lo studio si è già accaparrato il famoso maestro di recitazione Mark Atteberry, il leadership coach Dr. Owen Phelps, lo specialista di crescita personale Dr. Ernesto Bolio, l’esperto di fitness e nutrizione Jeff Jordan. Essi lavoreranno su ciò che Holy Wood chiama “i Quattro Pilastri” del successo come attore: prima di tutto imparare l’arte della recitazione, ma anche leadership, crescita personale e morale, e allenamento e salute fisica.

Holy Wood è probabilmente l’unico tra gli studios a servirsi degli insegnamenti teologici cattolici noti come “teologia del corpo”. Questo approccio, sviluppato da Giovanni Paolo II, mette l’accento sulla dignità individuale e il ruolo complementare di uomini e donne,e mostra come l’amore tra di loro possa trovare il proprio compimento solo nel matrimonio.

Tra i maggiori sostenitori di Holy Wood è il produttore e attore messicano Eduardo Verastegui, conosciuto dal pubblico statunitense per il film del 2006 “Bella.” Verastegui, che divenne famoso  come modello maschile e star di soap-opera nel proprio paese, ha sperimentato un risveglio spirituale ed è ritornato alla Chiesa Cattolica. Egli ha recentemente annunciato di voler costruire la più grande clinica pro-life degli Stati Uniti, e ha confermato l’impegno ad usare i propri talenti solo a servizio dei “valori cristiani, pro-life e ispanici”.

Maggiori informazioni su Holy Wood Acting Studio si trovano  alla pagina http://www.holywoodactingstudio.com/


ABORTION WHISTLEBLOWERS PROGRAM: CONSEGNATO PRIMO PREMIO PER AVER DENUNCIATO CRIMINI ABORTISTI

Germantown, Md., 21/01/2011, (CNA catholicnewsagency.)

Si chiama Abortion Whistleblowers Program (Programma per Informatori sull’Aborto) l’iniziativa di Operation Rescue che offre 25mila dollari di ricompensa a chi fornisce informazioni che possano portare all’arresto abortisti che si sono resi colpevoli di crimini, in violazione della legge vigente negli USA. L’iniziativa ha avuto inizio lo scorso anno.

Operation Rescue® è una delle principali organizzazioni cristiane di attivisti pro-life negli USA. Essa si batte attivamente contro cliniche dell’aborto: recentemente ne ha acquistato e chiuso una a  Wichita, Kansas. Inoltre sostiene che i bambini,anche quelli non nati a causa di aborto, debbano avere personalità giuridica.

La prima di tali ricompense è stata consegnata a una ex-dipendente di una clinica del Massachusetts, Kim Nichols, che ha fornito le prove che la negligenza del medico abortista ha giocato un ruolo chiave nella morte di una donna che si era sottoposta a interruzione di gravidanza.

Rapin Osathanondh, l’arrestato, dirigeva una clinica per aborti a Hyannis, Massachusetts. E’ stato condannato a sei mesi di galera perchè colpevole di omicidio colposo nel caso di una donna di 22 anni, Laura Hope Smith, morta nel 2007 dopo un aborto da lui compiuto. L’accusa ha provato che il medico non monitorò come doveva la paziente mentre ella era sotto anestesia, non chiamò intervenne quando il di lei cuore si fermò e tentò di nascondere l’accaduto, secondo la Associated Press. Inoltre minacciò e molestò la Nichols perchè non testimoniasse.  Osathanondh era anche ricercatore associato presso la Harvard School of Public Health.

Kim Nichols lavorava nella clinica di Osathanondh e testimoniò contro di lui. Riceverà il premio di 25mila dollari il 22 gennaio nella giornata pro-life che si terrà nella Chiesa Presbiteriana di Neelsville a Germantown, Maryland.

“A seguito della coraggiosa testimonianza della Nichols di fronte al Massachusetts Board of Physicians (l’analogo dell’ordine dei medici, dello stato del Massachussetts), Osathanondh è stato dichiarato un pericolo per le persone. Le sue due cliniche abortive sono state chiuse ed egli rinunciò alla propria licenza medica, piuttosto che subire l’umiliazione di vedersela revocata, “ ha commentato Troy Newman, presidente di Operation Rescue.

 

 

 

 

 

 

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